Nel 1998, prendendo ispirazione dalla notizia che il Bundestag tedesco aveva bocciato per la seconda volta l’inserimento degli animali nella loro Costituzione, avendo allora come unico riferimento quello della Costituzione dell’India, con altri scrissi la prima proposta di legge italiana per il riconoscimento degli animali nella Costituzione. 

La presentarono ventuno (coraggiosi) deputati di tutti gli schieramenti, a prima firma Annamaria Procacci (Verdi), amica di tante battaglie, il 18 marzo di quell’anno, con il numero 46901  Pensammo fosse giusto integrare l’articolo 9 della Costituzione2 quasi unico “appiglio” disponibile, e in più parte dei principi fondamentali della nostra Repubblica, tracciando quindi inconsapevolmente allora, ventiquattro anni fa, il punto che è esattamente l’oggetto della attuale riforma approvata.

Allora scrivevamo che “Le specie animali non umane hanno pari diritto alla vita e ad un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche.

La Repubblica riconosce tutti gli animali come soggetti di diritto. Promuove e sviluppa servizi ed iniziative volte al rispetto degli animali, alla tutela della loro dignità e punisce ogni attentato alla loro esistenza”.

L’anno seguente realizzammo a Roma con la partecipazione di migliaia di persone la seconda Marcia per i diritti degli animali proprio a sostegno di questa proposta che però non fu esaminata dal Parlamento.

Nella successiva Legislatura, il Senato nel 2003, ignorando i Disegni di Legge che comprendevano anche la tutela e la dignità degli animali fra i quali quello a prima firma Oskar Peterlini (Svp)3 inserisce a maggioranza solo la definizione “l’ambiente naturale” fra le previsioni dell’articolo 9 della Costituzione4.

L’anno successivo la Camera dei Deputati arrivò invece ad approvare, relatore Giulio Schmidt (Forza Italia) un nuovo testo5 che rendeva più estesa la tutela dell’ambiente inserendo la previsione della “promozione del rispetto degli animali”. Il nuovo testo torna così al Senato, relatore Pietro Pirovano (Lega) dove nel dicembre 20056 si certifica l’empasse fra i due rami del Parlamento oltre al termine ormai imminente della Legislatura. Tutto si blocca. La nostra Proposta di Legge viene allora depositata nuovamente nelle successive Legislature 2006-2008, 2008-2013, 2013-2018. Senza alcun successo7

Ma il 1 dicembre 2009 entra in vigore il Trattato Europeo di Lisbona con il quale gli animali, grazie a una iniziativa italiana nella Conferenza intergovernativa di Roma del 2003, Ministro degli Esteri Franco Frattini, vengono finalmente riconosciuti come esseri senzienti e non più “prodotti agricoli” impegnando in tal senso anche gli Stati membri, all’articolo 13 delle “Disposizioni di applicazione generale”8.

E’ però solo in questa ultima Legislatura 2018-2023, in corso, che inizia dal Senato l’iter del riconoscimento degli animali e dell’ambiente in Costituzione9  Senatrici e senatori De Petris (LeU), Maiorino e Perilli (M5S) sono fondamentali per l’avvio dell’iter, dopo tante audizioni, così come a fronteggiare migliaia di emendamenti ostruzionistici presentati dalla Lega e la contrarietà di Fratelli d’Italia oltre a “mal di pancia” in una parte venatoria del Pd. Poi il passaggio alla Camera con i positivi testi, in particolare, Brambilla (FI) e Muroni (Misto-Facciamo Eco) e la relatrice Corneli (M5S).

Dopo un lustro dalla prima presentazione e passate cinque Legislature, finalmente ecco il risultato. Avremmo certamente voluto di più ma gli animali entrano nella Costituzione ben quattro volte (come animali (tutti), come ambiente, come biodiversità, come ecosistemi), nella parte dei principi fondamentali della Repubblica, con un rimando esplicito alla (necessità della) Legge dello Stato. Per le attuali condizioni politiche, nel suo genere, avendo rifiutato che le nuove previsioni si applicassero solo a cani e gatti, come chiedeva la Lega, è un miracolo. Che abbiamo accettato dal primo voto del Senato, in accordo con i nostri riferimenti giuridici. Che colma un vuoto inaccettabile, nella Carta fondamentale del nostro Stato. Non è quindi un punto di arrivo ma di partenza, anzi di ripartenza. Un autorevole trampolino che darà alle nostre rivendicazioni, più slancio e forza. Per ottenere più facilmente e prima, tutela e rispetto degli animali nelle prossime Leggi così come nelle sentenze dei Tribunali. Perché così tutta l’Italia civile e del volontariato, avrà per gli animali ancora più voce in capitolo.

 

Gianluca Felicetti – Presidente LAV