«Non riduce casi ma spinge a vaccinarsi» e «i casi non diminuiranno dopo l’implementazione» del green pass. Queste parole, pubblicate dall’Adn Kronos il 3 agosto, sono state pronunciate da uno degli esperti più ascoltati e seguiti nel main stream italiano, Andrea Crisanti. A volte, in questo anno e mezzo di pandemia e tragedia sanitaria, sociale ed economica, dall’alto irrompono pochi secondi di verità, i fatti appaiono davanti a tutti noi. La narrazione di queste settimane è che il green pass dovrebbe distinguere tra chi si avvicina all’azzeramento del rischio contagio e chi, invece, continuerebbe a viverlo al massimo livello. Crisanti invece confessa candidamente che questa narrazione è solo, appunto, una narrazione o poco più. In pieno inverno un cappotto ci può aiutare a proteggerci dal freddo ma, se le temperature sono troppo rigide, un malanno è sempre possibile. Uno dei virologi più accreditati dai grandi media e dalle istituzioni italiane praticamente ha sostenuto la stessa cosa. E aggiunge un altro tassello fondamentale, spostando completamente l’asse del dibattito: non è una misura sanitaria in senso stretto ma una sorta di strategia comunicativa.

Nei giorni precedenti un’analisi simile era già stata portata avanti da L’Alternativa C’è, il gruppo parlamentare composto da ex 5 Stelle che sta portando avanti l’opposizione più intransigente ed articolata al governo Draghi e con cui Azione Civile ha realizzato un importante accordo politico per la costituzione al Senato della componente del gruppo misto “Popolo per la Costituzione”. Nelle propaganda, nel caos e anche nel delirio di questi mesi la nota (https://www.facebook.com/LAlternativaCE21/posts/210804814386512 ) parte da un punto fondamentale e che dovrebbe essere scontato, ma scontato non è nell’attuale dibattito: « Chiariamo da subito che non siamo No-Vax, non neghiamo l’efficacia dei vaccini. Così come non neghiamo ovviamente l’esistenza di una pandemia, che anzi si sviluppa sempre più come una “sindemia”, lo abbiamo ribadito più volte, e quindi riguarda l’intero contesto socio-sanitario del Paese» si legge nella nota sui social in cui si sottolinea « Sono tanti i medici che concordano sul fatto che non si tratti una misura utile a prevenire il contagio e la diffusione del virus. Anzi l’allentamento delle misure di distanziamento sociale dovuto alla garanzia del “green pass” potrebbe paradossalmente favorire la diffusione». La scelta di alcuni luoghi “proibiti” e non altri « evidenzia il fatto che non lo si introduce per evitare o rallentare il contagio tra la popolazione» e, una delle considerazioni nella nota dei parlamentari, se si vuol combattere la pandemia in maniera efficace «la logica vorrebbe si mantenessero le norme precauzionali e soprattutto che si potenziassero le terapie intensive, la sanità pubblica in genere e le cure domiciliari».

QUEL CHE E’ NORMALE ALTROVE NON LO E’ IN ITALIA

«In un anno e mezzo non sono stati fatti interventi» e «ciò che in altri Paesi si fa normalmente da noi sembra impossibile» è il duro monito dell’Associazione nazionale presidi in una trasmissione su La7 lo stesso giorno dell’intervista a Crisanti. Quel che dovrebbe essere normale è tutelare i più fragili, difendere la salute, attrezzare la sanità pubblica e il personale sanitario come sarebbe necessario. Ma la cronaca, prima e durante la pandemia, ci riporta ben altro. Questi angoscianti mesi appaiono infiniti e, nell’ansia della ripartenza e dell’uscita dalla pandemia così come la successione di tantissimi avvenimenti, la memoria della primavera scorsa si sta rapidamente cancellando. Portandosi dietro tutto quello che è accaduto o non accaduto ma che resta nella cronaca e nella storia. Chiedendo giustizia e verità totale e completa davanti migliaia di morti e di disastri colpevoli gravissimi. È quello che stanno chiedendo i familiari delle prime vittime che in questi giorni stanno protestando, nel silenzio del main stream e anche di tanti supposti “oppositori” in realtà funzionali al potere costituito, per come da Leu alla Lega – con una tenaglia di emendamenti – hanno letteralmente reso inutile ed impotente la commissione d’inchiesta parlamentare sulla pandemia. Una commissione che non potrà indagare su quanto accaduto in Italia dopo la proclamazione dello stato d’emergenza, sulle prime mancate zone rosse ad Alzano Lombardo, sulla mancata attuazione dei piani pandemici nazionale e regionali, su cosa è accaduto tra enti italiani e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra cui quanto Francesco Zambon, dopo aver pagato la sua schiena dritta, ha denunciato nel suo libro “Il pesce piccolo”.

L’IRRESPONSABILITA’ DELLE PRIME SETTIMANE E DI OGGI

In quelle settimane di febbraio/marzo 2020, all’inadeguatezza e incapacità, si sommarono valutazioni ben diverse da quelle sanitarie e di sicurezza pubblica. Esattamente come L’Alternativa C’è ha denunciato sta avvenendo sul Green Pass. «I morti sono sulla coscienza di chi ha distrutto la sanità pubblica» e la «colpa delle migliaia di morti di queste settimane ricade su politici scellerati» fu il duro j’accuse di Antonio Ingroia in una intervista a WordNews (https://www.wordnews.it/il-disatro-e-i-morti-sono-sulla-coscienza-di-chi-ha-distrutto-la-sanita-pubblica ) e in un comunicato (https://www.azionecivile.org/2020/04/20/la-colpa-delle-migliaia-di-morti-di-queste-settimane-ricade-su-politici-scellerati-altro-che-patetici-battibecchi-e-scaricabarile-reciproci-dovrebbero-solo-vergognarsi/ ) firmato con Azione Civile. «Uno Stato che dovrebbe avere la salute tra i beni primari da tutelare deve essere pronto a fronteggiare catastrofi del genere. E quel che è peggio è che si è scoperto che esisteva un piano di prevenzione da emergenze del genere, ma solo sulla carta. Le strutture non erano mai state adeguate per tempo. Correre ai ripari dopo è purtroppo troppo tardi. Il disastro e i morti di oggi sono sulla coscienza di chi ha distrutto il servizio sanitario pubblico, questa tragedia è un macabro atto d’accusa nei confronti della classe politica che ha governato l’Italia negli ultimi decenni a colpi di privatizzazioni speculative sempre più spinte a disprezzo della tutela della salute. Ovviamente non essendo preparati ad un’emergenza quando arriva c’è il rischio che in nome dello stato di necessità affoghino gli altri diritti costituzionali e le altre libertà che sono ossigeno per la democrazia esattamente come sono ossigeno per la vita i respiratori – i duri moniti durante l’intervista in cui il nostro direttore ha sottolineato i disastri comunicativi – specchio di improvvisazione, inadeguatezza e dilettantismo». Pochi giorni prima il New York Times pubblicò una lunga inchiesta sul «caso italiano» da studiare per «capire come non bisogna affrontare un’emergenza» come questa pandemia. Azione Civile nel comunicato del 20 aprile attaccò «ben precise scelte politiche scellerate e inaccettabili» in cui alla «impreparazione con piani contro le pandemie nazionale e regionali rimasti nel cassetto e apparati statali non all’altezza» si aggiunsero «pressioni di lobby confindustriali tese solo a proteggere i propri profitti impedendo da subito l’attivazione di zone rosse in Lombardia nelle prime aree colpite sono il più grande atto d’accusa nei confronti delle classi dirigenti di questo Paese. La vita e la sicurezza dei cittadini sono stati sacrificati per il profitto di pochi». «Gli operatori della sanità pubblica si trovano in una situazione indecente e vergognosa mentre con le strutture private si contrattano collaborazioni pagate a peso d’oro, sono sempre più allo stremo e in pericolo, costretti a turni massacranti e senza protezioni e controlli, gli ospedali e le Residenze per anziani sono diventati focolai con centinaia di morti – il durissimo stato d’accusa del movimento politico – Altro che show televisivi e patetici battibecchi, questa drammatica evoluzione è una vergogna che ricade interamente su di loro e che dovrebbe portarli ad andare a nascondersi e non occupare nessun posto di responsabilità. Neanche da amministratori del pianerottolo del proprio condominio». Tutto in un quadro in cui i costi delle inchieste sulla sanità di varie regioni (precedenti e anche successive)  «sono stati pagati interamente dai cittadini mentre dalla Lega al PD si sono sempre riciclati al potere» e la sanità pubblica è stata derubata di 37 miliardi per «foraggiare i privati».

Nei mesi successivi si sono susseguiti commissariamenti a dir poco sconcertanti, come abbiamo riportato in un articolo del 2 maggio dell’anno scorso qui http://www.lagiustizia.info/nuovo-incarico-per-un-protagonista-del-commissariamento-emergenza-rifiuti-campana-nel-mese-dellanniversario-di-roberto-mancini/ , una gestione delle restrizioni e delle “zone colorate” ancor più sconcertante, una campagna vaccinale che in molte regioni ha lasciato categorie fragili, malati e moltissime altre fasce allo sbando (come si può ora pensare ad un “green pass” se molti non possono essersi vaccinati per incapacità di chi gestisce la sanità o addirittura li hanno fatti con vaccini che non vengono “riconosciuti”?) a cui si è aggiunta una gestione delle varie tipologie e una campagna mediatica e comunicativa – il disastro Astrazeneca è stato emblematico – che definire disastrosa è dir poco. Crisanti, per tornare all’inizio di quest’articolo, ha sostanzialmente ammesso che il Green Pass è uno strumento di convincimento, per far avanzare la campagna vaccinale. Ancora una volta si scarica tutto sui cittadini, chiudendo irresponsabilmente gli occhi su quanto stanno combinando nelle segrete stanze. Vaccini su cui sono così convinti da aver cambiato rotta varie volte (sempre Astrazeneca docet) e di fatto viene chiesto ai cittadini una fiducia che, come denunciato in un articolo de L’Antidiplomatico di questi giorni https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-prof_scarselli_non_si_sanzioni_chi_sceglie_di_non_vaccinarsi_la_loro_paura__la_stessa_che_ha_lo_stato_nel_renderlo_obbligatorio/39602_42537/ , che lor signori sanno per primi essere impossibile. Interessati solo ai patetici battibecchi, un anno e mezzo dopo l’inizio della pandemia, tra consorterie politiche e a tutelare ben altri interessi.

 

http://www.lagiustizia.info/una-politica-irresponsabile-che-gioca-col-destino-dei-cittadini-e-scarica-su-di-loro-le-sue-colpe/