Al Parco Baden Powell di Cassino (FR), nel soleggiato pomeriggio del 20 giugno 2021, diverse organizzazioni della società civile provenienti principalmente dal sud della Regione Lazio attive che lavorano nel campo della comunicazione interculturale e delle migrazioni, hanno dato vita a una tavola rotonda con l’obiettivo generale di produrre un manifesto comune intorno al titolo “DOVE BISOGNA STARE: Progettiamo insieme una comunità più inclusiva”. Queste organizzazioni includevano: Refugees Welcome Frosinone, Associazione Dike, C.D.S. ODV, APS Rise Hub, con il supporto di Associazione Comunità Africana, Associazione Oltre l’Occidente, Associazione Risorse Donna, Collettivo Aspagorà, Associazione A.GE. Cassino, Associazione La Lanterna Arce e Università Popolare di Sora. La tavola rotonda ha offerto anche la circostanza per un ritorno a un momento di confronto in presenza su tematiche di particolare rilevanza, il primo di tale genere sul territorio di riferimento, ed è stata facilitata da Marcella Zeppa, presidentessa di Rise Hub, un laboratorio di progettazione per l’innovazione sociale che dall’anno 2015 promuove la resilienza di comunità nei piccoli centri attraverso lo sviluppo di capacità personali, l’inclusione, l’educazione interculturale, la creazione di reti sociali e lo sviluppo sostenibile a partire dalla Valle del Comino, un’area a predominanza rurale formata da piccoli comuni circondati da montagne al confine con l’Abruzzo, tra le città di Roma e Napoli.

Questo evento si è tenuto anche in riconoscimento e celebrazione della 20esima Giornata mondiale dedicata dalle persone rifugiate o “World Refugees Day” Rifugiati. Tale Giornata è una ricorrenza internazionale istituita nel 2001 dalle Nazioni Unite per commemorare il 50° anniversario della Convenzione del 1951 sullo status dei rifugiati, onorando i loro sacrifici e celebrando la loro forza e coraggio nella ricerca di una vita migliore affrontando rischi e mettendo, spesso, a repentaglio la propria vita nel disperato tentativo di raggiungere la salvezza. Si tratta di un giorno finalizzato creare consapevolezza e sostenere i rifugiati che sono stati costretti a fuggire dalle loro case a causa di conflitti, gli effetti della crisi climatica, e altre questioni importanti, tra cui guerre e persecuzioni. Secondo una dichiarazione rilasciata dall’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, lo spostamento forzato globale ha avuto un impatto sulle vite di 82 milioni di persone che sono state sfollate con la forza, inclusi 26 milioni di rifugiati. Mentre celebriamo la resilienza e il coraggio di questi individui in questo giorno di inizio estate, riconosciamo anche la necessità di migliorare la risposta globale unita e di creare soluzioni sostenibili che promuovano l’accesso della protezione internazionale e limitino i rischi di morte in drammatico aumento lungo le principali rotte migratorie, tra qui quella mediterranea, quella balcanica e, con crescente intensità, quella atlantica che coinvolge le isole Canarie.

A questo proposito, è importante ricordare che il tema del World Refugee Day 2021 promosso dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è “Insieme guariamo, impariamo e brilliamo” per mettere in risalto la sfera dei diritti, dei bisogni e quella dei sogni dei rifugiati, dimensioni spesso totalmente rinnegate nelle pratiche di accoglienza nei paesi di origine, allo scopo di mobilitare la volontà politica e le risorse in modo che i rifugiati possano non solo sopravvivere, ma ambire a migliorare davvero la propria posizione personale e professionale. Durante il World Refugees Day si svolgono generalmente diverse attività in tutto il mondo con l’obiettivo di creare opportunità per sostenere direttamente i rifugiati, e anche di sensibilizzare a livello locale le istituzioni pubbliche e la cittadinanza. Tra queste iniziative locali, l’evento di Cassino ha fornito l’opportunità di alimentare una discussione significativa divisa in diverse parti:

Introduzioni: Ogni partecipante ha cominciato con il suo nome, la sua organizzazione e una parola per descrivere il passato, il presente e il futuro del suo lavoro. Alcune risposte frequenti hanno coinvolto parole come comunità, speranza, sinergia e attivismo.

Albero di problemi: I partecipanti hanno scritto i problemi dei migranti e delle organizzazioni del Lazio; specificandone cause ed effetti. Ogni risposta è stata posta su una certa parte per rappresentare la relazione tra cause, problemi ed effetti.

Gruppi 1: Abbiamo lavorato in gruppi di 3-4 persone per discutere obiettivi generali, obiettivi e attività specifiche e risultati previsti.

Gruppi 2: Abbiamo combinato le idee di gruppi per creare un obiettivo generale che sia ancora specifico ma che rappresenti accuratamente le idee e le iniziative di ogni singolo gruppo.

Sinergia: La facilitatrice ha trascritto i risultati e li ha posizionati sulla consiglia per mostrare le relazioni e l’ordine logico.

Redazione programmatica: La pianificazione formale per il manifesto e il culmine delle sessioni pomeridiane saranno presto complete per la revisione.

In quanto primo evento in persona per molti dopo quasi due anni, il pomeriggio è stato un respiro di vita e di speranza per la comunità e per tutti/e coloro che sono stati coinvolti. La capacità di scambiare e confrontare idee in ambienti inclusivi ha permesso la produttività e la fruizione complessiva di tutte le motivazioni e proposte che sono state portate sul tavolo.

La coordinatrice del gruppo territoriale di Frosinone di “Refugees Welcome Italia”, una delle organizzazioni promotrici, la dottoressa Maria Elena Buttari, ha condiviso la seguente dichiarazione relativa all’evento: “Sono davvero felice che siamo stati in grado di riunire diverse organizzazioni della società civile e dare a ciascuna di loro uno spazio individuale per parlare di ciò che hanno provato (come volontari e operatori sociali per esempio) dopo quasi due anni di pandemia. Personalmente, ho avuto la sensazione che questo sia stato una sorta di processo di guarigione perché abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con altri coetanei rispetto a tutti i problemi che abbiamo vissuto ma anche, e questa è la parte più importante per me, quali sono le questioni principali che vogliamo sfidare per il futuro per contrastare tutti i problemi rilevati: dalla mancanza di servizi per i migranti all’assenza di comunicazione all’interno delle organizzazioni sociali, dall’isolamento alla carenza di strutture per favorire i processi di inclusione sociale e così via. Questo è solo un primo passo per aumentare la consapevolezza di ciò che possiamo fare come società civile per costruire una comunità più inclusiva”.

Refugees Welcome Italia (RWI) è una associazione, nata nel 2015, che promuove un modello di accoglienza in famiglia, per rifugiati e titolari di altra forma di protezione, basato sul coinvolgimento diretto dei cittadini. È parte del network Refugees Welcome International, attivo in 15 Paesi europei ed extraeuropei. La metodologia proposta dall’organizzazione si basa sull’incontro tra rifugiati e famiglie, anche composte da una sola persona, che vorrebbero sostenere, ospitando o accompagnandoli nel loro programma individuale di inclusione nella società ospitante. In Italia, l’organizzazione ha finora facilitato l’avvio di più di 300 convivenze in tutto il paese e ha costruito una comunità diffusa di attivisti in 30 città di 17 regioni italiane. Una delle caratteristiche specifiche del modello di accoglienza familiare proposto da Refugees Welcome in Italia è infatti la presenza capillare in diverse regioni e province, anche le più periferiche, unita al supporto professionale fornito a gruppi e nuclei familiari, anche composti da una sola persona (giovani soli, ma anche pensionati, vedovi, altri anziani, sia cittadini italiani che di qualsiasi altra cittadinanza), attraverso metodi collaudati e continuamente aggiornati.

 

Per concludere rispetto alla giornata alla quale ho avuto modo di partecipare a Cassino su invito del gruppo di Frosinone di “Refugees Welcome”, arrivando come esterna da un altro continente, ho visto individui altruisti che cercavano di lavorare insieme per trovare soluzioni eque e sostenibili per tutta la comunità di riferimento. Tutti i partecipanti e le organizzazioni coinvolte sembrano realmente motivati a lavorare alla produzione finale, il manifesto, e idealmente coinvolgere ancora più persone nel processo, incluse quelle con un background specializzato nella migrazione e ci aspettiamo dunque risultati di impatto ancora maggiore nel prossimo futuro.

Isabella Corieri

Studentessa del European Masters of Migration and Intercultural Relations (EMMIR) e tirocinante in Italia presso l’organizzazione “Refugees Welcome Italia – sede di Viterbo”