In Senegal e Gambia è partita la campagna “Stop Coronavirus” di Energia per i Diritti Umani Onlus, per sensibilizzare la popolazione sui reali pericoli della pandemia e distribuire gratuitamente le attrezzature per prevenire la trasmissione di agenti patogeni.

«Oggi abbiamo fatto una grande operazione, con 27 volontari divisi in vari gruppi. Abbiamo bussato alle porte di 560 case, ognuna delle quali con più famiglie, e abbiamo consegnato varechina, sapone e gel per le mani. Qui in Senegal, e soprattutto a Pikine, buona parte della gente non conosce i rischi del coronavirus. Molti non credevano nemmeno che esistesse questa malattia», racconta il 29 marzo Oumar Khassimou Dia, vicepresidente dell’associazione partner Énergie pour les Droits de l’Homme Sénégal.

Le sue parole dalla periferia di Dakar testimoniano l’impreparazione dell’Africa all’arrivo del virus (già a metà mese Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, tuonava: “Il mio continente deve svegliarsi”), ma anche la corsa contro il tempo di istituzioni e organizzazioni presenti sul territorio per mettere in piedi sistemi di prevenzione e informazione il più pervasivi possibile.

Facciamo un passo indietro. Il 29 febbraio, come di consueto dal 2017 (e dal 2003 al 2010), Energia per i Diritti Umani inaugura la Campagna “Stop Malaria” nell’occidente subsahariano, questa volta con l’ausilio dei volontari del Servizio Civile Universale. In un breve intervallo si verificano:

  • i primi casi di contagio da coronavirus
  • la sospensione delle attività scolastiche e degli eventi pubblici
  • la chiusura degli aeroporti, lo stato di emergenza e il coprifuoco

Senegal e Gambia contano 142 malati accertati il primo e 3 il secondo (dato del 29 marzo). Il rischio è che ci sia una sottostima nei numeri: il continente ha ancora pochi reparti per processare i test – nella media ce n’è uno per capitale; inoltre viste le condizioni sanitarie e sociali dei paesi la diffusione del virus può degenerare in pochissimo tempo. Mancano terapie intensive (poche centinaia di posti per più di 1 miliardo di abitanti), personale specializzato e divulgazione adeguata. «Per supportare il sistema medico locale abbiamo deciso di donare alle strutture sanitarie di Dakar e dintorni guanti e mascherine. In questo momento ce n’è una grave carenza; tra l’altro i prezzi sono saliti molto», spiega sempre Oumar.

La presenza ventennale e la solida rete di collaboratori hanno permesso di far partire in tempi rapidi la campagna “Stop Coronavirus” nei centri urbani di Dakar, Pikine e Keur Massar in Senegal e nelle aree rurali di Ndiadiane, Sossop, Tataguine e Bandoulou (ancora in Senegal) e di Ballanghar, Genjie, Kauur in Gambia.

Il primo intervento è consistito in un piano di sensibilizzazione, tramite l’invio di messaggi WhatsApp, l’affissione di volantini e il porta a porta: spiegare le norme igieniche da rispettare, la necessità di uscire di casa solo per emergenze e di mantenere distanze adeguate tra persone.

Con l’aiuto dell’associazione londinese People for Change sono stati installati nelle strade dei villaggi in Gambia bidoni di acqua e varechina, con rubinetto, per lavarsi frequentemente le mani. In Senegal, invece, il 27 marzo sono giunti 380 saponette, 3000 bottiglie di varechina, 500 paia di guanti, 500 mascherine, 200 confezioni di gel mani.

E siamo ritornati all’inizio del racconto, con la distribuzione dei kit tra le persone e il continuo sforzo di diffondere dati, materiale e indicazioni utili. Col lancio, il 29 marzo, della raccolta fondi su Facebook “StopCoronavirus: la Pandemia dove l’Acqua manca” si apre la fase due, ancora in corso: rendere ancora più efficace l’azione, raddoppiare gli aiuti, portare avanti in tempi rapidi le attività di prevenzione. Perché il virus non aspetta.

Lo svolgimento di “StopCoronavirus” è quotidianamente riportato sui canali social di Energia per i Diritti Umani ONLUS.

Per donazioni l’IBAN è IT35S0501803200000011082344 (Energia per i Diritti Umani ONLUS – Banca Etica, agenzia di Roma). Causale: Donazione Stop Coronavirus.