Ne parliamo con Angel Bravo, membro della rete umanista per il reddito di base universale

Cos’è il reddito di base incondizionato e chi dovrebbe usufruirne?

Molti mezzi di comunicazione parlano di reddito di base ma si riferiscono a redditi minimi condizionati, che vengono concessi solo in determinate situazioni, per esempio in caso di povertà o disoccupazione. Il reddito di base ha 4 caratteristiche fondamentali: è incondizionato, ovvero per riceverlo non devi trovarti in nessuna condizione particolare; è universale, ovvero viene dato a tutti perché rispetta un diritto umano fondamentale, il diritto alla sussistenza materiale garantita. Dunque questo reddito viene dato anche ai ricchi in quanto è un diritto umano fondamentale come lo è l’educazione o la salute. La terza caratteristica è che il reddito di base è individuale, ciò significa che viene dato ad ogni persona e non al nucleo familiare. La quarta caratteristica è che il reddito di base è sufficiente, ovvero basta a sconfiggere la povertà di ogni paese e deve essere sufficiente a far vivere ogni uomo in maniera dignitosa. Se non sussistono queste 4 caratteristiche, non stiamo parlando di reddito di base, ma di qualche altro tipo di incentivo finanziario.

Il reddito di base è una somma in denaro che dovrebbe essere concessa dallo Stato a ciascun cittadino del propio paese, compresi gli immigrati legali di una determinata zona. Molti oppositori del reddito di base sostengono che questo potrebbe produrre un ‘effetto chiamata’, ovvero che molti immigrati inizierebbero ad arrivare in massa nei paesi che concedono il reddito di base. Quando parliamo di reddito di base incondizionato, parliamo di un reddito che dovrebbe essere concesso a tutti gli abitanti del pianeta. Chiaramente questo è difficile perché ci sono paesi molto poveri, che necessiterebbero di un trasferimento di denaro da parte dei paesi più ricchi, in modo da garantire ai propri abitanti il reddito di base incondizionato. C’è stato un esperimento pilota dove è stato concesso il reddito di base. L’esempio è la Botswana, una certa area dell’India con fondi caritativi provenienti dalle ONG del proprio paese.

Perché il reddito è considerato parte dei diritti umani?

Ogni essere umano ha il diritto di vivere dignitosamente, ed oggi con la grande ricchezza presente nel mondo, derivante dall’evoluzione tecnologica, questo potrebbe essere il possibile. Oggi c’è più ricchezza che mai, il problema è che è concentrata sempre in meno mani. Il reddito di base sarebbe uno strumento di giustizia ridistribuivo, aiuterebbe a redistribuire la ricchezza. Quelli che contribuirebbero maggiormente a finanziare il reddito di base sarebbero i più ricchi, e quelli che ne trarrebbero più beneficio sarebbero i più poveri. Il reddito di base si può considerare anche un dividendo della ricchezza comune dell’umanità. Il progresso è stato costruito grazie allo sforzo di tutti gli esseri umani del pianeta e grazie all’apporto delle generazioni passate. Qualche tempo fa, venne chiesto ad un premio Nobel di economia americano, quanto secondo lui fosse importante il lavoro umano attuale nelle entrate economiche del mondo in quello stesso momento. Egli rispose che dicendo un 10% avrebbe esagerato, perché più del 90% era dovuto a tutti gli sforzi accumulati delle generazioni antecedenti. Dunque il progresso umano del quale tutti beneficiamo, è il prodotto del lavoro dell’intera umanità, ed è per questo che tutti gli esseri umani hanno il diritto di usufruirne.

Oggigiorno si pensa che per sopravvivere devi per forza avere un lavoro remunerato. Bisogna fare una distinzione tra un ‘impiego’ che è un lavoro remunerato, e tutti gli altri tipi di lavoro dell’essere umano. L’uomo lavora sempre, converte i propri sforzi per produrre e fare cose. Dunque bisogna dire che ci sono diversi tipi di lavoro: c’è il lavoro domestico che rappresenta quasi il 35% e non è riconosciuto come tale. C’è poi il lavoro volontario ed è enorme il contributo che danno milioni di persone in tutto il mondo. E c’è anche il lavoro artistico o lo studio che non viene considerato come lavoro e non è retribuito. Nonostante ciò, viene considerato lavoro solo quello che è remunerato e per questo molta gente per sopravvivere ha bisogno di un impiego. Tutto ciò poteva andare bene in passato, ma oggigiorno è una situazione insostenibile perché la rivoluzione tecnologica tende ad automatizzare tutto. Diversi studi mostrano che in 15 o 20 anni al massimo, il 50% degli impieghi non esisterà più e senza dubbio l’essere umano ha il diritto di poter vivere. Dunque se il lavoro scarseggia e l’essere umano non può sopravvivere grazie ad esso, bisogna che l’uomo abbia un’altra possibilità di vita, che è il reddito di base incondizionato.
Questo diritto lo stanno già riconoscendo i grandi leader delle nuove imprese tecnologiche: le imprese di Silicon Valley e lo stesso Bill Gates, pensano che sia inevitabile dare un reddito di base alla popolazione. Quando i grandi capitalisti delle nuove imprese tecnologiche vedono il reddito di base come una cosa inevitabile, non significa che lo facciano perché sono altruisti o per una questione etica. Se arrivano a questa conclusione è perché hanno compreso che questo è l’unico modo per far si che il sistema economico non si distrugga. Se molta gente perde il lavoro la conseguenza è un gran caos sociale. Di questo, i primi a farne le spese sono proprio i capitalisti, dunque il sistema va protetto. Per proteggerlo è necessario un reddito di base incondizionato.

Come è possibile finanziare un reddito di base incondizionato?

Qui in Spagna c’è una rete a sostegno del reddito di base, che è stata fondata da alcuni professori di economia dell’università di Barcellona. Hanno fatto uno studio molto importante su come finanziare il reddito di base. Hanno dimostrato come un reddito base incondizionato è perfettamente finanziabile anche in maniera rapida, semplicemente aumentando la fiscalità, ovvero aumentando le imposte pagate dalla gente. Questo aumento delle imposte coinvolgerebbe solamente il 30% della popolazione, la parte più ricca. Il 70% della restante popolazione riceverebbe più denaro di quello che andrebbe a pagare con le imposte. Questa si chiama fiscalità progressiva, che significa “paga di più chi ha più denaro”.
Ci sono allo stesso tempo molti altri metodi per finanziare il reddito di base, ad esempio: attraverso delle imposte sulle emissioni di gas nocivi, sui consumi eccessivi e molti altri.

E’ giusto dare anche a chi non ha un impiego, il reddito di base incondizionato?

Non è solo giusto ma è anche necessario. Il reddito di base permetterebbe a tutti di avere una certa sicurtà che darebbe a molti la possibilità di fare il lavoro che più preferiscono. La gente disoccupata qui in Spagna è obbligata in molti casi ad accettare qualsiasi tipo di lavoro gli venga offerto, anche mal pagato che li porta a sottostare ad una condizione di schiavitù, perché senza di esso non avrebbero modo di sopravvivere. Avere un reddito di base permetterebbe a chiunque di accettare soltanto i lavori ben remunerati e farebbe in modo che la gente possa riservare più energia mentale per programmare e scegliere il tipo di vita che vuole davvero vivere. Oggi la gente pensa soltanto a come sopravvivere, a come arrivare a fine mese, a come riuscire a mangiare, a come mantenere la propria famiglia, e non ha il tempo materiale di pensare a quale lavoro gli piacerebbe svolgere e a quali sono realmente le sue vocazioni e predisposizioni. Il lavoro che corrisponde alle proprie vocazioni da maggiori benefici alla società nella quale viviamo. Dunque il reddito di base permetterebbe alla gente di svolgere più lavori volontari e artistici.

Sono stati fatti diversi esperimenti che hanno dimostrato come la gente con il reddito di base incondizionato non smette di lavorare. Al massimo ciò che accade è che le persone dedicano meno tempo ad un lavoro remunerato, perché preferiscono impiegare il loro tempo con i propri figli, a migliorare la propria formazione, a studiare, a fare un lavoro volontario o artistico, oppure con il poco denaro del reddito di base decidono di implementare un’impresa propria. Più del 90 per cento della gente è sempre propenso al ‘fare’, il 10% sono quelli che non fanno nulla.

A quanto dovrebbe ammontare un reddito di base sufficiente?

La quantità monetaria del reddito di base varia da paese in paese, a seconda del costo della vita. Deve essere sufficiente per far si che un individuo possa permettersi beni alimentari, il vestiario, beni tecnologici che possano garantirli la comunicazione. In questa pandemia molta gente ha ricevuto un reddito base di emergenza e di quarantena. Il vantaggio del reddito di base incondizionato è che è molto veloce: non devono sussistere dei requisiti per riceverlo, non bisogna fornire alcun tipo di documento e non bisogna attendere prima che qualcuno decida a chi deve e a chi non deve essere dato. I redditi attuali implicano molto spreco di carta e una lunga burocrazia che a sua volta porta con se un’enorme spreco di denaro e di tempo. Noi umanisti per il reddito di base universale, diciamo che la crisi non è di adesso ma deriva da un lungo processo iniziato nel 2008 con il collasso finanziario del Lehman Brothers Holdings. Oggi questa crisi continua e andrà a peggiorare perché la tendenza del sistema è quella di concentrare la ricchezza sempre in meno mani. Dunque il reddito di base non può essere concesso solo per il tempo della pandemia ma deve essere permanente.

Il reddito di base può risolvere i problemi di esclusione sociale?

Certo. Con il reddito di base non ci sarebbero più poveri perché ognuno avrebbe il modo di sopravvivere, e inoltre, andrebbe a cadere il concetto di ‘povero’ che abbiamo oggi. Con i redditi e i sussidi condizionati che si danno oggi, si va a stigmatizzare la persona che li riceve come ‘povera’. Quest’etichetta di povero tende ad escludere l’individuo all’interno della società. Il reddito di base incondizionato deve far parte di un sistema di giustizia di uno Stato avanzato dove esiste l’istruzione gratuita per tutti, la sanità gratuita per tutti e dove tutta la popolazione può avere accesso a delle cure gratuite e assistenza in anzianità, e a dei generi alimentari a costi adeguati. Diversamente dai guru di Silicon Valley, la nostra proposta di reddito base incondizionato va ad inserirsi in uno Stato avanzato, è un complemento del sistema e non l’unica soluzione.

Oggigiorno non c’è ancora alcuno Stato sulla terra che garantisca ai propri cittadini un reddito di base incondizionato. Soltanto l’Alaska da’ un reddito a tutti i suoi abitanti, ma solo una volta all’anno, e lo finanzia con i profitti del petrolio. In tutti gli altri stati ci sono solo delle proposte e dei progetti che spero potranno realizzarsi al meglio.