“La scelta dell’incenerimento è sempre la peggiore: è l’esatto contrario dell’economia circolare e trasforma l’atmosfera in una discarica avvelenata. Nel caso di Scarlino, un impianto fuorilegge da anni, si tratta anche di una scelta tecnologicamente pericolosissima dato che l’impianto non rispetta le caratteristiche strutturali previste dalla normativa nazionale per abbattere le diossine in uscita dalle camere di post-combustione”. Il candidato presidente della Regione per Toscana a Sinistra Tommaso Fattori ha scelto di presentare la lista di Grosseto per le elezioni regionali davanti all’impianto di Scarlino, ricordando che “alcune settimane fa il gruppo di Toscana a Sinistra è riuscito a far approvare dal Consiglio lo stop alla nuova procedura di valutazione di impatto ambientale dell’impianto di Scarlino. Un atto, scritto assieme ai comitati e votato dall’intero Consiglio regionale, per mettere una pietra tombale sull’inceneritore”. “La nostra proposta alternativa – ha precisato – prevede che, al posto dell’inceneritore, sorga una ‘fabbrica dei materiali’ per il recupero di materia dai rifiuti, una soluzione razionale e in grado di dare molta più occupazione e reddito dell’incenerimento. Riteniamo sia questa la nuova filiera circolare da costruire, le cui basi e precondizioni sono la raccolta porta a porta e la tariffa puntuale”.
Il territorio della provincia di Grosseto è stato sempre centrale nel lavoro di Toscana a Sinistra nei cinque anni di legislatura appena conclusi. “Pensiamo da sempre che non debba esistere una Toscana di serie A e una Toscana di serie B, e che sia necessario recuperare i divari e le disuguaglianze fra i diversi territori della regione, a partire dalla costa, dalle aree montane e più disagiate che da tempo patiscono l’impoverimento dei servizi e un’impressionante desertificazione produttiva, come nel caso della zona amiatina”. Ciò significa “accelerare le bonifiche necessarie sul territorio di Orbetello e sostenere la creazione del Parco Nazionale del Monte Amiata insieme ai comuni del territorio, alle associazioni ambientaliste e alla cittadinanza per favorire lo sviluppo di un turismo rispettoso dell’ambiente”, continua Fattori “uscendo dalla monocoltura geotermica”. “Crediamo che l’area abbia tutte le carte in regola per entrare nell’elenco delle aree naturali protette, attraverso la progettazione di un modello di parco di nuova generazione”- contina Fattori. “Sarebbe un modo concreto per rilanciare il lavoro e l’economia amiatina promuovendo un miglior utilizzo degli incentivi e delle agevolazioni regionali, di cui le aziende della zona stanno facendo scarsissimo uso”. “In tutta l’area del grossetano vorremmo incentivare la creazione di una filiera per la trasformazione dei prodotti dell’agricoltura di qualità, creando nuovo lavoro e facendo restare sul territorio maggiore ricchezza”. Oggetto della visita di Fattori in Maremma è stato anche il tema della difesa della sanità pubblica. “A fronte di quello che è accaduto nei mesi scorsi sembra incredibile – ha detto – eppure la maggioranza di governo della Regione Toscana continua la sua opera di indebolimento della sanità pubblica delle aree considerate periferiche. Risale appena al luglio scorso una delibera che sancisce un ulteriore impoverimento della sanità territoriale grossetana. In pratica si continuano a tagliare e trasferire prestazioni di vitale importanza come dermatologia, oculistica o l’attività consultoriale”.
Fattori non ha potuto evitare una battuta conclusiva sul gravissimo atto di vandalismo neofascista avvenuto a Grosseto alcune settimane fa e si è voluto fermare a Follonica davanti alla lapide del parco della rimebranza dedicato ai caduti e ai partigiani: “qualche infame ha dato fuoco alla corona di fiori della lapide di Porta Vecchia che commemora i partigiani caduti nella liberazione della città dal nazifascismo: chi è indifferente è complice. Ma ci sono anche atti di vandalismo istituzionale, come quello del Sindaco di Grosseto che ha chiuso l’Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea accampando motivi strutturali ma in realtà compiendo una scelta politica molto grave, assestando un colpo mortale ad un importante luogo di ricerca e di memoria. Se sarò presidente della Regione assicurerò la continuità dell’ISGREC individuando immedtiatamente un’altra sede idonea per consentire il trasferimento della biblioteca e dell’archivio. Finché Provincia e Comune non troveranno un’altra sede, è fondamentale consentire all’Istituto di restare nei locali in cui si trova adesso”.

Fonte: Ufficio Stampa Toscana a Sinistra