“L20 International Outlook”: questo è il nome dell’osservatorio sugli “ultimi” Paesi del mondo, lanciato nell’ambito della rassegna “The Last 20” – a Milano dal 24 al 27 settembre. Gli organizzatori: “Sarà la cartina al tornasole per comprendere in profondità le sfide globali e guardarle con gli occhi degli ultimi”.

Nelle giornate di Milano i temi della sanità e del cambiamento climatico e l’incontro tra i giovani leader ecologisti dall’Africa e dall’Italia.

 “L20 International Outlook”: sarà questo il nome dell’osservatorio permanente sui 20 Paesi più poveri al mondo secondo le statistiche internazionali, lanciato nell’ambito della rassegna “The Last 20” – a Milano dal 24 al 27 settembre – da Ugo Melchionda, corrispondente italiano dell’annuale International Migration Outlook dell’OECD-Organisation for Economic Co-operation and Development. Un’iniziativa che mette al centro gli oltre 522 milioni di abitanti del Pianeta che vivono con un reddito medio annuo di 664 dollari, il 70% delle persone che non possono permettersi una dieta adeguata, i Paesi in cui l’aspettativa media di vita non supera i 63 anni.

Il gruppo di lavoro “L20 International Outlook” nasce dal comitato “The Last 20” e realizzerà ogni anno una sintesi dei dati relativi ai Paesi L20 riferiti a una serie di indicatori sociali, economici, ambientali, non solo estrapolandoli dalle principali ricerche delle agenzie internazionali, ma anche coinvolgendo esponenti di Università o Centri studi degli stessi 20 Paesi. Il lavoro dell’osservatorio sarà diffuso attraverso un Report annuale, il cui obiettivo centrale è mettere all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica internazionale l’importanza di portare avanti nuove dinamiche di autosviluppo nei Paesi L20, in campo socio-economico e dei diritti ma anche culturale.

La proposta di “L20 International Outlook” si inserisce nella rassegna milanese “The Last 20” -in questi giorni tra Casa della Carità e East river Martesana- che ha affrontato con ricchissimi panel i temi della sanità, del cambiamento climatico e della Pre Cop 26, dimostrando che è possibile proporre una narrazione diversa dei Paesi L20 e che i loro rappresentanti possono e devono parlare di sé in prima persona, senza deleghe, decolonizzando anche la comunicazione.

Su questo versante, domenica ha preso tra gli altri la parola Ismail Joel Eboa Eyoum, camerunense, segretario generale African Network of Young Leaders for Peace and Sustainable Development, che ha messo in rilievo la necessità di un vero new deal, di una coalizione di popoli e natura: “La sfida è creare a tutti i livelli, anche nei nostri Paesi, la coscienza nei cittadini a tutti i livelli, capacità ed empowerment nella società civile e non trascurare la collaborazione con i politici che possono supportare le nostre richieste”. Pauline Owiti, keniana, parte del team Mock COP 26 ha invece sottolineato i problemi dovuti alla siccità e alle inondazioni che nel suo Paese minano la sicurezza alimentare e ha rivendicato la partecipazione dei giovani sui temi climatici: “I giovani in Kenya chiedono di essere coinvolti nelle politiche pubbliche e di poter partecipare alle delegazione alla COP 26 di Glasgow”.

Sul tema della salute, Maria Khoshy, attivista di origine afghana residente in Svizzera ha lanciato ad esempio l’allarme: “Proprio oggi, mentre parliamo, alle ragazze afghane non è stato permesso di partecipare a un test di ammissione alle scuole per diventare medici o infermiere. Questo avrà un impatto molto negativo per la salute delle donne e dei bambini, perché in campo ginecologico e di maternità erano curate tradizionalmente da donne”. Vittorio Agnoletto, portavoce italiano della campagna europea No Profit on Pandemic ha ribadito con forza: “Chiediamo la sospensione dei brevetti, unica soluzione per salvare migliaia di vite e aumentare la nostra stessa sicurezza. Dai Paesi dove mancano i vaccini -tra l’altro- arriveranno nuove varianti più aggressive”.

Sul tema del cambiamento climaticoSayed Hasnais, afghano di UNIRE (Unione Nazionale Italiana per Rifugiati ed Esuli) ha raccontato come il fenomeno crescente della desertificazione stia producendo conflitti per l’accesso alle fonti d’acqua, non solo tra Afghanistan e Iran, ma anche tra popolazioni che per decenni hanno vissuto insieme pacificamente: “Le guerre supportano il cambiamento climatico e il cambiamento climatico alimenta i conflitti”. Anselme Bakudiladelegato Last 20 della Repubblica Democratica del Congo, parlando del tema dell’accesso all’energia a tutti i cittadini, ha sottolineato la necessità di valorizzare modelli di sviluppo locali che non replichino il modello “colonialista” già imposto per altre forme commerciali, quello di un Paese occidentale che fornisce risorse per installare pannelli forniti dal Paese stesso.

Che cos’è Last 20

“The Last 20” è un evento unico e inedito: nasce infatti per esprimere l’urgenza di dare voce ai Paesi più “impoveriti” al mondo, secondo le statistiche internazionali, e di guardare ai grandi temi globali – quale salute globale, climate change, fame, migrazioni, accoglienza – con lo sguardo degli ultimi. “The Last 20” promuove la necessità di un “riequilibrio globale”, per superare le attuali, crescenti diseguaglianze tra Paesi e popoli, per ritrovare un’armonia tra la società umana e il patrimonio naturale e ripristinare la solidarietà tra generazioni, senza paternalismi e ascoltando il grido degli ultimiLe prime tappe di The Last 20 si sono tenute a Reggio Calabria, Roma, Abruzzo e Molise. Si chiuderà a Leuca, a fine ottobre

I Paesi Last 20 sono Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centroafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Haiti, Libano, Liberia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Somalia, Sudan e Yemen.

The Last 20 è promosso da: Comune e Città metropolitana di Reggio Calabria, Federazione delle diaspore africane in Italia, Focsiv, Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario, Fondazione Terres des Hommes Italia, ITRIA Itinerari turistico-religiosi interculturali accessibili, Mediterranean Hope, Re.Co.Sol. Rete Comuni solidali, Rete azione TerrÆ, Fondazione Casa della Carità “A. Abriani” Milano, Parco Ludico Tecnologico Ecolandia, Net Scarl.

La tappa di Milano è curata da: Fondazione Terre des hommes Italia, Fondazione Casa della Carità “A. Abriani”, East River ASD APS, Laudato si’ – un’alleanza per la Terra, per la clima e la giustizia sociale, CICMA- Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione di Comunità Milano onlus e con il patrocinio del Comune di Milano e della Fondazione Cariplo. 

Si ringraziano la Casa degli artisti e la Società H2C Gestioni Hotel Milanofiori.

Programma competo: https://thelast20.org/wp-content/uploads/2021/09/TL20_programma_Milano.pdf

Per lo streaming sulla pagina FB di The Last 20: https://www.facebook.com/thelast20.org

Per contattare l’ufficio stampa: 3291376380, ufficiostampa@altreconomia.itilaria@altreconomia.it

Per contattare gli organizzatori: info@thelast20.org, 340 8060149

Ufficio stampa per intervisteufficiostampa@altreconomia.it, 329 1376380

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