Si confermano le gravi irresponsabilità e il carattere propagandistico del salone fieristico HIT Show: a differenza delle altre maggiori fiere mondiali del settore non solo gli organizzatori del salone non rinunciano all’evento per il 2021, ma continuano a permettere l’esposizione di armi e attività non conformi alle finalità dichiarate, la partecipazione di esponenti politici e l’ingresso ai minorenni. Ribadiamo la richiesta di definire un rigoroso regolamento per gli espositori e i visitatori.

Lo scorso 25 novembre, con un comunicato stampa dai toni trionfalistici, i promotori della fiera delle armi di Vicenza (Italian Exhibition Group – IEG e Associazione nazionale dei produttori di armi e munizioni – ANPAM), hanno annunciato che la manifestazione fieristica HIT Show si terrà dal 17 al 19 aprile del prossimo anno. Lo spostamento di data (fino al giorno prima era annunciata sul sito ufficiale dal 13 al 15 febbraio 2021) non sarebbe una conseguenza dell’emergenza Covid-19 che tuttora attanaglia l’Italia, ma – stando al comunicato ufficiale – sarebbe stato deciso per motivi aziendali allo scopo di puntare “ad un arco temporale più favorevole alla partecipazione delle aziende rispetto alle consuete date di febbraio”.

Nessun accenno alla pandemia Covid-19 (termine che, singolarmente, non compare nemmeno nel comunicato stampa), ma solo una breve nota finale per segnalare la “grande attenzione alla sicurezza di espositori e visitatori all’interno del quartiere fieristico” secondo un auto-proclamato “rigoroso protocollo Safebusiness” che assicurerebbe “un’esperienza in fiera piena, piacevole e funzionale nel rispetto delle disposizioni sanitarie”. Vien da chiedersi come gli organizzatori intendano distanziare i 30mila visitatori che, secondo i dati da loro stessi forniti, ogni anno parteciperebbero alla fiera: negli anni scorsi spiccavano gli assembramenti e i visitatori accalcati davanti a diversi stand espositivi per poter maneggiare, impugnare e imbracciare le armi esposte, attività che sarebbero permesse anche quest’anno visto che non viene espresso alcun divieto.

A fronte dell’emergenza Covid-19 che tuttora miete circa mille vittime al giorno nel nostro Paese e la cui vaccinazione totale della popolazione è prevista non prima di settembre, l’unica decisione responsabile da parte degli organizzatori di HIT Show sarebbe stata quella di rinunciare all’evento rimandandolo all’anno 2022.

Così hanno fatto la maggiore fiera mondiale di armi, Shot Show di Las Vegas (che avrebbe dovuto tenersi dal 19 al 22 gennaio) e soprattutto la principale fiera di armi in Europa, IWA di Norimberga in Germania, la cui edizione del 2021 si sarebbe dovuta svolgere dal 12 al 15 marzo (cioè dopo la data inizialmente prevista per HIT Show a Vicenza) sebbene fossero già registrati oltre mille espositori. Va ricordato che il salone fieristico “IWA Outdoor Classics” esclude da sempre e rigorosamente l’ingresso al pubblico ed anche agli appassionati e ai detentori di licenze per armi essendo una fiera riservata agli operatori accreditati del settore.

HIT Show di Vicenza, che ambisce a competere proprio con IWA di Norimberga, si è invece caratterizzata fin dalla sua prima edizione come un’operazione ideologica, propagandistica e politica volta ad incentivare la detenzione delle armi in Italia. A differenza di IWA, infatti, HIT Show di Vicenza non solo è una fiera aperta al pubblico in generale, minorenni compresi purché accompagnati, ma nel corso degli anni ha permesso al suo interno attività di spiccata rilevanza politica (raccolte di firme per modificare le norme sulla legittima difesa e per petizioni per contrastare le normative europee sul controllo della detenzione di armi, ecc.), ha promosso convegni con esponenti di una sola parte politica e senza alcun confronto pluralistico e, soprattutto, si è prestata ad essere la passerella per rappresentanti politici nazionali e locali in vista di appuntamenti elettorali.

Nonostante le ripetute richieste, fin dalla prima edizione, da parte delle nostre associazioni affinché venga implementato un codice di responsabilità sociale d’impresa e un rigoroso regolamento di HIT Show niente è stato fatto nel corso di questi sei anni ed, anzi, dall’anno scorso è stato facilitato l’ingresso ai minori di 13 anni, accompagnati da un adulto, rendendolo gratuito.

Sono pertanto gravi le responsabilità degli organizzatori di HIT Show ed in particolare di Italian Exhibition Group (IEG) e dell’Associazione nazionale dei produttori di armi e munizioni (ANPAM). Ma non solo: Italian Exhibition Group (IEG) è una società per azioni i cui principali azionisti sono alcuni Enti pubblici tra cui il Comune e la Provincia di Rimini, il Comune e la Provincia di Vicenza e la Regione Emilia Romagna: hanno, quindi, una precisa responsabilità sociale, culturale e politica riguardo agli eventi fieristici promossi da IEG, come HIT Show.

Chiediamo che l’edizione 2021 del salone fieristico HIT Show sia cancellata. E in vista della prossima edizione rinnoviamo la nostra richiesta alle Amministrazioni di Rimini e Vicenza e della Regione Emilia Romagna ad assumere tutte le iniziative necessarie nei confronti degli organizzatori di HIT Show, ed in particolare Italian Exhibition Group (IEG), affinché venga implementato un codice di responsabilità sociale d’impresa e un rigoroso regolamento in grado di garantire che il salone fieristico HIT Show sia conforme alle finalità dichiarate e cioè una manifestazione “dedicata alla caccia, al tiro sportivo e all’outdoor”, escludendo pertanto l’esposizione di armi e materiali non conformi a questi settori (come le armi per difesa personale, per corpi di polizia e di sicurezza pubblica e privata, armi da guerra ad uso collezionistico, ecc.), proibendo l’esposizione di materiali pubblicitari per formazioni di tipo paramilitare e mercenario, vietando ogni tipo di attività a iniziative di rilevanza politica (raccolta di firme, petizioni, ecc.), garantendo il confronto pluralistico degli eventi culturali e vietando l’accesso agli spazi espositivi di armi a persone che non abbiano compiuto la maggiore età anche se accompagnate.

Rete Italiana Pace e Disarmo e Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL)


L’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) di Brescia è un’associazione di promozione sociale attiva dal 2004, fondata da diverse realtà dell’associazionismo bresciano e nazionale (Diocesi di Brescia, Collegio delle Missioni Africane dei Missionari Comboniani, Associazione per l’Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici – Onlus, Camera del Lavoro Territoriale di Brescia “CDLT”, Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni Estere dei Missionari Saveriani, Servizio Volontario Internazionale – S.V.I.) e da singoli aderenti, per diffondere la cultura della pace ed offrire alla società civile informazioni di carattere scientifico circa la produzione e il commercio di armamenti e di “armi leggere” con approfondimenti sull’attività legislativa del settore. Membro della Rete Italiana Pace e Disarmo, l’Osservatorio ha promosso convegni, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali ed ha pubblicato numerosi studi e ricerche. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito:: www.opalbrescia.org
La Rete Italiana Pace e Disarmo è nata il 21 settembre 2020 dall’unificazione di due organismi storici del movimento pacifista italiano: la Rete della Pace (fondata nel 2014) e la Rete Italiana Disarmo (fondata nel 2004). Entrambe le reti hanno potuto contare fin dalla loro fondazione sul sostegno di decine di associazioni, organizzazioni, sindacati, movimenti della società civile italiana. L’unificazione è stata uno sbocco naturale e un’ulteriore tappa di un lungo percorso che ha visto un lavoro comune su numerosi temi e Campagne anche a livello internazionale (Stop Bombe in Yemen, NO F-35, Difesa Civile non armata e nonviolenta, disarmo nucleare con ICAN per l’adesione al Trattato per la messa al bando della armi nucleari, Io Accolgo, Pace Diritto Giustizia in Israele/Palestina, per la riduzione delle spese militari, per il controllo dell’export di armamenti e la difesa della Legge 185/90, per gli interventi civili di pace nei conflitti in corso). La Rete è attiva in varie campagne internazionali, con la partecipazione anche ad eventi organizzati dalle Nazioni Unite, tra cui Control Arms, Stop Killer Robots e la campagna INEW contro le armi esplosive, e fa parte di reti europee tra cui la rete ENAAT (European Network Against Arms Trade). Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www.retepacedisarmo.org