La Repubblica Argentina ha ufficializzato il suo ritiro dal Gruppo di Lima mercoledì 24 marzo, considerando che le azioni che questo forum hanno portato, a livello internazionale, ad isolare il governo bolivariano del Venezuela e i suoi rappresentanti. Questo quanto emerge dal comunicato stampa della Cancelleria.
Inoltre “la partecipazione di un settore dell’opposizione di destra venezuelana al Gruppo di Lima ha portato all’adozione di posizioni che Buenos Aires non ha potuto e non può condividere”, sottolinea il documento. Il ministero degli Esteri argentino ha riferito che il ritiro dell’Argentina è giustificato dal fatto che “le azioni che il Gruppo ha promosso a livello internazionale, cercando di isolare il governo del Venezuela ed i suoi rappresentanti, non hanno condotto a nulla”.
Il Lima Group è un’entità multilaterale fondata nel 2017 nella capitale peruviana da circa 15 paesi della regione, tra cui Argentina, Brasile, Canada, Paraguay,

Santa Lucia e coloro che hanno aderito alle organizzazioni dell’Unione europea e dell’Organizzazione degli Stati americani, sostenendo il loro interesse a cercare una soluzione “pacifica” alla “crisi in Venezuela”. In realtà si tratta di paesi che non riconoscono la legittimità costituzionale del presidente venezuelano Nicolás Maduro e agiscono per farlo cadere. Il Lima Group si è avvicinata a strategie intransigenti, come il sostegno a misure coercitive unilaterali da parte degli Stati Uniti, il sostegno all’autoproclamazione illegale di Juan Guaidó come “presidente in carica” ​​e il sostegno alle azioni violente messe in atto da gruppi paramilitari durante le guarimbas.

In disaccordo con la politica di “isolamento” attuata dal Gruppo di Lima contro il Venezuela chavista, l’amministrazione progressista di Alberto Fernández ha confermato ieri la sua uscita. “Ribadiamo che il modo migliore per aiutare i venezuelani è facilitare un dialogo inclusivo che non favorisca nessun settore in particolare, ma piuttosto il raggiungimento di elezioni accettate dalla maggioranza con controllo internazionale” – ha affermato il testo pubblicato nel Ministero degli Affari Esteri, Internazionale Commercio dell’Argentina.

Nel testo, pubblicato dal ministero degli Esteri argentino si parla del peggioramento della situazione in Venezuela, nel mezzo della pandemia di coronavirus, a seguito di “sanzioni e blocchi” imposti al Paese e alle sue autorità, oltre che “destabilizzazione e tentativi di golpe avvenuti nel 2020”, appoggiati dal Gruppo di Lima.

Il governo argentino ha riconosciuto che i blocchi e i tentativi di destabilizzazione avvenuti nel 2020 hanno solo aggravato la situazione in Venezuela, in particolare dei settori vulnerabili, nel contesto del Covid-19, dichiarando: “È importante notare che le sanzioni hanno colpito il godimento dei diritti umani da parte della popolazione venezuelana, secondo quanto affermato nel rapporto delle Nazioni Unite sulle ripercussioni negative delle misure coercitive unilaterali sul godimento dei diritti umani”.

Infine, l’Argentina ha ribadito che sosterrà il suo “impegno per la stabilità regionale e cercherà soluzioni pacifiche e democratiche che rispettino la sovranità e gli affari interni di ciascuno Stato”.