La terra è scuola di vita. Dalla sua cura e dalla sua stessa vita potremmo distillare insegnamenti e progetti che ci possono orientare meglio nella nostra esistenza e persino aiutarci a “restare umani”. Quando poi questa relazione con la terra diventa “agricoltura sociale”, la relazione è ancora più evidente.

Un progetto in questa direzione è stato realizzato nella serra del carcere di Viterbo. Semi liberi è un progetto di O.R.T.O. – organizzazione recupero territorio e ortofrutticole, e ha l’obiettivo di rimettere in piedi le persone detenute grazie al reinserimento nel ciclo produttivo e alla formazione continua.

Leggo dal sito: “Le risorse umane vengono reintegrate nel ciclo di produzione e vendita di prodotti freschi di alto livello nutritivo: germogli crudi, radici aromatiche, specie erbacee spontanee addomesticate”. I germogli vengono commercializzati e venduti. Non si tratta di una cosa tanto per fare e la professionalità si acquisisce davvero. E io fino a Natale mi impegno a farmi eco solo di buone notizie.

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