Carmelo Musumeci (www.carmelomusumeci.com) condannato all’ergastolo ha intrapreso una lunga e coraggiosa battaglia per l’eliminazione dell’ergastolo ostativo (senza fine) e l’umanizzazione dell’istituto carcerario, con una nuova visione di rieducazione per detenuti che sono anche vittime di disagio ed emarginazione sociale. La canzone solidarizza con questa battaglia, esprime e rappresenta il dramma, l’agonia lenta e inesorabile dell’ergastolo. Le bestie catturate dal male rinchiuse per sempre nel recinto. Umiliate, pestate, torturate, battute, isolate, sedate.

Ma il vero male è della società, così altrimenti non si spiega il fatto che la maggior parte dei detenuti provenga da situazioni di tremendo degrado e miseria, da quartieri emarginati, da vite spezzate, da condizioni di miseria, povertà, abbandono, dove i bambini già si identificano in strutture mentali di arrangiamento, privazione della cultura, devianza. Un’autostrada per il carcere già pronta, che poi si reitera col 70% di detenuti che recidiva, torna in eterno in carcere, in un cerchio della manovalanza criminale che estingue le speranze di felicità già alla nascita per una fetta predestinata della popolazione.

Certo l’odio delle vittime per i colpevoli è comprensibile, ma il vero odio dovrebbe scattare per una società mostruosa e truffaldina che non fa partire tutti con le stesse opportunità esistenziali economiche, sociali e culturali. Per chi non lo conoscesse Marco è un cantautore diverso, originale nel panorama italiano, con un passato glorioso, ma sempre controcorrente, con un presente impegnatissimo con la sua musica dalla parte degli ultimi e dei reietti, con le sue battaglie artistiche per l’Africa, l’ambiente e l’ecologia, contro il demone razzista, per la condizione femminile, ad abbracciare la sorte dei migranti respinti lungo le rotte della morte e del ritorno nei lager libici.

Insieme a Fabrizio Cracolici abbiamo realizzato e organizzato insieme decine di incontri tra cultura e musica sui diritti umani e alcuni video su Giulio Regeni, la didattica di Bimbisvegli e per la chiusura del carcere Usa di Guantanamo.

Marco proviene dal mondo fertile dei movimenti studenteschi e sociali degli anni ’70 dove faceva spettacoli continui in tutta Italia con Guccini, Bennato, Venditti, gli Area, Gaslini, Masi, Della Mea, Battiato, Toni Esposito, Napoli Centrale, de Gregori e mille altri. Nel tempo ha poi suonato con i Nomadi, I Gang, I Casa del vento, Cisco, Les Anarchistes, Pardo Fornaciari, Grechi, Manfredi, Lega, Rovelli, Bobo Rondelli, Sabina Guzzanti, Roberto Franchi.  Ha scritto sui fatti di Genova e una sua canzone finì sul Cd Piazza Carlo Giuliani ragazzo coi Modena, i 99 Posse, i Meganoidi, i Subsonica, Sepe. E per dieci anni ha cantato ogni 20 luglio sul Palco di Piazza Alimonda per la famiglia di Carlo. Durante gli anni marco ha avuto recensioni su Liberazione, Buscadero, Mucchio Selvaggio, Fare Musica. Ha composto la Cooperativa vapordotti, inno agli sconfitti del lavoro, una piccola cooperativa macerata dall’amianto in geotermia, 18 morti per mesotelioma su 20 operai e 2 malati, rimasti sepolti nell’indifferenza e nel silenzio, portando la denuncia nelle assemblee popolari e operaie e parlamentari di mezza Italia. Ma soprattutto enorme indefesso continuo eccezionale è il suo contributo alle cause sociali di cooperative, assemblee, associazioni, onlus, comitati, leghe, centri e comunità sociali, movimenti sulle tematiche del razzismo, dei migranti, dell’accoglienza, della solidarietà, dell’ambiente e dell’inquinamento, del carcere, dell’Africa, del genocidio dei popoli indigeni, della liberazione dell’uomo e di se stessi, della voglia di cambiamento e di osservazione puntuale e veritiera della sofferenza umana e sociale. E qui Marco non fa solo concerti e spettacoli ufficiali, ma anche una miriade di interventi musicali dal basso intrecciato con le lotte, la passione, l’impegno di una miriade di volontari coraggiosi del cambiamento e della solidarietà e fratellanza umana. A titolo di mero esempio ha cantato ben quattro volte al centro accoglienza migranti di Don Biancalani.

Segnalo quindi la sua esistenza che troverete in rete a suo nome in decine di video in cui esibisce un linguaggio musicale non tradizionale dei cantori di lotte e resistenze, ma grintoso rock, esibito con musicisti giovani e bravissimi, che spazia dal folk internazionale a istinti mediterranei, dal blues a un insieme composito di influssi e sapori musicali. E anche i testi sono variopinti visionari, drammatici, ricchissimi di pathos e di emotività tutti particolari, così che non si possano rinchiudere in recinti limitanti: politici, sociali, realistici, umanitari, esistenziali, liberatori? Mah, un po’ tutto!

Intanto ascoltiamolo a partire da Canzone per un ergastolano, per gli ultimi della scala sociale condannati già alla nascita a un destino di miseria, vita disadorna, emarginazione e devianza, già tutti inseriti come numeri di un gioco maestoso e brutale nelle autostrade per il carcere. Marco si può ascoltare in molti video su youtube – questo è il link del suo ultimo video https://youtu.be/o72XL_BWWOI – su bandcamp, su spotify, per contatti o per avere cd: Marco Chiavistrelli su facebook, marcochiavistrelli@virgilio.it

Il video è della regista e operatrice sociale Monica Chiarioni.

Link del filmato

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