In Italia ci sono al momento ben 22 mila medici stranieri, 5 mila Odontoiatri, 38 mila infermieri, 5 mila fisioterapisti, 5 mila Farmacisti, 1000 psicologi, 1500 tra podologi, tecnici di radiologia, biologi, chimici, fisici. Circa 2500 sono in attesa di riconoscimento del titolo di studio eseguito all’estero.  Tra arrivi e partenze, negli ultimi 5 anni c’è anche un esercito di Professionisti che abbandona il nostro Paese: laureati e specializzati, preferiscono andare a lavorare in Università, Ospedali e Cliniche del Medio Oriente, del Nordafrica, dell’Europa dell’Est ed anche della Gran Bretagna. In Europa ci sono circa 500 mila medici di origine straniera di cui 400 mila stabili e 100 mila mobili nei vari paesi europei.

Negli ultimi cinque anni, infatti, numerosi  tra medici e professionisti hanno lasciato il nostro Paese, ma nello stesso tempo si registrano nuovi laureati in Italia e arrivi da paesi arabi, africani e da paesi dell’Europa dell’Est. In un periodo nel quale il dibattito politico si concentra in modalità pressoché dominante sulle tematiche migratorie, sembrerebbe che i “cervelli” stranieri siano stanchi di essere considerati migranti per sempre, in particolare chi non ha la cittadinanza italiana e non può svolgere concorsi presso le strutture sanitarie pubbliche nonostante numerose promesse. I professionisti di origine straniera continuano a collaborare e a contribuire per arricchire i servizi erogati dalla sanità pubblica e privata, ma non vedono soluzioni politiche alle loro problematiche, come sollecitato dall’associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), dall’Unione medica euro mediterranea (UMEM) e dal movimento internazionale Uniti per Unire, che oggi presentano statistiche e dati sui professionisti della sanità di origine straniera in Italia e in Europa.

Secondo il Bilancio dell’Amsi, realizzato in collaborazione con il movimento Uniti per unire e l’Unione Medica Euro Mediterranea (Umem), sino ad Agosto 2020:

1) In Italia i professionisti della sanità risultano 77.500. In Italia ci sono al momento ben 22 mila Medici stranieri, 5 mila odontoiatri , 38 mila infermieri, 5 mila fisioterapisti, 5 mila farmacisti, 1000 psicologi, 1500 tra podologi, tecnici di radiologia, biologi, chimici, fisici. Circa 2500 in attesa di riconoscimento del titolo di studio (oltre a 2500 Professionisti in attesa di riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero, nella patria d’origine o in altre nazioni e stati).

2) Questi sono in misura maggiore Professionisti provenienti da paesi africani (maggiormente da Camerun, Congo, Nigeria), paesi  arabi (Siria, Libano, Palestina, Giordania, Egitto, Iraq, Tunisia, Marocco, Algeria, Libia), paesi dell’Est (Russia, Albania, Polonia, Romania, Ucraina, Moldavia, Croazia), da paesi sudamericani (Argentina, Brasile, Peru, Colombia), da altri paesi (America, Cuba, Israele, Cina, Giappone e Filippine, che hanno caratterizzato le tre fasi dell’immigrazione di massa nel nostro Paese tra il 1965 e il 2020).

3) Si registra che negli ultimi 5 anni circa il 35% dei professionisti stranieri tornano nei loro Paesi di origine (in particolare paesi dell’Est e paesi arabi) e fanno parte di due categorie: i giovani precari e quelli in pensione oppure quelli che hanno subito discriminazione e sfruttamento lavorativo nonché violenza verbale.

4) Il 65% dei professionisti laureati della aanità e della aalute non ha cittadinanza italiana (in particolare quelli della seconda e terza fase dell’immigrazione, vale a dire a seguito della caduta del Muro di Berlino -1989 -e della cosiddetta Primavera Araba -2011-).

5) L’80% di loro lavora in strutture private (cliniche, centri di Fisioterapia, centri Analisi, pronto soccorso, guardia medica, studi medici e poliambulatori privati), anche a causa delle difficoltà ad inserirsi nel sistema pubblico in virtù, in primis, dei concorsi riservati ai cittadini italiani.

6) Il 10% di questi professionisti d’origine straniera esercita come medico di famiglia (medici di Medicina Generale) e pediatra convenzionato.

7) Ma anche il 10% degli stranieri esercita presso strutture pubbliche (in particolare pronto soccorso, medicina interna, area chirurgica).

8) Negli ultimi 5 anni si registra una diminuzione dell’arrivo di professionisti, tranne che dall’Egitto, dalla Tunisia, dalla Siria e dal Messico.

9) Negli ultimi 5 anni si sta registrando una diminuzione dell’arrivo di studenti stranieri.

10) Le specializzazioni maggiormente ambite dai medici stranieri sono Pediatria, Ginecologia, Urologia, Ortopedia, Fisiatria, Chirurgia Generale, Medicina interna, Chirurgia vascolare, Cardiologia.

Secondo le statistiche dell’UMEM, nei vari paesi europei ci sono circa 500 mila medici di origine straniera di cui 400 mila stabili e 100 mila mobili; la maggioranza dei medici è di origine araba.

Il Presidente dell’Amsi e UMEM, e membro del Registro Esperti Fnomceo, Foad Aodi, dichiara: “Siamo preoccupati per l’assenza di risposte politiche riguardo le problematiche dei professionisti di origine straniera. Occorre inserirli nel SSN prima che sia tardi!” Questi sono: “Un esercito di professionisti, purtroppo invisibili per qualcuno– spiega Aodi – “Invisibili perché in un momento in cui si parla solo di immigrazione clandestina, di discriminazioni, di razzismo, mancano politiche per l’integrazione da parte dei vari Governi, visto che ad oggi è stato prodotto poco, se non qualche bando pubblico di aziende sanitarie, come nel Veneto. Le nostre statistiche parlano di una realtà molto importante in Italia, che purtroppo tante volte non vede rispettati i propri diritti, come la partecipazione ai concorsi, la partecipazione al corso per medici di famiglia e ospedalieri – che tra l’altro potrebbero arricchire la conoscenza e lo scambio socio-sanitario con i colleghi italiani . Tutto ciò non è possibile perché non si può partecipare ai concorsi senza avere la cittadinanza, anche quando si è medici o professionisti della salute e della sanità”. ” Molti professionisti – spiega ancora Il Fondatore dell’Amsi  – vedendo che dopo 2-3 anni non risolvono i loro problemi, cercano lavori in altri paesi d’Europa e del mondo. Essendo pagati a volte 7 euro all’ora, medici e professionisti sono costretti a cercare lavoro in altri paesi, come i paesi arabi, o in Inghilterra”. Sono insomma professionisti, laureati, specialisti qualificati (la cosiddetta “immigrazione di qualità”) che noi perdiamo.

Infine, Aodi lancia il suo allarme: non accettiamo più di essere considerati medici di serie B; nonostante il fatto che rispettino la legge vigente e i propri doveri, tanti colleghi non si sentono integrati nel SSN, malgrado il loro impegno quotidiano anche durante l’emergenza di coronavirus. Dal primo giorno abbiamo dato il nostro contributo e la massima disponibilità in Italia e nel mondo con Amsi e UMEM, presenti in 72 paesi. Dal Governo italiano è stato inserito nel decreto cura Italia, all’articolo 13 su proposta di Amsi e UMEM, il coinvolgimento dei medici stranieri nel SSN anche senza cittadinanza, che però ancora non è stato attuato, nonostante le 10 mila richieste di professionisti stranieri della sanità giunte all’Amsi dalle varie regioni italiane, sia dalla sanità pubblica che da quella privata.

Ufficio Stampa Amsi e UMEM