Il pomeriggio di coloro che, discriminati, orgogliosamente affermano che “Black Lives Matter” (le vite nere contano) visto con i miei occhi.

Ho deciso di fare un lungo reportage in bianco e nero, come se fossimo negli anni ’60, perché è a quel tempo che stiamo purtroppo tornando.

Sono rimasto basito quando alle 14:45 sono arrivato in piazza Castello, la manifestazione era prevista per le 15:00, la piazza era gremita di persone sedute che mantenevano le disposizioni sul distanziamento fisico.

Una piazza letteralmente piena di giovani e questo mi ha scaldato il cuore.

Dopo il doveroso silenzio dedicato alla memoria di George Floyd, si sono susseguiti numerosi speech.

Il tenore delle dichiarazioni al microfono è stato inequivocabile: le persone razzializzate sono stufe del trattamento che l’Italia riserva a loro.

Sono stufe delle difficoltà che devono affrontare quotidianamente, del fatto che non vengono trattate col dovuto e sacrosanto rispetto, e questo capita ovunque, in ogni situazione.

Alla fine del flashmob è partito un corteo che si è snodato per le vie del centro al grido di “No justice no peace”, “Fuck Salvini”, “Fuck Appendino”.

Il corteo si è fermato a protestare davanti al comune.

Un’ulteriore protesta sotto il comune a testimoniare una politica comunale che si fa fatica a non definire sprezzante nei confronti delle persone più sfortunate.

Negli speech in piazza non sono mancate le (doverose?) critiche alla gestione dei senza fissa dimora da parte del Comune di Torino, la cui Vicesindaca con deleghe al welfare, secondo indiscrezioni, durante la protesta davanti al Comune pare si fosse addirittura negata anche all’interlocuzione col Gruppo Abele, cosa che se vera sarebbe francamente inspiegabile: a quel punto ci sarebbe davvero da chiedersi se Schellino ha ben presente il concetto di welfare.

Restano comunque pesanti come macigni le dichiarazioni dell’Avv. Vitale sul totale rifiuto all’interlocuzione da parte del Comune di Torino durante quella protesta durata otto giorni.

Va detto che ieri la gestione dell’ordine pubblico è stata fortunatamente davvero improntata all’insegna della grande responsabilità, ho visto con i miei occhi (ero lì) i funzionari della Questura gestire in modo assolutamente nonviolento la situazione, e di questo va dato loro atto.

Come va dato atto ai manifestanti, in particolare ad alcuni di loro, lo stesso senso di responsabilità nel riuscire a gestire in modo nonviolento una protesta davvero molto sentita.

Si può dire lo stesso di una politica che sembra dividere piuttosto che unire? Sindaca Appendino: quando la gente non ha più nulla da perdere si ribella, e quando lo fa ci rimette tutta la cittadinanza.

2.000 persone (secondo stime e mio parere molto prudenziali) pensano che Black Lives Matter: e lei?

Magari potrà poi andare da determinati media a raccontare la Sua verità, ma occhi attenti non le permetteranno di riversare la colpa di eventuali disordini a coloro che, privati, esasperati, ridotti a non aver più nulla da perdere, si ribelleranno con forza.

Mi permetto di farle notare che appartiene ad un “partito” che si oppone alla – doverosa è dir poco – abrogazione dei Decreti Sicurezza e che Trump è “scappato” nel bunker invocando le forze armate, le quali si sono ben guardate dal raccogliere l’appello.

E io? io con forza affermo: Black Lives Matter!

 

Saremo lieti di pubblicare qualunque commento o smentita da parte di esponenti della giunta torinese.