Il 10 e l’11 aprile, il Primo ministro Jean Castex si reca ad Algeri, accompagnato da otto ministri, tra cui quello degli Affari Esteri e delle Forze Armate, per partecipare al 5° incontro del Comitato intergovernativo di alto livello Francia-Algeria (CIHN). Tra i punti all’ordine del giorno, gli effetti sanitari e ambientali dei 17 siti nucleari realizzati dalla Francia nel deserto del Sahara tra il 1960 e il 1966 e le scorie, nucleari e non, interrate. La nostra Campagna auspica un impegno forte a favore delle vittime e della bonifica dei siti interessati, in particolare facendo seguito alle nostre rivelazioni circa la volontà politica di interrare le scorie.

Il Comitato Intergovernativo di alto livello franco-algerino è stato istituito il 20 dicembre 2012, in occasione della Dichiarazione di Algeri sull’amicizia e la cooperazione tra Francia e Algeria. Questo incontro prevedeva un ambito «Dimensione umana» che prende in esame le scorie nucleari e i loro effetti. Ma, con nostro rammarico, dobbiamo constatare che questo argomento bilaterale non è, nella realtà dei fatti, diventato oggetto di vera attenzione politica, soprattutto da parte delle autorità francesi.

L’inchiesta che abbiamo realizzato insieme all’Osservatorio permanente sulle armi, nell’agosto 2020, dal titolo «Sotto la Sabbia, la radioattività»* ha consentito di dimostrare che tra il 1960 e il 1967, sui siti delle scorie nucleari del Sahara, oltre all’impatto radioattivo delle esplosioni, le autorità francesi hanno messo in atto scelte politiche volte a interrare materiali e mezzi contaminati dalle radiazioni. Da allora, la popolazione del Sud Sahara è sottoposta a un continuo rischio radioattivo.

L’assistenza alle vittime e la bonifica ambientale deve essere prioritaria. A tale scopo, chiediamo allo Stato francese di impegnarsi su 4 punti in particolare:

  • Favorire, per le popolazioni algerine, la presentazione di domande di indennizzo e in particolare l’accesso alle cartelle cliniche nelle mani del Reparto di archiviazione delle cartelle cliniche ospedaliere delle forze armate;
  • Fornire alle autorità algerine l’elenco completo dei siti, in cui sono state interrate le scorie, corredato dalla localizzazione precisa (latitudine e longitudine), e dalla descrizione dei materiali;
  • Pubblicare i dati relativi alle aree contaminate dalle scorie e dalle lave radioattive e studiare con le autorità algerine le modalità per procedere alla bonifica delle stesse;
  • Fornire alle autorità algerine le mappe degli impianti sotterranei del CEA sotto la base militare del Reggane plateau, oltre ai numerosi tunnel scavati nella montagna del Tan

Sotto la sabbia la radioattività: Le scorie dei siti nucleari francesi in Algeria. Studio del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, realizzato da Patrice Bouveret, direttore dell’Osservatorio permanente sulle armi e Jean-Marie Collin, co-portavoce di ICAN France, pubblicato in francese e in inglese dalla Fondazione Heinrich Böll e in arabo con il sostegno del deputato europeo francese Mounir Satouri.

Traduzione dal francese di Ada De Micheli. Revisione di Silvia Nocera