Davvero bellissimo, partecipato, riuscitissimo il presidio che si è svolto stamattina davanti al consolato francese di Milano, concepito proprio all’ultimo minuto per coincidere con la spedizione che dalla Val di Susa stava per raggiungere il carcere di Aix Luynes in Francia, dove fino a ieri era detenuto l’attivista NoTav/NoBorder Emilio Scalzo.

E la notizia della sua improvvisa liberazione, ‘grazie’ a un’irregolarità procedurale che l’avvocato francese è riuscito ad impugnare quando ormai sembrava tramontata ogni possibile misura alternativa alla detenzione, ha avuto il prevedibile effetto di galvanizzare una mobilitazione già parecchio numerosa, sia in Val di Susa, che a Milano, con vorticoso scambio di foto, frammenti audio e video, per ore e ore.

E così, nonostante il brevissimo lasso di tempo per organizzarci, all’appuntamento delle 12 oggi in Via Turati c’eravamo proprio tutti: c’erano i collettivi di Ecologia Politica e Cambiare Rotta, c’era Potere al Popolo, c’erano Zam, Off Topic, OSA, c’era Ri-Maflow Fuorimercato, c’erano ANPI Stadera, ANPI Audrey Hepburn, ANPI Cassina De Pecchi e poi Murga Libre e i Saltimbanchi Senza Frontiere. E c’erano i grandiosi, benedetti, meravigliosi Ottoni A Scoppio, finalmente scagionati da qualsiasi assurda accusa e penale. E all’ultimo momento si è aggiunto anche il Comitato che sta seguendo il caso di Vincenzo Vecchi, da anni rifugiato in Francia e oggetto di un infinito accanimento giudiziario per i fatti di Genova, che forse riuscirà a risolversi il prossimo 31 marzo a Bruxelles.

Foto di Andrea Mancuso

Foto di Helga Bernardini

E all’ultimo momento si è aggiunto anche il lungo striscione che domenica scorsa aveva ribadito in Piazza della Scala la richiesta di libertà per Leonard Peltier, insieme a quella di Julian Assange, insieme a quella di Emilio Scalzo. Tutte vittime di uno stesso sistema liberticida che mette al primo posto “il dominio del profitto, degli affari, il dominio del mercato sulle nostre vite”, ha sottolineato con forza Giorgio Cremaschi. “E’ questo è il messaggio che ci arriva dalla Val di Susa, da trent’anni sotto assedio per un TAV inutile e climaticida!”

Ed è lo stesso messaggio che ci arriva dai vari confini sempre più militarizzati e anzi pronti a degenerare in guerra, dai tanti cantieri che stanno mietendo sempre più vittime, dalle scuole sempre più in subbuglio, dal disagio delle periferie e dalle piazze che finalmente tornano a riempirsi dopo la troppo lunga penitenza di una pandemia che è diventata emergenziale solo perché disastrosamente gestita.

E insomma: la Val di Susa ci ha regalato ancora una volta un momento straordinariamente ricco di emozioni, che Milano è riuscita per un breve momento a recepire e condividere, anzi irradiare. Il presidio si è concluso con il Se Chanto, il bellissimo canto occitano intonato dalla splendida voce di Suso delle Audrey ANPI ed è poi naturalmente confluito da Via Turati a Piazza Cairoli, per la già da tempo annunciata mobilitazione per Ocalan.

Chiudo queste note mentre sul telefonino (e sono già le 5 del pomeriggio) continuano ad arrivarmi le foto, le riprese, i suoni, le emozioni del collettivo abbraccio che il popolo della Val Susa è riuscito ancora una volta ad inscenare, in quel di Aix Luynes. Sventolare di bandiere NoTav con sfondo di prigione in lontananza. Emilio non più dietro le sbarre ma di nuovo ‘libero’ (sebbene con obbligo di dimora e di firma), che abbraccia uno dopo l’altro i suoi compagni. Le nuvole che liberamente viaggiano lassù nel cielo… Inutile dilungarsi in parole, bastano e avanzano le foto: grazie a Emilio per questa forte e bellissima giornata.