Caro sindaco,
è dagli anni ’90 che do del tu ai verdi, compagine alla quale ti onori di appartenere, benché dalla mia scelta di fare il giornalista io non abbia più alcuna tessera: libertà di poter pubblicare senza vincoli di sorta. Ho peraltro la tessera dell’ANPI, l’unica, ma quella non è “una tessera”, è per me un dovere civile. Se ora sei Sindaco, a monte, lo dobbiamo alla lotta partigiana.

Molto è cambiato da quegli anni ‘90. La lotta politica verde ha assunto, non poteva essere diversamente, una connotazione intersezionale. Non ci può essere giustizia ambientale senza giustizia sociale e viceversa.

Domenica 12 dicembre sei andato in piazza Fontana, cornice delicatissima, dove hai dichiarato che lo sciopero della CGIL e della UIL era “probabilmente sbagliato” e ti sei preso dei fischi. Hai anche dichiarato e sembravi in tutta franchezza un po’ stizzito: “Chi sta qua ha bisogno delle mie parole”.

Ti stai prendendo anche altre critiche dalle associazioni del terzo settore per gli sgomberi delle persone senza dimora. Chi fa volontariato nelle unità di strada, e io lo faccio, sa bene che i dormitori non sono per tutti, che ci sono forme di disagio che vanno seguite dal Serd, dai servizi sociali, con pazienza, competenze, dedizione. Perché stiamo parlando di persone, e le persone non si possono obbligare, occorrono soluzioni, non la violenza intrinseca degli sgomberi, deprecabile sempre, in particolare nei confronti degli ultimi, indifesi per definizione. Una buona consiliatura, ove ci sia volontà politica, sa spiegare alla cittadinanza.

Quella domenica da piazza Fontana ti sei poi recato all’evento di ResQ, mirabile iniziativa la loro, nella quale hai dichiarato che le persone “vanno salvate”.

Vanno Salvate? A Milano c’è un CPR che non hai contestato: “Io non voglio contestare la decisione del governo e mi voglio fidare della gestione del Prefetto”, dichiarasti, ed è stato riaperto. Questa struttura detentiva è stata priva per un anno del protocollo con l’Azienda Sanitaria. La Prefettura non l’ha stipulato. Motivo per il quale de Falco ne ha chiesto il sequestro.

E ha fatto bene, perché in assenza del protocollo in quella struttura non erano garantite dall’ASST le cure essenziali e continuative, sancite dal Testo Unico sull’immigrazione. Dopo l’istanza di sequestro il protocollo è stato fatto.

Le vite vanno salvate nel Mediterraneo? Certo! Ma solo lì?

Anche al Corelli, purtroppo, ci sarà un morto, come succede negli altri CPR: è solo questione di tempo, è una questione di circostanze concomitanti che drammaticamente si “allineano”. Chi si occupa di questi luoghi lo sa bene purtroppo e 5 anni sono lunghi.

E’ ampiamente ipotizzabile che quando disgraziatamente succederà, nessun PM ti chiamerà in causa, forse neanche a fronte di un eventuale TSO “controverso”. Ci sono tuttavia altri tipi di responsabilità: politiche, etiche, umane. Cosa farai? Affiderai una nota stampa al tuo gabinetto nella quale ti dichiarerai addolorato?

A Milano molta della cittadinanza che sa cosa sia il CPR, e sappiamo che se ne parla pochissimo, è contraria al fatto che la città ospiti una tale struttura. Sei sicuro che non ci sia anche una Milano che non scende in piazza, che non manifesta, ma fermamente contraria a quel luogo?

Sei sicuro di non aver tu bisogno delle parole di tutte queste persone?

Eh sì, perché se commetti un reato vai in carcere, non nel CPR. Nel CPR vieni detenuto perché respinto.  Quest’anno (dato fino al 15 novembre 2021) più di 2.200 persone sono state detenute in Italia senza rimpatrio. Detenute e basta.

pero’ qualcosa da puntualizzare c’è: innanzitutto Milano è sempre stata molto attiva con i rimpatri“, hai inoltre dichiarato. 150 rimpatriati su 432 detenzioni: il 34%. Sotto la media nazionale che è il 49,7%. 282 persone detenute e basta.

Ma non solo, in quella struttura Majdi Karbai, parlamentare tunisino, ha dichiarato di aver accertato la presenza di 6 minori. I giornalisti fanno domande: ti fidi anche dell’ufficio stranieri della Questura, ufficio presente nel CPR? E dei Giudici di pace?

Chiedi, per favore, al Garante comunale chi effettua le visite di idoneità alla vita in comunità ristretta e chi dovrebbe effettuarle, come accertano la minore età e come dovrebbero farlo. Se il CPR non funziona secondo leggi e regolamenti andrebbe chiuso.

Il CPR è un luogo di detenzione in cui vengono concentrate persone che non hanno commesso reati penali, ma semplicemente perché indesiderati, respinti. Stiamo parlando di detenzione, di privazione della libertà personale, di condizioni di vita universalmente denunciate, di luoghi dove alcune persone muoiono.

In quali altri luoghi, nella storia recente, venivano concentrati gli indesiderati? Luoghi nei quali perdevano la libertà personale per ciò che erano? Per una lurida propaganda che ne ha fatto degli indesiderati? Avvinti nella tela di ragno di una burocrazia che li annullava come esseri umani?

Tu ed io caro Sindaco abbiamo molto in comune: tutto ciò che deriva dalla fortuna di essere nati qui. E non verremo mai detenuti, privati della libertà perché mettiamo la macchina in seconda fila, per una mera violazione amministrativa.

Giustizia sociale e giustizia ambientale.

Buon natale caro Sindaco.