Diecimila persone riunite stasera all’Arco della Pace di Milano, teatro di altre storiche manifestazioni per i diritti civili, per denunciare la vergognosa bocciatura del ddl Zan contro l’omofobia, avvenuta ieri al Senato. E infatti il grido “Vergogna!” risuona più volte nella piazza affollatissima.

I tre brevi interventi – Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli di Milano, Fabio Pellegatta, presidente di Cig Arcigay e Guglielmo Giannotta del Coordinamento Arcobaleno – denunciano la distanza siderale tra il paese e una politica che non ha nemmeno il coraggio di metterci la faccia e si nasconde dietro al voto segreto e si indignano per gli applausi da stadio che ieri hanno festeggiato un voto violento, che dà forza e legittimità a chi considera l’omosessualità una malattia, ignora i femminicidi e tratta i disabili in modo indegno. Un voto che alimenterà l’odio e l’intolleranza verso chi vuole solo vivere la propria vita senza temere attacchi e discriminazioni. Un voto che mostra una totale mancanza di rispetto per milioni di persone che aspettavano da anni una legge che le tutelasse. Ma oltre alla speranza tradita, si sente anche con forza la volontà di continuare a battersi per diritti umani sanciti dalla Costituzione, su cui non si può mediare.

Segue un flash mob in cui tutti i presenti si siedono per terra, a simboleggiare “lo sfinimento per questi vent’anni in cui non abbiamo avuto la legge”, accendono le luci dei cellulari e si rialzano per dichiarare: “Noi non ci arrendiamo”. A quel punto, guidata dal Checcoro di Arcigay, tutta la piazza intona “We shall overcome”, “Bella Ciao” e “Bread and Roses”, tre canzoni che collegano questo momento emozionante al movimento per i diritti civili in America, alla Resistenza e alle lotte sindacali inglesi.

Le manifestazioni continueranno, promettono alla fine gli organizzatori. Vedendo la determinazione e la forza del presidio di stasera, non c’è da dubitarne.