Riccardo Petrella, nostro amico ed editorialista, ci ha mandato questo suo pezzo, scritto a più mani con gli amici che trovate in calce, legato alla campagna contro la quotazione dell’acqua in borsa che porta avanti, che esprime alcuni concetti chiave della campagna  in un modo inusuale e letterariamente avvincente. Volentieri lo pubblichiamo.

Sono le 7 del mattino del 7 dicembre 2021.

Gli abitanti di Chicago vengono svegliati da un rumore mostruoso. L’acqua del fiume Hudson ha invaso le strade della città, dirigendosi verso West Jackson Boulevard dove si trova il Chicago Board Trade Building, l’edificio della Borsa di Chicago, una delle più importanti borse del mondo. Certamente la più importante per le transazioni commerciali sulle materie prime.

In pochi minuti, l’acqua forma un immenso torrente tumultuoso e appena irrompe nel Boulevard si trasforma in una gigantesca onda vorticosa che smembra e inghiotte l’imponente edificio della Borsa, un grattacielo di 184 metri di altezza. È uno spettacolo sconcertante e spaventoso, a cui la popolazione assiste impotente. Ciò fatto, l’acqua si ritira dalla città con la stessa rapidità con cui era entrata.

Si apprende che la stessa sorte ha colpito simultaneamente le Borse delle principali città del mondo, indipendentemente dai fusi orari. I fiumi in furia si sono trasformati in tsunami scatenati per distruggere i grandi templi della finanza speculativa del pianeta a Los Angeles, New York, Montreal, Ottawa, Vancouver, San Paolo, Rio de Janeiro, Santiago, Buenos Aires, Londra, Amsterdam, Parigi, Berlino, Francoforte, Monaco, Mosca, Shanghai, Pechino, Tokyo, Seul, Hong Kong, Mumbai, Nuova Delhi, Bangalore, Johannesburg, Istanbul….

Prevale la paura, il disordine e la sensazione della fine del mondo.

La gente si interroga sulle ragioni che hanno causato questa catastrofe globale. “Perché le Borse sono state ovunque l’obiettivo principale dei fiumi usciti dagli argini?”. Circolano le spiegazioni più fantasiose, compresa quella inevitabile di un’invasione aliena della Terra.

Nessun governo, nessuno scienziato, nessuno ha fatto il collegamento con la decisione presa un anno prima, il 7 dicembre 2020, dalla Borsa di Chicago, di trattare l’acqua come oggetto di speculazione finanziaria. Quelli che ne avevano sentito parlare, una piccola minoranza di persone, se ne erano quasi dimenticati. Inoltre gli Stati sono rimasti totalmente fuori dalla decisione sia perché i privati non li hanno consultati sia perché (soprattutto) gli Stati non vedevano alcun male nella quotazione in borsa dell’acqua, anzi!.

Esausti dai prelievi eccessivi che, dopo molti decenni di sfruttamento, hanno devastato la loro capacità di rigenerarsi; massacrati dallo scarico di rifiuti urbani, agricoli e industriali; ammalati dall’inquinamento e dalla contaminazione, i fiumi avevano, a più riprese, cercato di far capire agli esseri umani che non ne potevano più e che era ora ch’essi smettessero di distruggerli… Ahimè, senza grandi risultati!

Per i fiumi aver trasformato l’acqua in una “materia” da gettare in preda agli appetiti dei più forti sottomettendola alle logiche piratesche speculative della finanza mondiale ha rappresentato la goccia che li ha fatti uscire dal loro letto. La messa in borsa è stata vissuta da loro come il colpo di grazia, l’inaccettabile che li costringe a prendere in mano il loro destino.

Riuniti d’urgenza il 5 dicembre 2021 in un Forum Mondiale dei Fiumi sulla Sicurezza della Vita sulla Terra, hanno preso all’unanimità due risoluzioni fondamentali e irrevocabili.

La prima: fare la pace tra di loro per celebrare la loro legittima unità, essenziale per qualsiasi azione comune e concertata, con grande dispiacere degli umani, che hanno creato e mantenuto dannosi conflitti geopolitici per migliaia di anni.

La seconda: inondare e inghiottire le borse mondiali, inviando così un chiaro messaggio a tutti:

“La Terra è la casa di tutti gli esseri viventi. Guai a quegli umani che hanno venduto la casa degli abitanti della Terra ai predatori assetati di denaro“.

In questo periodo di sconvolgimenti dovuti all’insurrezione dei fiumi, non possiamo prevedere cosa accadrà dopo. Dobbiamo temere che la follia umana non abbia limiti? In questo caso, prepariamo la rivolta pacifica dell’Umanità, in alleanza con i nostri fratelli, I Fiumi del Mondo.

Maria Palatine e Bernard Tirtiaux, autori/compositori de “L’inno dell’acqua” (2005) e dell’opera “Il canto di Eos” (2006), Pietro Pizzuti, autore dell’opera teatrale “L’acqua del lupo” (2008), Riccardo Petrella, autore de “Il manifesto dell’acqua” (1998),

Luis Infanti de la Mora (vescovo di Aysén, Cile, autore di una lettera episcopale “Dacci la nostra acqua quotidiana”, Marcelo Barros, Brasile (O espirito vem pelas aguas), Martine Chatelain, Quebec (Eau Secours), Jean-Pierre Wauquier, Francia (H²0 sans frontières), Anibal Faccendini , Argentina, promotore del diritto alla caraffa pubblica introdotto nella provincia di Santa Fé), Alain Adriaens, Belgio (autore sui temi della siccità), Pierre Galand, ex senatore (co-promotore dell’Assemblea mondiale degli eletti e dei cittadini per l’acqua, Parlamento europeo, 18 marzo 2007)