Dopo la manifestazione del 18 ottobre, la lotta per la liberazione degli orsi continua. Le attiviste in sciopero della fame si sono dichiarate più determinate di prima nell’affrontare questa lotta in un periodo come questo in cui si rischia di perdere l’attenzione su tutto in nome dell’emergenza sanitaria. Non solo, pochi giorni fa gli attivisti hanno indetto un mailbombing via social per ricordare ai vertici della provincia autonoma, della Regione e del Ministero, quanto la cittadinanza sia sensibile all’argomento ed esiga risposta serie.

Il 3 novembre 2020, in occasione del secondo anniversario da Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti ha rilasciato un’intervista sul quotidiano L’Adige. Immancabilmente tra “i momenti difficili attraversati dal Presidente” viene annoverata la questione degli orsi. Fugatti ha affermato che con M49 ha fatto ciò che era giusto e che con M57, dopo la cattura avvenuta il 23 agosto, poteva anche decidere di ammazzarlo, ma non l’ha fatto solo per “rispetto istituzionale nei confronti del Ministro, dopo aver sentito il Commissario del Governo”.

Questa dichiarazione ha fatto scattare gli attivisti di Assemblea Antispecista che hanno affermato che non c’è stato alcun “rispetto istituzionale” nei confronti dell’orso M57 il quale è stato narcotizzato, catturato e subito trasportato al Casteller, dove è prigioniero da quasi tre mesi. Cosa su cui il Governo non si è mai espresso. Non contento, Fugatti ha definito per l’ennesima volta alcuni degli orsi presenti in Trentino come “soggetti problematici”. Gli attivisti hanno subito risposto che “non esistono animali problematici, ma solo umani che non sanno convivere con la diversità animale”.

Gli antispecisti hanno dichiarato: “La Provincia di Trento non può pensare di risolvere questi problemi di convivenza imprigionando un orso dopo l’altro in gabbie di tre metri quadri all’interno di un recinto elettrificato, come non escludiamo che abbia in programma di fare con altri individui. Il Casteller è un carcere di massima sicurezza di cui auspichiamo la distruzione, così come di tutti i luoghi di detenzione in cui si crede di risolvere problemi rinchiudendo animali umani o non tra quattro mura.”

Gli attivisti hanno messo in guardia la giunta, affinché non prenda il letargo come scusa per rimandare la questione alla prossima primavera: “un carcere è un carcere anche quando ci si ferma un attimo a riposare, e risvegliarsi tra le stesse quattro mura può essere fatale per animali selvatici abituati a percorrere centinaia di chilometri al giorno.”

“Non aver ammazzato un orso (in questi mesi) non è rispetto istituzionale, non è ammirevole compassione, non è nemmeno qualcosa per cui ringraziare Fugatti” – affermano gli antispecisti – “La nostra solidarietà interspecie non si ferma dopo una giornata di mobilitazione, ma continuerà fino a che non vedremo ogni luogo di detenzione distrutto, ogni gabbia smontata, ogni animale libero di essere tale.”