EMERGENCY insieme a detenuti, agenti della polizia penitenziaria ed educatori per lavorare sulla prevenzione dal COVID-19. Così da marzo, gli operatori di EMERGENCY collaborano con la Direzione del carcere di Bollate per informare sulle norme di prevenzione sul COVID-19 con appuntamenti, incontri e seminari per chi vive la realtà penitenziaria tutti i giorni.

L’intervento di EMERGENCY nell’Istituto rientra tra i progetti del Team Covid EMERGENCY per la lotta alla diffusione del contagio nelle strutture di accoglienza collettive, particolarmente soggette al rischio di focolai. L’obiettivo è contribuire a rafforzare la consapevolezza della popolazione del carcere, fornendo gli strumenti utili a comprendere il momento particolare e complesso che stiamo affrontando.

Il progetto ha avuto inizio con sopralluoghi effettuati da una squadra composta da due infermieri, un medico e due logisti di EMERGENCY per rilevare i punti di forza e di debolezza della struttura dal punto di vista del controllo e della prevenzione dell’infezione. Successivamente, il team ha visitato diversi reparti del carcere per conoscerne l’attività quotidiana, ascoltando i bisogni espressi dai vari rappresentanti della comunità e realizzato una serie di incontri in presenza e webinar di formazione.

Durante tutta la durata del progetto, i detenuti e il personale hanno avuto un ruolo fondamentale, contribuendo con le proprie opinioni, i propri dubbi e avanzando alcune richieste in merito alla prevenzione del virus, e sui vaccini.

Nel carcere – come in tante altre realtà dove abbiamo lavorato – abbiamo cercato di informare e dare nozioni semplici sul perché bisogna vaccinarsi e come contrastare la diffusione del virus. Dal primo sopralluogo del 17 marzo scorso è stato un continuo scambio di idee e consigli con chi vive il carcere tutti i giorni spiega Francesca Bocchini, capoprogetto del Team Covid di EMERGENCY -. Le celle sono un luogo in cui devono convivere più persone con un rischio di contagio elevato: meglio quindi separare gli oggetti individuali, evitare di prestare le pentole ai compagni delle celle vicine, lavarsi spesso le mani ed è fondamentale tenere spesso la finestra aperta e consentire una buona aerazione.”

In particolare c’è stato un affiancamento del personale di EMERGENCY con i detenuti addetti alle pulizie, alla lavanderia e alla cucina, così come con chi porta il cibo nei reparti, in modo da consolidare le loro già buone pratiche di gestione e pulizia degli spazi, volte a ridurre il rischio nell’ingresso in reparto di materiali o persone esterne.

EMERGENCY ha poi rilevato come l’HUB COVID realizzato internamente abbia una buona organizzazione in termini di flussi e compartimentazione e il giusto utilizzo di DPI coerenti con l’attività, con un punto di vestizione e svestizione ben organizzato.

“La Casa di Reclusione di Bollate – probabilmente unico Istituto Penitenziario in Italia – è riuscita a concretizzare un obiettivo che, senza EMERGENCY, sarebbe rimasto formalesottolinea Giorgio Leggieri, direttore del Carcere di Bollate –. Si è potuta raggiungere una sicurezza sanitaria che ha visto interagire e con ogni modalità possibile – detenuti, personale penitenziario e personale di EMERGENCY. Un ottimo risultato”.

“La collaborazione con EMERGENCY rientra nella cultura del nostro Istituto, in quanto in dialogo costante con il territorioaggiunge Roberto Bezzi, capo degli educatori del Carcere di Bollate. Siamo molto grati agli operatori di EMERGENCY per la formazione ad hoc che hanno effettuato sia con il personale sia con i detenuti, si è trattato di una sensibilizzazione che partiva dalle peculiarità della struttura e quindi da tutti vissuta come utile e comprensibile. Al contempo un gruppo di detenuti è stato inserito come volontario all’esterno, affiancando altri operatori di EMERGENCY per la preparazione dei pacchi per le famiglie indigenti. Anche nei momenti più difficili è essenziale coltivare uno sguardo verso l’altro e questo rapporto osmotico con EMERGENCY ne è la prova.”

EMERGENCY, da marzo 2020, contribuisce alla prevenzione della diffusione del contagio nelle strutture di accoglienza collettive e a garantire i servizi essenziali senza interruzioni e con maggiore sicurezza e consapevolezza. Ha costituito dei team composti da logisti, medici ed infermieri per intervenire a supporto delle autorità sanitarie, elaborando un modello di monitoraggio e prevenzione dei centri dedicati ai senza dimora, ai minori stranieri non accompagnati, ai richiedenti asilo e ai rifugiati e alle Rsa.