Dieci giorni fa, il 24 luglio, un’associazione di giovani menti creative e brillanti di una piccola città di provincia ha presentato il suo prossimo progetto. Si tratta di MACASS, un’associazione di Cava de’Tirreni, in provincia di Salerno, che si propone di unire le forze per dare vita a eventi culturali sul territorio. La location dell’aperitivo di presentazione era un luogo dedito all’innovazione, uno spazio rivalutato: il CAD, centro dell’artigianato digitale.

Ciò che li unisce e li anima è uno spirito creativo e propositivo e soprattutto l’amore per il loro territorio. Molti dei componenti hanno vissuto al nord o all’estero, ma sono tornati qui a mettere in pratica tutte le loro conoscenze per rivitalizzare e valorizzare il loro territorio, per promuoverlo e renderlo visibile ad una realtà più grande.

L’associazione è nata più di un anno fa e ha dato vita al MacFest 2019, un’intera giornata di mostra, speech e concerti. La location in cui si è svolto è un simbolo della rivalutazione del territorio. Il Complesso Monumentale San Giovanni con la sua atmosfera ha contribuito a rendere ancora più speciale una giornata dedicata all’incontro tra arte e cultura con l’innovazione della tecnologia.

Il presidente dell’associazione Francesco Oreste ci spiega cosa significa Macass e cosa vuole promuovere.

Il nome dell’associazione è MAC – acronimo di Musica, Arte e Cultura – che evidenzia gli elementi che vi proponete di promuovere e divulgare, ma qual è il principio alla base di tutto?

Il principio alla base di tutto è che senza cultura non può esistere sviluppo. Da ciò deriva una linea incline alla multidisciplinarietà e a un dialogo con le più variegate realtà, per creare un network più ampio. Abbiamo scoperto molte realtà nel nostro territorio che puntano al futuro e hanno voglia di crescere; tutto si basa su un concetto di cultura fluido e attuale. La nostra associazione vuole discostarsi dall’atteggiamento novecentesco che identifica la cultura come qualcosa di elitario, appreso solo attraverso lo studio di manuali. Beninteso, lo studio è di fondamentale importanza, ma lo sguardo di Macass prova ad andare oltre.

Cultura è un termine da intendersi a 360°, specialmente in un paese quale l’Italia di oggi. Cultura è la capacità di produrre la mozzarella campana, cultura è il modo in cui un imprenditore porta avanti un’azienda, innovandosi e reinventandosi a seconda delle necessità del mercato. Cultura è lo scrittore in erba, il produttore che passa tutto il suo tempo davanti ad un computer, l’artista dell’Accademia delle Belle Arti, che anche se non ha mai letto un saggio di storia o di filosofia è capace di emozionarci con le sue opere. Fa cultura tutto ciò che sottintende una ricerca e un nobile fine.

Il vostro motto è “Confrontare realtà, creare connessioni”. Hai detto che collaborate con molte realtà del territorio per ampliare la rete; quanto è importante per voi il confronto e l’unione di questa diversità?

Abbiamo costruito il nostro manifesto come un’associazione che prende un po’ da tutta la città, che vuole essere inclusiva, dare spazio a chi spazio non lo trova, rendere accessibile – e perché no, pop per così dire – un certo tipo di cultura che molto spesso naviga nell’ombra o il cui potenziale viene sottovalutato.

Un’associazione che si batte per il confronto e lo sviluppo per elevare la nostra città e la nostra comunità ad una visione globale. Per crescere e svilupparsi bisogna confrontare i pregi e i difetti, portare opportunità dall’esterno e creare una rete. Alla base dei nostri progetti c’è poi lo spirito eclettico e multidisciplinare che ci dà la possibilità di mettere in campo una moltitudine di fattori e di far dialogare fra loro attori diversi, capaci di confrontarsi e di creare connessioni. L’anno scorso abbiamo lanciato questo primo festival multidisciplinare che aveva voleva dimostrare con esempi concreti l’impatto che un evento culturale può avere sul territorio, in tal modo promuovendolo e incoraggiando il confronto tra le sue tendenze. Vogliamo mettere in rete persone e conoscenze e facilitare l’accesso a tali spazi di condivisione.

Da  dove nasce l’idea di Macass? Cosa vi ha spinto a creare un’associazione culturale?

In verità, l’idea del festival ha preceduto l’idea dell’associazione. Tuttavia, senza associazione non sarebbe stato possibile organizzare il festival, sia dal punto di vista burocratico che da quello umano. L’associazione è stata fondata da pochi amici di vecchia data che avevano in testa la pazza idea di creare un festival. Però poi moltissime persone si sono ritrovate negli ideali di cui il festival si faceva portatore – sia nella fase embrionale del progetto sia durante la sua prima edizione – quindi abbiamo deciso di investire seriamente nel progetto associativo. La nascita di Macass può essere una sorta di conseguenza naturale degli eventi che hanno portato alla realizzazione della prima edizione del MACfest. Dopo l’esperienza dell’anno scorso, che è stata molto forte e ha avuto un forte impatto, ci siamo interrogati sul ruolo che volevamo avere come associazione nella nostra società e ci siamo resi conto che avevamo realizzato qualcosa di più grande di quello che pensavamo. Oggi operiamo in maniera continuativa e parallela rispetto all’evento principale, che è appunto il festival.

In sostanza cos’è MACASS? Hai detto che molte persone si sono ritrovate negli stessi ideali del festival. Qual è la vostra visione in quanto associazione?

Non nascondo che non è stato semplice inquadrarla. Ad ogni modo alla base c’è la volontà di portare avanti una rivoluzione culturale. Sogniamo la costruzione di una comunità permanente e unita di artisti, produttori e imprenditori, legati da un forte spirito di iniziativa e una vocazione legata all’innovazione nel proprio campo. L’obiettivo è quello di avere una continuità attraverso l’organizzazione del MACfest, ma anche attraverso piccoli eventi ed iniziative, anche svolte in collaborazione con altre realtà. Esiste poi la volontà di creare una certa progettualità con i partner che entrano in contatto con la nostra realtà, crescendo insieme e sostenendoci a vicenda con le varie iniziative in campo per confrontarci.

Organizzerete altri eventi per il vostro territorio oltre al festival?

Siamo alla seconda edizione del MACfest; certo, non sarà l’edizione che ci eravamo prefigurati quando a gennaio ci siamo rimessi a lavoro, ma sarà estremamente avvincente e carica di contenuti. Non ci siamo fermati e durante il lockdown abbiamo attivato il nostro network collaborando con Tremil SRL, Legambiente e Medaarch per produrre più di 400 visiere protettive da donare agli operatori sanitari del nostro territorio. Questo per dire che la Macass sarà sempre in prima linea quando si dovrà fare i conti con lo sviluppo del territorio o con sfide più grandi, come quella che abbiamo vissuto quest’inverno.  Oltre al MACfest, durante l’anno contiamo di organizzare appuntamenti ed incontri portatori dei nostri valori. Cercheremo di farlo anche attraverso il nostro progetto editoriale: Macchiato, un magazine culturale indipendente volto in particolare al racconto del territorio o per meglio dire, dei territori.

A proposito di territorio, quanto pensi che il vostro possa dare e in che modo la vostra associazione si promuove di farlo emergere?

L’Italia ha la fortuna di essere enormemente eterogenea. Ogni Comune italiano ha una storia infinitamente precisa e ricamata, ha le sue tradizioni secolari e ne va orgoglioso. È questa la vera forza di un territorio. Ne consegue che ogni territorio ha delle potenzialità vincenti che, anche se nascoste o sopite, devono essere attivate. In particolare, il territorio sul quale operiamo rappresenta un esempio virtuoso, sia in termini folkloristici legati alla tradizione e all’arte, sia in termini imprenditoriali. Il modo migliore per attivare le potenzialità del territorio è quello di confrontare, confrontare tanto, fare i conti con realtà diverse, guardare cosa c’è di buono e rubarlo, così come evitare di commettere errori analoghi. È poi fondamentale far sì che gli attori principali dialoghino, interagiscano e mettano appunto strategie condivise volte allo sviluppo e alla crescita collettiva. La MacAss, nel suo piccolo, sta provando ad attivare questi meccanismi. Facciamoci promotori di un cambiamento condiviso e costruttivo.