Dal 6 al 9 agosto sui muri di Riace muralisti calabresi dipingeranno la storia del paese. Una storia fatta di artigiani, contadini, raccoglitrici e portatrici di acqua e olive. A farsi carico della nuova operazione, assieme a Mimmo Lucano, infaticabile “operatore sociale” ed ex sindaco del paese, Francesco Cirillo, già direttore artistico nel 2009 con I COLORI DELLA MEMORIA, murales dedicati alle vittime della mafia.

A Riace la storia quotidiana è fatta di immigrati, bambini, donne che provengono da paesi in guerra. Tante storie che si intrecciano con la memoria del paese. Una storia centrale all’operazione murales è quella legata a Mastro Bruno. Ce la racconta lo stesso Mimmo Lucano. “Domenico Pisani- dice Lucano- di Serra San Bruno, come la gran parte dei serresi (e non solo), era solito andare in pellegrinaggio ai Santi Medici Cosma e Damiano a Riace. Alla fine dell’800, incontra a Riace quella che diverrà la sua futura moglie e si trasferisce proprio a Riace. Sembra strano parlare di emigrazione da Serra a Riace, ma nei primi anni del 900 anche il poeta scalpellino Mastro Bruno Pelaggi, recatosi a Santa Caterina sullo Jonio per lavoro, si considerava un “emigrato” a causa della lontananza affettiva percepita in un luogo che non fosse il suo paese.

«Domenico Pisani dopo aver incontrato l’amore della sua vita alla festa dei Santi Cosma e Damiano, si è trasferito a Riace e ha continuato a fare il suo mestiere di fabbro. Mestiere che poi ha trasmesso al figlio Bruno; per questo motivo il luogo che inaugureremo il prossimo 8 agosto è ricordato come “La forgia di Mastro Bruno.”»

Ed ecco giungere a Riace durante la pandemia Tony, un ragazzo nigeriano, il quale aiutato da Mimmo a sistemarsi nel paese, per dimostrargli la sua gratitudine ha deciso di aiutarlo a ristrutturare questo nuovo posto della memoria, che in futuro potrebbe offrire lavoro proprio a Tony, Mario (ragazzo del Gambia) e Damiano (riacese figlio di pastori).

La nuova forgia verrà inaugurata l’8 agosto e mastro Bruno, primo forgiaro del paese, sarà raffigurato in un murale davanti alla sua officina. Altri artisti affiancheranno l’operazione e ne saranno parte viva, come Amaele, Mario Verta, Massimo Sirelli, Peter, Elle, Delfina, giovani provenienti da Cosenza, e poi la siciliana Simona Ponzù Donato, che ha già dipinto il Frantoio sociale, Giusi Marruzzo da Cervinara, che già nel 2009 dedicò un murale a Riace a Gianluca Congiusta ucciso dalla mafia sidernese, Francesco Cirillo che ristrutturerà il murale con le nuvole all’ingresso del Borgo solidale,  diventato il simbolo della Riace internazionale.

Un tripudio di colori e storie che si intrecceranno nelle vie di Riace, ravvivando il borgo della solidarietà, ricostruendo e rendendo vive storie di donne, di contadine, uomini, di fabbri, di tanti artigiani che hanno reso vivo il paese negli anni, prima dell’emigrazione  e dell’abbandono. Nel 2009 la prima operazione murales, coordinata da Francesco Cirillo, portò sui muri del paese la lotta alla mafia, con ritratti murari su Peppino Valarioti, Peppino Impastato, Rocco Gatto. Da quell’anno un susseguirsi di muralisti hanno reso Riace un paese dove la storia si legge sui muri e dove nessun sindaco potrà mai cancellarne la memoria. Oggi con la nuova operazione i colori ritornano a far diventare protagonisti gli artigiani e le storie di  un tempo.

Cirillo Grillo

Ciavula.

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