Più di 150.000 somali sono stati costretti a fuggire dalle proprie case dalla fine di giugno, di cui circa 23.000 solo nell’ultima settimana, a causa di improvvise inondazioni fluviali nelle regioni meridionali della Somalia. Secondo una rapida stima, le comunità di Hirshabelle e del Sud Ovest risultano essere tra le più colpite. Il 2020 è stato caratterizzato da gravi inondazioni che hanno causato lo spostamento di oltre 650.000 persone in tutto il Paese.

Molti dei nuovi sfollati vivono ora in rifugi improvvisati e sovraffollati, costruiti con vecchi vestiti, sacchetti di plastica, cartoni e bastoni in luoghi già inadeguati per gli sfollati interni. Tali rifugi forniscono scarsa protezione dalle intemperie e lasciano le famiglie esposte ad un maggior rischio di essere vittime di crimini, come rapine e stupri.

Le scorte di cibo sono scarse e molti sono gli affamati, con una crescente malnutrizione tra i bambini, a maggior rischio di morire di fame. In alcune aree, i prodotti alimentari di base, in particolare il latte e la verdura, hanno visto aumentare il prezzo tra il 20 e il 50 per cento.

Le condizioni sanitarie e l’accesso alle cure mediche sono scarsi. I partner in ambito sanitario avvertono del rischio di contrarre diarrea, malattie trasmesse da vettori, infezioni delle vie respiratorie e altre malattie trasmissibili che si diffondono rapidamente tra la popolazione sfollata. Sebbene non siano stati segnalati gravi focolai di COVID-19, i test rimangono estremamente limitati, e la congestione e le scarse condizioni igieniche sono fattori di rischio per una trasmissione diffusa.

L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha fornito a migliaia di famiglie colpite beni di prima necessità come coperte, taniche e teli di plastica, oltre che riparo e denaro contante. Le distribuzioni continueranno nei prossimi giorni e settimane, raggiungendo un totale di circa 70.000 tra le persone che stanno affrontando le piu’ gravi situazioni di vulnerabilità, tra cui donne, famiglie di donne con bambini, disabili, anziani, malati e membri vulnerabili della comunità ospitante.

L’assistenza dell’UNHCR sta raggiungendo alcune delle regioni più colpite tra cui Benadir, la regione del Sud Ovest, Hirshabelle, Jubbaland, Puntland e Galmudug. Il governo federale della Somalia ha attuato una risposta alle inondazioni, stanziando nelle ultime settimane 500.000 dollari per far fronte alle inondazioni nell’aerea sud-occidentale del Paese. Nonostante questi interventi, tuttavia, è necessario un maggiore sostegno umanitario per affrontare le insicurezze relative a cibo, acqua, servizi igienici, rifugi di emergenza e servizi sanitari.

Un numero maggiore di persone rischia di essere sfollato poiché le inondazioni potrebbero continuare in alcune regioni. Secondo l’ultimo rapporto consultivo sulle inondazioni redatto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), i livelli delle acque del fiume Shabelle continueranno a salire a causa delle forti piogge.

Le ultime inondazioni presentano un modello preoccupante, secondo cui le condizioni meteorologiche estreme stanno aumentando in frequenza e intensità. Prima di giugno 2020, inondazioni improvvise e fluviali causate da piogge stagionali hanno sfollato oltre 450.000 persone nel Paese. Con le inondazioni del 2018 e del 2019 che hanno causato rispettivamente 281.000 e 416.000 sfollati, i dati relativi agli sfollamenti dovuti a inondazioni mostrano un trend in aumento di anno in anno. Le ricorrenti emergenze climatiche della Somalia hanno un impatto devastante sulle comunità che dipendono fortemente dall’agricoltura e dal bestiame per il sostentamento.

Le crescenti inondazioni e i conseguenti sfollamenti avvengono sullo sfondo della lotta in corso in Somalia per limitare la diffusione del COVID-19, che ha un impatto sproporzionato sui più vulnerabili, compresi gli sfollati. Il governo della Somalia, l’UNHCR e i partner umanitari continuano a lavorare negli insediamenti di sfollati in tutto il Paese per fornire sia agli abitanti che alle comunità di accoglienza vulnerabili attrezzature mediche, dispositivi di protezione individuale, supporto igienico-sanitario e assistenza in denaro. L’UNHCR sollecita i proprietari terrieri nel Paese a sostenere, in queste circostanze estremamente difficili, una moratoria sugli sfratti.

La comunità internazionale deve sostenere urgentemente gli sforzi legati alle operazioni di soccorso. Finora l’UNHCR ha ricevuto solo il 33% dei 15,44 milioni di dollari necessari per le sue attività umanitarie in Somalia, per il supporto di circa 2,6 milioni di sfollati interni e 30.000 rifugiati e richiedenti asilo ospitati nel paese.

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