Come fronteggiare la famigerata Bestia e i suoi derivati? La creazione della “Bella” punta a contrastare l’odio in rete, gli insulti e le fake news per riportare la politica sui toni giusti, tirando fuori il lato umano delle persone, rendendole consapevoli e andando ad intaccare la popolarità delle pagine più violente e pericolose. Parliamo di questo e di molto altro con uno degli ideatori di questo progetto creativo e originale.

Come è nata l’idea de “La Bella e la Bestia”?

Su Facebook vedevo le notifiche di una mia amica che commentava i post su alcune pagine e ho iniziato a darle una mano nelle conversazioni. All’inizio mi sembrava fatica sprecata, ma poi ci siamo resi conto che, pur essendo solo in due, eravamo in grado di abbassare i toni della conversazione e spesso di dialogare con le persone invece di litigare.

Abbiamo iniziato a studiare il fenomeno, a incrociarlo con le nostre esperienze e abbiamo capito che se fossimo stati di più avremmo potuto ottenere risultati incredibili.

Come si è sviluppato questo progetto?

Abbiamo teorizzato il problema e proposto una soluzione: la rete è stato troppo spesso ignorata, eppure è determinante per la generazione del consenso politico. Per come è fatta, la rete polarizza le persone; ci circonda di contenuti che ci piacciono e di persone simili a noi.

Se hai un’opinione o una tendenza, essa sarà confermata e consolidata dall’illusione che tutti la pensino come noi e che siamo forieri della verità assoluta. In questo errore cadiamo tutti, chi è di sinistra, chi è di destra e chi è indeciso.

È un banale tecnicismo della rete: algoritmi, cookies, profilazione eccetera. Se tu cerchi ‘La Repubblica’ su Google, dal giorno dopo ti proporrà gli articoli di Repubblica in prima posizione. Se su Facebook un tuo amico ha messo un like alla pagina della Boldrini e lo fai anche tu, Facebook ti mostrerà altre pagine di politici dello stesso schieramento e ti suggerirà come amici altre persone che hanno messo lo stesso like. Il gioco è fatto: sei profilato anche tu. E crederai di essere informato, ma non è così. Sentirai solo una campana.

Inoltre, si parla tanto della Bestia, ma è stupido pensare che solo loro stiano utilizzando fake news, odio e paura per generare consensi. Loro sono semplicemente più bravi degli altri. Se non hai un’idea e accedi alla rete, è facile essere trascinati dalla parte del più forte; questo spiega il loro successo strepitoso. E lo stesso meccanismo spiega anche il fiorire di alcune nicchie estremiste: avere l’illusione di essere di più di quanti si sia in realtà dà il coraggio di uscire allo scoperto, perché ci si sente legittimati.

All’inizio seguivamo solo alcune pagine, poi, anche su segnalazione degli utenti che man mano conoscevamo abbiamo iniziato ad intervenire anche su pagine di segno opposto, trovando anche lì un mare di odio, che però faceva meno rumore perché gli utenti coinvolti erano molti meno.

Intanto ci preparavamo sui contenuti ricorrenti, così da poter intervenire puntualmente nelle discussioni dicendo: “Ehi, non è vero quello che ti stanno dicendo, guarda che le cose stanno così…” E così via.

Infine, abbiamo messo a punto una precisa metodologia di intervento. Profili non schierati, contenuti moderati, tempistiche di intervento, tono di voce, contenuti, eccetera.

A che punto siete adesso?

Tutto è cambiato quando le Sardine sono scese in piazza. Noi eravamo a Como, non conoscevamo nessuno. Né io né la mia amica avevamo mai fatto parte di un partito e non abbiamo neppure una precisa connotazione politica. Pensanti sì, informati sì, ma non schierati.

Pensavamo di essere soli, invece ci siamo trovati circondati da persone eterogenee, ma che condividevano con noi gli stessi ideali. Così, alla prima assemblea, abbiamo proposto di trasformare alcune Sardine in Cypersardine ed è nata ‘La Bella’.

In poco tempo abbiamo coinvolto un centinaio di persone tra collaboratori, formatori, moderatori.  Abbiamo organizzato delle serate di formazione per istruire le persone su come intervenire nelle conversazioni. Abbiamo persino fatto un laboratorio di lingua italiana. Abbiamo poi chiamato  degli esperti a parlare del sistema degli affidi, dei flussi migratori, dei decreti sicurezza…

E per chi non poteva essere presente, abbiamo messo a disposizione una cartella pubblica condivisa con tutto il materiale, con consigli su come procedere, link ‘neutri’ che potessero essere condivisi nelle conversazioni per ristabilire la verità eccetera.

Abbiamo creato un gruppo Facebook per restare in contatto tra di noi, per condividere il materiale e per il reclutamento. Abbiamo anche dei gruppi di Whatsapp dove alcune sentinelle segnalano i post in cui è necessario intervenire e ci diamo una mano.

La cosa più faticosa è far capire a tutti che dobbiamo essere arbitri e non giustizieri. E che dobbiamo essere equi e pacati, sempre.

Quali sono i prossimi passi che vi proponete?

Al momento, del centinaio di persone presenti, meno della metà sono pronte per intervenire. Dobbiamo rodare i meccanismi della formazione a distanza, anche perché, a parte qualche pensionato e qualche disoccupato, la maggior parte di noi lavora e quindi il tempo a disposizione non è molto.

Ma la cosa più importante è crescere di numero e coinvolgere altre provincie.

L’odio nella rete è ovunque, sia nelle pagine nazionali che nelle pagine locali. Al momento siamo efficaci nelle pagine della provincia di Como e su alcune pagine nazionali non molto visitate.

Il nostro sogno è diventare così tanti e capillari da poter garantire copertura su tutte le pagine che diffondono odio.  L’attivismo in rete ha un vantaggio: puoi farlo dove vuoi e quando vuoi! Sulla metro, sul divano, alla fermata dell’autobus. Puoi dedicargli qualche minuto o qualche ora, puoi dare una mano alla Bella senza cambiare il tuo modo di vivere, perché puoi essere utile anche nei tempi morti che hai durante la giornata e contribuire, anche con pochi minuti al giorno, al raggiungimento del numero di persone in grado di neutralizzare l’odio. Come se fosse una donazione a una Ong; decidi tu se donare 1 euro o 1.000.

A proposito, per entrare in contatto con noi è sufficiente aderire al gruppo Facebook 6000 Sardine Como e chiedere informazioni riguardo a ‘La Bella e La Bestia’.

Che valore ha per te questo strumento per opporti all’odio dilagante in rete e nella società?

Possiamo parlare del valore che speriamo possa avere?

Questo progetto è utilissimo innanzitutto a chi ne fa parte ed è aperto a chiunque condivida quei valori, non solo ad una specifica parte politica. Ad esempio, mi fa ridere leggere che tutte le Sardine sono di sinistra. Io mi trovo a coordinare un progetto delle Sardine e non sono di sinistra.

È utile a tutti perché per partecipare occorre formarsi e informarsi, avere uno spirito critico ferreo ed essere pronti a mettere in discussione i propri valori. Se viene segnalato un post con una fake news o un messaggio che genera odio proprio nella pagina del partito che voti, sei pronto ad intervenire? Se la risposta è no, non sei adatto a fare parte della Bella.

Far parte della Bella è molto difficile, perché si è stretto contatto con l’odio ogni giorno. Leggere certe cose fa male e spesso subiamo attacchi personali orribili. Qualcuno ha già mollato perché, semplicemente, non era in grado di sopportare.

Per questo ha un grande valore quello che facciamo. Spesso chi scrive certe cose in rete lo fa perché è fomentato dal branco o dal politico di turno, ma se preso di persona o al bar è molto migliore di quello che sembra, anche se ha idee diverse dalle nostre. O addirittura, partorisce alcune convinzioni perché è stato indottrinato a farlo, con messaggi falsi o con l’utilizzo della paura.

Noi non vogliamo a tutti i costi far cambiare idea alle persone. Noi vogliamo entrare in contatto con loro e dialogare. La politica vuole creare dei muri. Noi vogliamo abbatterli.