Dopo aver tolto alle comunità indigene la gestione delle riserve amazzoniche protette e aver alleggerito i controlli sulla deforestazione, arriva un altro regalo del governo Bolsonaro alla lobby agro-chimico-alimentare.

Alla fine di una seduta parlamentare capeggiata dai vertici degli schieramenti dell’ultradestra, composti in gran parte da produttori, allevatori, rappresentanti di imprese agrochimiche e pastori evangelici, la Camera dei Deputati ha approvato mercoledì, il disegno di legge (PL) 6.299/2002, soprannominato “Pacchetto Veleno” dai parlamentari dell’opposizione socialista, ambientalista e dei movimenti popolari con 301 voti favorevoli e 150 contrari al testo base.

Il provvedimento allenta le regole che riguardano l’adozione di pesticidi nel Paese, facilitando l’apertura del mercato a nuovi pesticidi, già vietati in molti paesi, e delega al ministero dell’Agricoltura (favorevole ai produttori) l’ispezione e l’analisi di questi prodotti per uso agricolo togliendolo alle precedenti autorità statali.

“In un’agenda senza confronto parlamentare, si approva un progetto che rilascia veleni, quegli stessi veleni che sono proibiti nei Paesi che li producono”, ha ricordato la deputata socialista Fernanda Melchiona (Psol-RS).

In questi anni il governo Bolsonaro ha battuto un record dopo l’altro  per il rilascio di pesticidi da utilizzare nelle colture.

Dopo la rimozione dell’allora presidente  Dilma Roussef con il golpe parlamentare, sono stati approvati 277 prodotti chimici, altri 404 nuovi veleni l’anno successivo e 449 nel 2018.

Durante l’amministrazione dell’attuale presidente Jair Bolsonaro i numeri hanno continuato a salire: nel 2019 sono stati rilasciati 474 pesticidi, e nel 2020 questa cifra è salita a 493, segno dell’indulgenza dell’attuale amministrazione nei confronti di questo fenomeno.

Solo nel 2021 c’è stata l’autorizzazione per 585 nuovi prodotti, secondo i dati del ministero dell’Agricoltura.

La lobby degli agricoltori e delle multinazionali dei prodotti chimici è uno dei pilastri dell’amministrazione Bolsonaro ed ha guadagnato spazio negli anni del suo governo.

Il “Pacchetto Veleno” prevede, oltretutto, il cambiamento ufficiale del termine “agrotossico” con la voce “antiparassitari”, al fine di alleggerire l’impatto mediatico di queste sostanze in un simbolico contenzioso narrativo contro gli specialisti che chiedono maggiore rigidità e controllo statale nell’adozione di queste sostanze nocive alla salute.

La Referente del gruppo Salute  Ambiente e Tossicologia Fiocruz, Karen Friedrich, ha avvertito che “abbiamo un governo federale e un Ministero che non si preoccupano della salute e dell’ambiente, smantellando ordinamenti protettivi della popolazione e perseguitando ambientalisti, leader indigeni, comunità tradizionali e persino organi di controllo”.

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