Perché riteniamo inopportuna la presenza di Marco Minniti all’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo.

Italia e Unione Europea devono cessare di collaborare al ritorno dei migranti nell’inferno della Libia. Questo è uno dei principali temi sui quali Papa Francesco ha lanciato l’appello, definendo le prigioni libiche con il loro vero nome: LAGER.

Riteniamo allo stesso tempo inopportuna e imbarazzante la presenza di Marco Minniti come membro del Comitato scientifico, nonché relatore, del convegno “Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo”, che si terrà a Firenze tra il 23 e il 27 di questo mese, proprio perché Marco Minniti, nella veste di ministro degli interni, è stato il promotore del Memorandum Italia-Libia del 2 febbraio 2017. Un Memorandum la cui applicazione da quel giorno ha consegnato ai lager libici circa 82.000 persone – tra uomini, donne e bambini – destinandoli alla detenzione arbitraria, alla tortura, a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, agli stupri e alle violenze sessuali, ai lavori forzati e alle uccisioni. Ciò è potuto accadere semplicemente grazie alla sua firma sugli accordi di cooperazione finalizzati all’intercettamento dei migranti e dei rifugiati durante la traversata del Mar Mediterraneo.

Oltre al Memorandum Italia-Libia, recentemente rifinanziato dal governo italiano, l’allora ministro Minniti, sempre nel 2017, è stato l’ideatore del cosiddetto “Codice di Condotta per le ONG impegnate nelle operazioni di salvataggio dei migranti”. Tale codice non manteneva alcuna distinzione tra le attività di polizia e repressione delle organizzazioni criminali e l’azione umanitaria delle ONG e si poneva di fatto in contrasto con il diritto internazionale marittimo in materia di obblighi di soccorso in mare, essendo finalizzato non a regolare bensì a contrastare in ogni modo l’operato di chi, in assenza di piani di soccorso messi in atto dai poteri pubblici, si prodigava per salvare vite umane nel Mediterraneo.

Tutto ciò avveniva mentre si procedeva, in parallelo, a finanziare l’azione in mare della cosiddetta “Guardia Costiera Libica” il cui compito era, ed è ancora oggi, quello di bloccare chi fugge dalla Libia e cerca altrove asilo e protezione, non quello di salvare vite umane.

Negli ultimi 5 anni il decreto Minniti-Orlando è stato interamente centrato al contrasto delle migrazioni, puntando all’estensione della rete dei centri di detenzione per i migranti e soprattutto a limitare notevolmente il diritto alla difesa dei richiedenti asilo approdati nel nostro paese, negando loro il diritto di accedere al secondo grado di giudizio e disciplinando in modo assai confuso il diritto del richiedente asilo ad essere sempre sentito dal giudice, a seguito di un diniego della richiesta di protezione internazionale da parte delle commissioni territoriali.

Alla luce di tutto ciò, possiamo dire che l’operato dell’allora ministro dell’interno Marco Minniti non ha fatto altro che rafforzare l’impossibilità di coloro che fuggono dalle guerre e dalle persecuzioni ad esercitare il diritto d’asilo inserito dalla nostra Costituzione tra i principi fondanti della Repubblica (art. 10 comma 3), condannando migliaia di esseri umani alla morte per annegamento in mare o ai maltrattamenti in Libia.

Inoltre Marco Minniti è oggi il presidente della Fondazione “Med-Or” – voluta e istituita da Leonardo spa, azienda leader nel campo degli armamenti – e in questo ruolo promuove attività “al fine di rafforzare i legami, gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo”.

Per questi motivi riteniamo pertanto che la sua presenza a questo incontro sia fortemente in contrasto con le aspettative delle realtà sociali, laiche o religiose, che operano in difesa della dignità delle persone e in modo particolare di quelle più vulnerabili. Piuttosto avremmo gradito, inutile dirlo, una presenza di Marco Minniti come uditore, affinché potesse comprendere a pieno i guasti arrecati dalla sua azione politica allo Stato di diritto e alla dignità di decine di migliaia di persone.

Primi firmatari dell’appello:

Comunità delle Piagge – Firenze

Associazione Il Mulino – Vicchio

Associazione Oltre I Ponti- Vicchio

Associazione Progetto Accoglienza – Borgo S. Lorenzo

Associazione Progetto Arcobaleno – Firenze

Vicofaro Porto Aperto – Pistoia

Europasilo – Rete Nazionale per il Diritto d’asilo

Istituzione Don Lorenzo Milani – Vicchio

Mediterranea – Firenze

Rete Antirazzista – Firenze

Rete Radié Resh – Quarrata

Domenico Lucano – Riace

Don Andrea Bigalli – Referente regionale di Libera

Don Massimo Biancalani – Pistoia

Tomaso Montanari – Rettore dell’Università per stranieri di Siena

Padre Bernardo Gianni – abate di San Miniato al Monte

Don Alessandro Santoro – Comunità delle Piagge

Firenze città aperta

Per aderire sia come Ente/associazione che individualmente: