Delusa per la mancata promozione in serie B del Calcio Padova, l’amministratrice delegata Alessandra Bianchi ha spronato la città a fare la sua parte e ad impegnarsi di più. Prontamente, il Comune di Padova ha istituito un tavolo permanente a supporto della società calcistica coinvolgendo le principali categorie economiche: «Il Calcio Padova è la città, è l’immagine e un patrimonio di Padova» ha affermato il sindaco Giordani. Vale forse la pena vedere più da vicino il profilo economico di questa “immagine della città”.

Dal 2019 il fondo di investimento Amber Capital controlla il Calcio Padova, così come in precedenza aveva già preso il controllo del Millonarios in Colombia e del Lens in Francia. Nel Calcio Padova era entrato nel 2017 acquisendo una prima quota del 20%. Fin dall’inizio, Amber ha posto l’attenzione sul “gap infrastrutturale” da affrontare incrementando il dialogo tra club ed ente locale.

Amber, Sorgent.e e il Calcio Padova

L’ingresso di Amber nel Calcio Padova ha portato anche alla nomina di Daniele Boscolo Meneguolo quale presidente della società sportiva. Una nomina che evidenzia il legame fra il fondo di investimento e la holding Sorgent.e di cui Boscolo Meneguolo è amministratore delegato. Nel 2011 infatti Amber Capital è entrato in Sorgent.e con il 32,5%. Così come lo stesso Boscolo Meneguolo è amministratore delegato di Sorgent.e Chile, società che ha investito in opere idroelettriche in Cile, cominciando con Hidromaule, espandendo poi la sua attività in America Latina, per esempio in Honduras.

Proprio mentre il fondo di investimento Amber Capital acquisiva il controllo del Calcio Padova, il 5 giugno del 2019, l’amministrazione comunale conferiva il sigillo della città alla memoria di Berta Caceres, co-fondatrice del Copinh (Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras) e attivista in difesa dei diritti umani, premiata con il Goldman Prize, il “Nobel dell’ambiente”, nel 2015, l’anno prima di venire assassinata per la sua lotta in difesa del fiume Gualcarque, fonte di vita e sacro per le comunità lenca di Rio Blanco in Honduras. Un riconoscimento agli sforzi di Copinh per migliorare le condizioni di vita delle comunità indigene, promuovendo centri di salute, scuole, vie d’accesso, mezzi di comunicazione propri, titoli collettivi delle terre attraverso azioni politiche, lotte, denunce, mobilitazioni.

Il progetto idroelettrico di Progelsa

Uno sguardo più attento alle mobilitazioni del popolo lenca in Honduras si sarebbe dovuto rivolgere anche al progetto idroelettrico sul Río Petacón promosso dall’imprenditore Jack Arévalo Fuentes fin dal 2007 attraverso la Promotora de Generación de Energía Limpia S.A. (Progelsa) ottenendo una licenza (la numero 362-2011) che venne concessa dalla Secretaría de Recursos Naturales y Ambiente (Serna) senza alcuna consultazione con i lenca della regione.

Ad agosto 2015 Progelsa nominò un nuovo Consiglio di Amministrazione: presidente Daniele Boscolo Meneguolo (sì, l’attuale presidente del Padova Calcio, poi sostituito il 23 luglio 2018 alla guida di Progelsa dall’avvocata Julia Estela Sandoval Handal); vicepresidente Pietro Barbujani. Un significativo aumento di capitale a partire dal 2016 vede la holding italiana Sorgent.e s.r.l (soprattutto attraverso una controllata cilena) acquisire una parte rilevante delle azioni, in un’operazione veicolata da Anna Paola Micheletti Banegas, figlia dell’ex presidente de facto honduregno, Roberto Micheletti, insediatosi in seguito al colpo di stato avvenuto nel 2009. Hanno così un ruolo da protagonisti le controllate Sorgent.e Management, STE Energy e MJ2 Technologies, tutte con sede a Padova e ampi finanziamenti in ambito idroelettrico da parte del fondo norvegese Norfund.

Le lotte dei cittadini

In questo contesto, i lavori sul Río Petacón hanno preso il via ad aprile 2016 e, secondo Progelsa, è stato completato il 70% dell’opera, nonostante la ferma opposizione della popolazione locale. Già nel 2017 gli abitanti interessati dal progetto a Reitoca (nel Dipartimento Francisco Morazan) avevano sporto denuncia alla Fiscalía Especial del Medio Ambiente accusando Progelsa di aver causato sedimenti pericolosi con danni alla qualità dell’acqua, resa torbida, con conseguente moria di pesci.

Le azioni di protesta promosse dal Consejo Indígena Lenca e dal Comité Protección de Reitoca nei confronti di Progelsa sono state violentemente represse dalle polizie militare e nazionale che hanno ripetutamente ferito manifestanti con colpi di arma da fuoco, anche a ridosso del conferimento del sigillo da parte del Comune di Padova, il 24 aprile 2019. Va detto che, in Honduras, la gran parte dei crimini contro i difensori dei diritti umani e ambientali non vengono né accertati né perseguiti: come, per esempio, nei casi dei ferimenti di Abelino Gutiérrez e Miriam Osorto, membri del Comité Protección Reitoca. Un’impunità denunciata tra gli altri anche da Amnesty International.

Il report dell’Onu

Il rapporto del settembre 2020 dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani “Evaluation of the Guatemala and Honduras Country Programmes and the Subregional Programme in El Salvador” cita proprio il caso del progetto idroelettrico sul Río Petacón:

La comunità rappresentata dal Consejo Indígena Lenca ha chiesto che fosse invalidata la licenza concessa dal Ministero dell’Ambiente, richiesta a cui non è ancora stata data risposta. Nel dicembre 2018, l’ufficio del Procuratore speciale per i gruppi etnici ha presentato un reclamo riguardante la concessione irregolare della licenza ambientale per costruire il bacino sul fiume Petacón. Nel corso del 2018, la polizia militare in diverse occasioni ha cercato di sgomberare violentemente un presidio di protesta della comunità indigena, azioni in cui è stato denunciato un uso eccessivo della forza, dimostrato dal fatto che diversi membri del Consejo Indígena Lenca sono stati feriti. Da allora, la società Progelsa ha portato avanti una campagna di denigrazione e stigmatizzazione contro i leader del consiglio indigeno e alcune delle organizzazioni per i diritti umani che supportano questa causa. Nel corso del 2019, Progelsa ha presentato una serie di reclami contro i membri della comunità per presunti reati di usurpazione e danneggiamento della proprietà privata che hanno portato ad azioni penali nei loro confronti.

L’ultima violenta repressione

L’ennesimo caso di violenza è avvenuto all’alba del 5 agosto scorso: la polizia ha fatto irruzione nelle case di esponenti del movimento lenca di Reitoca, compresa quella di Magdaleno Flores Garcia, fra i portavoce del Consejo Indígena Reitoca, arrestando cinque persone: Renan Zelaya, Jorge Montes, Andres Avelino Gutiérrez, Orlando Rodas, Jairo Noé Oliva Reyes e denunciando altre dieci persone, accusandoli di attentare alla sicurezza dello Stato. L’accusa è stata messa in discussione dagli avvocati che difendono i diritti dei lenca e dalla popolazione locale che ha manifestato pubblicamente a sostegno degli arrestati e contro l’opera idroelettrica il 16 agosto: per ora i cinque hanno ottenuto una sospensione temporanea della carcerazione. Una decisione accolta dal plauso dell’ufficio dell’Honduras dell’Alto commissariato Onu, che su Twitter ha ricordato di aver raccomandato misure immediate per proteggere la vita e l’incolumità di chi in quel paese opera in difesa dei diritti umani.

A Padova se n’è accorto qualcuno?


Fonti:

Articolo originale: https://www.laboratorioinchiesta.it/2021/08/padova-in-honduras-sulle-rive-del-rio-petacon/