Abbiamo già pubblicato un articolo sul Rivotril, farmaco antiepilettico, che risulta largamente prescritto nei CPR

Il Rivotril, farmaco a base di clonazepam, è un farmaco indicato esclusivamente per l’epilessia: farmaco che non ha motivo di entrare nei CPR perché gli epilettici non sono idonei alla detenzione nei centri per rimpatri, per cui una persona migrante detenuta che ne dovesse aver bisogno va immediatamente rilasciata per motivi di salute.

La cronaca recente ci ha riportato 26 tentativi di suicidio, in un mese, nel CPR di Torino.

Chi s’interessa dell’argomento sa che i tentativi di suicidio non riguardano solo Torino, semplicemente a Torino sono “venuti fuori” bucando la coltre di silenzio: circostanza per la quale si è potuto informare i cittadini su uno degli aspetti molto gravi di ciò che succede all’interno di quelle impenetrabili mura.

Sul sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) è chiaramente indicato che è dimostrato che il Rivotril può indurre al suicidio (punto 4.4, a pag. 3).

La notizia è di dominio pubblico: se dovesse succedere che una persona detenuta in un CPR dovesse togliersi la vita e risultasse sotto terapia con Rivotril o Clonazepam, oltre ai medici ne sarebbero responsabili: chi l’ha acquistato per metterlo in disponibilità dei farmaci nel CPR,  la Prefettura, che ha funzione di controllo, e il Viminale che ha nominato, o non ha sostituito, il Prefetto che non ha controllato.

Il Rivotril è anche largamente usato nelle carceri, che tuttavia hanno, al contrario dei CPR, un protocollo per la prevenzione dei suicidi e un assetto sanitario in grado (o che dovrebbe esserlo) di gestire persone affette da epilessia.

Tuttavia risulterebbe che il farmaco appartenente alla famiglia delle benzodiazepine (come ad esempio il Valium) venga utilizzato nelle carceri (come peraltro nei CPR) anche come sedativo o modificatore dell’umore, quindi in questi casi completamente off-label (al di fuori delle indicazioni specifiche).

Una sorta di “eroina di Grazia e Giustizia”, argomento sul quale occorre fare chiarezza.