Il tema delle riparazioni al Forum Sociale Mondiale 2021 è stato trattato nel laboratorio Riparazioni al colonialismo, nel laboratorio Interculturalità, decolonizzazione e diritti dei popoli originari, nel laboratorio Coalizioni, convergenze e riparazione contro il razzismo e nell’Agorà dei futuri. A queste attività hanno partecipato circa un centinaio di persone, molte delle quali rappresentanti di altre organizzazioni. E’ stato fatto un punto della situazione sulle riparazioni in questi ultimi anni, cercando di individuare le azioni più promettenti per il prossimo futuro.

Nazioni Unite: il 22 maggio 2019, seguendo il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato con 116 voti a favore, 6 contrari e 56 astenuti la risoluzione 73/295 confermando che il processo di decolonizzazione delle Mauritius non è stato completato in modo legale e dando al Regno Unito sei mesi di tempo per il ritiro senza condizioni della propria amministrazione coloniale dalle isole Chagos. Il 29 ottobre 2019 la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di razzismo, di discriminazione razziale, di xenofobia e di intolleranza collegata Tendayi Achiume ha presentato la relazione A/74/321 chiarendo l’obbligatorietà in materia di diritti umani degli Stati membri in relazione alle riparazioni per la discriminazione razziale originata dallo schiavismo e dal colonialismo.

Giornata internazionale per le riparazioni: lanciata dall’Assemblea di convergenza Per finirla con il razzismo, la xenofobia e le discriminazioni che sono le basi del colonialismo del Forum Sociale Mondiale 2013, viene celebrata annualmente il 12 ottobre. E’ possibile aderire all’appello e/o organizzare azioni decentrate capaci di far avanzare nel mondo la causa delle riparazioni (comunicati stampa, conferenze, esposizioni, campagne mediatiche, attività di strada, festival culturali, trasmissioni radiofoniche o televisive, decisioni politiche, ecc.). Il suo riconoscimento a livello delle Nazioni Unite darà la giusta legittimità alle varie richieste di riparazioni proseguendo il percorso tracciato dalla Conferenza mondiale contro il razzismo (WCAR) di Durban e permettendo di accelerare il processo.

Rimpatrio dei resti e restituzione dei tesori coloniali: il 23 novembre 2018 i professori universitari Felwine Sarr e Bénédicte Savoy hanno consegnato il “Rapporto sulla restituzione del patrimonio culturale africano. Verso una nuova etica relazionale” commissionato dal Presidente della Francia raccomandando la restituzione definitiva dei tesori saccheggiati durante il periodo coloniale. In questi anni sono proseguite le richieste di rimpatrio dei resti e di restituzione definitiva dei tesori, così come i tentativi da parte di alcuni ex colonizzatori di ostacolare questo passo inevitabile dell’evoluzione umana (Restituzioni dei tesori coloniali, Riparazioni, non solo rimpatrio dei resti, Restituzioni definitive all’orizzonte, Restituire e non tergiversare, Il lento cammino delle restituzioni, Restituire tutti i tesori coloniali).

Caduta dei simboli coloniali: già negli anni scorsi vi erano stati dei precedenti, dal movimento Rhodes Must Fall nel 2015 alla rimozione del monumento ad Antonio López y López a Barcellona e alla decolonizzazione di alcune strade a Berlino nel 2018, dall’abbattimento dei monumenti a Pedro de Valdivia a Temuco, a Pedro de Valdivia e García Hurtado de Mendoza a Cañete e a Cristoforo Colombo e Francisco de Aguirre ad Arica nel 2019 all’abbattimento dei monumenti a Victor Schoelcher a Schoelcher e a Fort-de-France il 22 maggio 2020. Ma è solo con l’esplosione delle proteste antirazzismo a seguito della morte di George Floyd che la caduta dei simboli coloniali diventa virale e prosegue senza interruzioni per mesi, spingendo le riparazioni negli Stati Uniti.

Richiesta di riparazioni dalla Comunità Caraibica (CARICOM): i membri della CARICOM hanno iniziato nel 2013 la richiesta di riparazioni per il genocidio dei nativi e lo schiavismo, approvando il Programma di riparazione in dieci punti. In questi ultimi anni è aumentata la pressione sugli Stati membri della CARICOM per lasciar cadere la richiesta di riparazioni per il genocidio dei nativi e lo schiavismo con rifiuti e boicottaggi da parte dei colonizzatori (Francia, Regno Unito, Stati Uniti, ecc.), ma nonostante ciò ci sono state molte iniziative (Notizie dalla Commissione CARICOM per le Riparazioni, Le riparazioni al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Le riparazioni al Dibattito generale della 75ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Più slancio nella richiesta di riparazioni CARICOM).

L’articolo originale può essere letto qui