Da alcuni anni, i tycoon della tecnologia digitale e del tecno-capitalismo (Google, Facebook, Amazon, Microsoft) hanno iniziato ad occuparsi di cibo. Cinque più grandi multinazionali agro-chimico-alimentari controllano più della metà del mercato globalizzato in conflitto con i piccoli contadini di tutto il mondo che da sempre sono impegnati nell’ambientalismo di base, nelle istanze ecologiche e nella difesa degli ecosistemi, i quali sanno bene che la maggior parte delle emissioni di gas serra è causata dall’Agrobusiness, nutrito proprio da Mark Zuckerberg, Elon Musk e Bill Gates, quest’ultimo il più grande proprietario terriero degli Stati Uniti. Tutti sempre più innamorati del cibo sintetico: un’operazione di greenwashing per distrarre l’opinione pubblica sulle false soluzioni per clima, ovviandone le cause.

Di questo ne parliamo con Antonio Lupo, medico, membro del Comitato Amigos Sem Terra Italia, ambientalista da molti anni a fianco del Movimento Sem Terra in Brasile e del Movimento La Via Campesina, una delle più grandi organizzazioni contadine e ambientaliste del Sud del Mondo a cui aderiscono più di 200milioni di contadini.

Perchè da alcuni anni i tycoon della tecnologia digitale e dell’online (Google, Facebook, Amazon, Microsoft) hanno messo le mani sul cibo?

La prima “rivoluzione verde” iniziò nel 1944, quando la Rockefeller Foundation fondò un Istituto per incrementare la produttività agricola delle fattorie messicane, espandendosi nel mondo fino agli anni ’70. Il termine indicava un insieme di innovazioni nella produzione agricola, con l’impiego di varietà vegetali geneticamente selezionate, fertilizzanti, pesticidi, acqua e altri nuovi mezzi tecnici e meccanici. L’affermazione di questa Agricoltura Industriale, cioè l’Agrobusiness, ha inoltre espulso dal lavoro nelle campagne centinaia di milioni di contadini: attualmente i contadini nei paesi occidentali sono il 2-3% della popolazione.

La seconda “rivoluzione verde” è iniziata negli anni ’80, sempre con l’obiettivo di aumentare le rese e la produzione mondiale di derrate alimentari, attraverso l’uso degli organismi geneticamente modificati (OGM) ed in parte anche delle colture idroponiche. Il primo OGM moderno fu ottenuto nel 1973 da due ricercatori USA, il primo prodotto OGM commercializzato è stato l’insulina nel 1981, le prime piante transgeniche a partire dal 1983. Gli OGM sono realizzati, brevettati e venduti ai contadini dalle multinazionali. Sono piante sterili, i semi devono essere acquistati ogni anno e sono adatte ad essere usate solamente con specifici erbicidi, fertilizzanti e macchine agricole, anch’esse vendute dalle stesse multinazionali. Finora l’erbicida più usato insieme ai semi OGM è stato il Glifosato, fino a pochi anni fa sotto brevetto Monsanto, la multinazionale USA acquistata nel 2016 dalla Bayer. Ma questa guerra artificiale alla Natura da parte degli umani ha determinato inevitabili resistenze, a cui si è provveduto accoppiando altri erbicidi ai semi OGM. Nell’Aprile 2021 Bayer ha lanciato negli USA XtendFlex, una soia OGM resistente a tre erbicidi: il dicamba, il glifosato e glufosinato, in concorrenza con un prodotto analogo della statunitense Corteva Inc.

È importante osservare che la tecnica OGM si è sviluppata contestualmente sia al passaggio dal capitalismo industriale a quello finanziario, alla fine degli anni ’70, che al progressivo dilagare delle tecnologie informatiche, sempre più potenti, utilizzate anche nelle modificazioni genetiche della biotecnologia, sia in agricoltura, sia in medicina sia sul corpo umano.

Questo connubio tra informatica e genetica è alla base dell’interesse e degli enormi guadagni ricavati dai tycoon della tecnologia digitale con la Seconda Rivoluzione Verde OGM.

Questo interesse speculativo è confermato dal fatto che Bill Gates, il quarto uomo più ricco del mondo, con un patrimonio di 133 miliardi di dollari, e che detiene 500 mila azioni di Monsanto, è ora il “contadino” più grande d’America. Gates ha investito 700 milioni di dollari e possiede 242 mila acri (circa 98 mila ettari) di terra in 18 Stati americani https://www.huffingtonpost.it/entry/e-un-bene-che-bill-gates-sia-il-contadino-piu-grande-damerica_it_606eec6ac5b6865cd2998f7a , anche se la sua Fondazione, la Bill&Melinda Foundation, ha avuto notevoli insuccessi nell’introdurre gli OGM in agricoltura in Africa e in India, dove ha investito, ma con l’obbligo di usarli, un esempio da manuale della filantropia capitalista!

Data la contrarietà agli OGM, sempre maggiore a livello mondiale, si sono prodotti nuovi OGM, i CRISPR, con la tecnica dell’editing genetico. I padroni del biotech, Bill Gates in testa, cercano di far passare questa tecnica di ingegneria genetica come non OGM, con la conseguente esclusione dalle normative OGM della UE, finora non accettata. Ma il pericolo è grande, in Germania chi comanda è la Bayer, non il politico di turno, ed Italia e Francia sono favorevoli.

Come mai Bill Gates, Mark Zuckerberg ed Elon Musk, sono sempre più affascinati dal cibo sintetico? Quale paradigma agricolo vogliono promuovere?

Questi signori sono indubbiamente molto intelligenti, Bill Gates più di tutti, sono finissimi politici. Aborrivano le politiche di Trump, che faceva il negazionista del surriscaldamento climatico in atto, provocato in gran parte dall’Agrobusiness e dalla sua Agricoltura Industriale, specie con le emissioni di gas serra e di particolato che provoca inquinamento dell’aria a causa degli allevamenti intensivi e con le immense deforestazioni effettuate per avere terra da coltivare a soia e mais, cioè con monoculture OGM ad uso foraggi e con un enorme consumo di acqua dolce.

Si parla molto, anche in questi giornii di pre-COP 26 a Milano, di giustizia climatica, ma anche i movimenti più avanzati danno pochi numeri per esemplificare questa ingiustizia. A mio parere il più chiaro esempio di questa “ingiustizia” è il consumo procapite/anno di carne, 120KG negli USA, circa 80 KG in UE, 60 KG in Cina, 10-20KG in India e nella maggior parte dei paesi africani.

Mi ricordo come un incubo che da bambino, nell’immediato dopoguerra, mia madre ci costringeva a mangiare spesso la bistecca, anche se non era quella, alta due dita, dei fumetti di Tex Willer: si voleva imitare gli americani, che “avevano liberato l’Italia”.

Il risultato è stato che in Italia la carne consumata è passata dai 16 KG procapite/anno del 1960 agli attuali 75 KG, anche se c’è una lieve tendenza al ribasso, per l’aumento dei vegetariani e della conoscenza sulla “qualità” di questa carne, magari anche sterile, ma ottenuta da animali nutriti con foraggi OGM, ultraprocessata e piena di residui chimici e di antibiotici.

C’è molto meno coscienza sulla enorme responsabilità della carne e del cibo industriale sul surriscaldamento globale, purtroppo anche da parte dei meravigliosi giovani che gridano con Greta “Giustizia Globale Ora!”

La Fao stima che il settore zootecnico crescerà del 74% nei prossimi dieci anni nei paesi a basso e medio reddito, mentre a livello globale il numero degli animali da allevamento aumenterà di circa il 50% entro il 2050. Di certo i popoli e i politici occidentali sono spaventati che i cinesi, un miliardo e 400 milioni di persone, vogliono mangiare carne come gli occidentali, questo per loro sì sarebbe un’ingiustizia! Invece tutto questo, compreso la catastrofe climatica, Bill Gates e soci lo hanno capito molto bene. Nella logica di un colpo al cerchio e uno alla botte, continuano sulla loro strada, da una parte Agrobusiness, OGM e vaccini, dall’altra ora cavalcano anche il cibo artificiale, cioè non propongono di diminuire il consumo di carne (il famoso “idolo Hamburger”), ma di produrre e consumare una carne artificiale, come fanno da qualche anno in USA.

Nel 2011 è arrivato l’Impossible Burger prodotto dall’Impossible Foods Inc, un prodotto che viene venduto anche negli oltre 7.000 ristoranti della catena Burger King degli Stati Uniti.

I vantaggi? Secondo Impossible Foods i suoi prodotti hanno bisogno del 97% in meno di terra, dell’87% in meno di acqua ed emette l’89% in meno di gas serra rispetto ai prodotti animali convenzionali. Le sue proprietà nutritive secondo l’azienda sono uguali o superiori al corrispettivo animale. Successivamente è stata lanciata la carne ottenuta con la tecnica della biostampante 3D, carne non OGM, poiché il brevetto usa solo biomateriali, proteine vegetali, carboidrati, vitamine e grassi vegetali. Ma ora siamo arrivati alla “clean meat”, la carne sintetica – chiamata anche artificiale, coltivata, pulita o prodotta in laboratorio – ricavata dalla proliferazione in laboratorio di cellule staminali muscolari (di maiale, pollo, manzo, anatra, ecc.) che vengono poste in un particolare contenitore (bioreattore) insieme a un substrato liquido di coltura, che generalmente è siero di sangue fetale, o a una soluzione sintetica di sostanze chimiche per ottenere una composizione simile al siero, e fatte crescere fino a formare delle strisce muscolari.

Questo percorso di lotta al consumo di carne animale e agli allevamenti intensivi è stato benedetto il 14 febbraio 201 da Bill Gates, https://www.technologyreview.com/2021/02/14/1018296/bill-gates-climate-change-beef-trees-microsoft/ , con una dichiarazione bomba rilasciata al MIT Tech Review. Secondo il multi-miliardario americano:i paesi ricchi dovrebbero presto arrivare a consumare solo carne prodotta in laboratorio al 100%. In questo modo si potrebbero abbattere le emissioni di gas serra, che i bovini producono in enormi quantità durante i processi digestivi. E, cosa non meno importante, potremmo smettere di torturare e uccidere gli animali.”

Pochi giorni fa, il 22 settembre 2021, lattore premio Oscar Leonardo Di Caprio si è proposto come consulente e investitore di Aleph Farms e Mosa Meat, due aziende leader nel settore emergente della carne di manzo coltivata, prodotta direttamente dalle cellule animali. https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/food/2021/09/21/leonardo-dicaprio-investe-nella-carne-coltivata-bisogna-trasformare-il-nostro-sistema-alimentare_370afd32-e317-4729-a72a-1a6192bdd538.html Dopo la carne, ora si lavora per ottenere miele, albume d’uovo e latte in laboratorio. In molti stanno lavorando per fare il miele senza api, il latte senza mucche e le uova senza galline. https://www.focus.it/scienza/scienze/cibo-sintetico-miele-senza-api-uova-galline

È paradossale che, dopo aver massacrato le api con i neonicotinoidi e insetticidi usati massicciamente in agricoltura, ora si propongano questi nuovi sistemi industriali che nulla avrebbero di razionale se non il profitto di questi tycoon.

Dal punto di vista ambientali e nutritivo, è davvero così “sostenibile” il cibo sintetico?

Stiamo parlando di realtà minoritarie e sperimentali, che non affrontano l’urgenza di invertire in pochissimi anni il surriscaldamento globale, con le conseguenti siccità, eventi estremi, alluvioni, incendi e le migrazioni climatiche previste in centinaia di milioni di persone.

Un altro dato che anche i giovani del FFF citano poco, a proposito di Giustizia Climatica, sono le emissioni pro-capite di CO2: i cittadini Usa sono 320 milioni ed emettono 14,61 Tonnellate per abitante, i cinesi sono circa un miliardo e quattrocento milioni e ne emettono 6,68 Ton./abitante.

E gli indiani, con una popolazione poco inferiore a quella cinese, ne emettono 1,61Ton./abitante!

Sono dati del 2017, ma i dati più recenti dicono che non è cambiato molto, gli Usa emettono ancora CO2 pro capite 2 volte rispetto ai cinesi. Eppure i titoloni sui giornali: “la Cina emette più gas serra degli Stati Uniti”. Ma ogni uomo ha uguali diritti e doveri o no?

È giusto che cominci a ridurre drasticamente le sue emissioni chi consuma di più e chi ha emesso la maggior parte dei gas serra negli ultimi 50 anni  o no? I sostenitori del cibo sintetico affermano che è una vera soluzione al cambiamento climatico, risolvendo il degrado ambientale e il problema del benessere animale, ma secondo recenti studi non sembra essere così. La produzione di cibo sintetico ha un’impronta di carbonio maggiore rispetto alle proteine ​​vegetali meno trasformate1, mentre i sostituti vegetali sono fino a 7 volte più intensivi nell’emissione di gas serra rispetto ai legumi interi. La carne a base cellulare emette più gas serra rispetto ai prodotti animali, come carne di maiale o pollame e, recenti ricerche, suggeriscono addirittura che, a lungo termine, l’impatto ambientale della carne coltivata in laboratorio potrebbe essere superiore a quello del bestiame2. Riguardo alla qualità nutritiva del cibo sintetico mi limito a dire che sarà di certo sterile, ma questo non è l’unico elemento da considerare per un’alimentazione corretta, sana e sostenibile. I cibi devono avere qualità e vita, essere organici per essere metabolizzati nel nostro organismo, che vive in simbiosi, nell’intestino di ognuno di noi, con un chilo e mezzo di virus e batteri, il microbiota intestinale, definito ultimamente come il nostro secondo cervello. Inoltre i cibi sintetici sono sempre ultra-processati, conservati, trasportati a distanza: sono sempre cibi industriali.

 

1 Santo, Raychel E., et al. ‘Considering Plant-Based Meat Substitutes and Cell-Based Meats: A Public Health and Food Systems Perspective’. Frontiers in Sustainable Food Systems, vol. 4, Aug. 2020, p. 134. https://doi.org/10.3389/fsufs.2020.00134

2 Muraille, Eric. ‘“Cultured” Meat Could Create More Problems than It Solves’. The Conversation, Nov. 28, 2019. http://theconversation.com/cultured-meat-could-create-more-problems-than-it-solves-127702