E’ stata inaugurata ieri la rassegna di tre giorni coordinata dal Maurice GLBTQ di Torino.

Lesbicx si occupa di transfemminismo, queer, xenofemminismo, lesbofobia, transfobia, cyborg, tecnologia, intersezionalità, violenza, sfruttamento, rapporti di potere, ecofemminismo, non binarietà, migrazioni, sex working, economia mutualistica, performatività, agire comunitario, affetti, disabilità, rapporto con i corpi, sessualità, lotta ai nuovi fascismi, globalità delle lotte, fat queer activism, media digitali, poesia. Lesbicx è un percorso per pensare e agire insieme, una rete che aspira a essere leggera e solida al contempo, una rete in divenire.

Questo è il secondo incontro sul territorio nazionale dopo quello di Bologna a febbraio, che ha sancito la nascita di Lesbicx

Non era previsto che sopravvivessimo

Dal sei all’otto dicembre si terrà a Torino, negli spazi di via Baltea 3, la seconda edizione di Lesbicx, evento organizzato dall’associazione Maurice GLBTQ, insieme a un gruppo di lavoro composto da lesbicx di varie città, col sostegno del Coordinamento Torino Pride e col patrocinio del Comune di Torino. Tre giorni per incontrarsi, darsi stimoli culturali e politici, divertirsi, all’insegna di una soggettività lesbica non più normativa. Forte della sua storia e della sua autorevolezza, il lesbismo espresso da Lesbicx accoglie tutte le soggettività che un tempo venivano considerate “non abbastanza lesbiche”, o comunque marginali, come le donne trans, quelle intersex, le persone non binarie, le migranti, le persone con disabilità, le grasse, con molta attenzione all’intersezione tra i diversi tipi di discriminazione che i soggetti complessi che abitano il nostro presente possono subire.

A evidenziare l’attenzione su questi temi, che sono la stessa ragione d’essere di Lesbicx, il titolo di questa seconda edizione è: Non era previsto che sopravvivessimo, citazione dalla poesia Litania per la sopravvivenza della poeta afroamericana e lesbica Audre Lorde.
Torino raccoglie il testimone da Bologna, dopo il successo della prima edizione bolognese, svoltasi ai primi di febbraio 2019. Il fatto stesso che in un anno solo si sia arrivate a organizzare due edizioni, testimonia l’urgenza di affrontare i temi proposti e di riprendere parola pubblica come lesbiche, dopo anni di attenzione dedicata – per forza di cose – quasi soltanto al riconoscimento delle unioni civili e ai diritti ancora oggi assenti delle famiglie LGBT+. A riprova di questa necessità diffusa, il crowdfunding ha raggiunto e superato l’obbiettivo che si era proposto, 2000 euro, ben prima della scadenza della campagna.
Roberta Padovano, storica militante del Maurice e padrona di casa di questa edizione di Lesbicx, afferma di aver sentito il desiderio di organizzare questo evento perché: «La storia lesbica torinese è ricca di intuizioni Lesbicx, a partire proprio dall’esperienza breve ma indimenticabile delle Brigate Saffo a cui dedichiamo questa edizione. Erano proletarie – prosegue Padovano – alcune con una storia familiare di migrazione interna, e già negli anni ’70 avevano rotto lo stereotipo che vedeva le questioni LGBT+, quindi i diritti civili, scollegate dalla giustizia sociale. Le Brigate Saffo connettono il loro essere femministe, lesbiche, proletarie, in un modo che oggi definiamo intersezionale».
Inoltre, aggiunge Padovano: «Torino è una città dove sono accadute e accadono cose importanti per il movimento LGBT+, ma è anche la città dove vive una comunità lesbica ricca e variegata. E il nostro Lesbicx è anche un evento di comunità, di quella che c’è e di quella che vogliamo contribuire a costruire, in cui si pratichi l’antirazzismo, vigilando al proprio interno innanzitutto, in cui si pratichi l’intersezionalità reale, ma anche l’internazionalismo».

Proprio per questo, nei tre giorni in cui si articola il programma sono presenti diverse tipologie di eventi: apre i lavori il cerchio di donne migranti e non di venerdì 6 dicembre alle ore 16, per proseguire con il genius loci Margherita Giacobino che dialogherà con Denise Cappadonia  a proposito della radicalità di Valerie Solanas. La serata prosegue dopo cena, alle 21, con l’appuntamento performativo di poesia lesbica curato da Paola Guazzo e Sonia Zammitti, e con la proiezione, a seguire, di una selezione di cortometraggi da Some prefer cake, festival di cinema lesbico bolognese che è da anni un appuntamento nazionale.
La giornata di sabato 6 dicembre riparte dal focus sull’intersezione tra soggettività migranti e lesbiche, grazie al racconto della sua esperienza che ci regalerà Annable Sunday, seguito dal panel Monomodelli tossici, che intreccia ricerca e attivismo, e ha come obbiettivo quello di porsi e porci delle domande, anche sui rapporti tra femminismi ed ecologismo.
Nel pomeriggio, verranno affrontati altri due snodi: la presenza sempre maggiore di donne trans a ingrossare le fila della soggettività lesbica, con l’incontro ZTL – zona trans lesbica, e la costruzione di immaginari, operazione fondamentale per tutte le soggettività minoritarie, con il panel La fabbrica (lesbica?) dei sogni.
La serata del sabato prosegue all’insegna del divertimento con, a partire dalle 21, la performance O, di Rachele Borghi, che parte dal testo Le Guerrigliere, di Monique Wittig, e a seguire ben due concerti, quello che unisce musica e cabaret delle Mélo-Coton, e quello del gruppo Fran e i pensieri molesti. A chiudere la serata, il dj set di Polina dj.
Domenica 8 dicembre sarà tutta dedicata alla discussione assembleare, che partirà alle 10 con i tavoli di discussione tematici, per continuare nel pomeriggio con l’assemblea plenaria che chiuderà i lavori. Interessante elemento di novità è la possibilità di creare dei self organized spaces, a latere della discussione ufficiale, per trovare altr* con cui affrontare gli argomenti a cui si tiene particolarmente ma che non compaiono nei panel.

ASPETTANDO LESBICX: LE AFFISSIONI
La notte scorsa, tra martedì 3 e mercoledì 4 dicembre, un gruppo di attiviste, capitanato da Roberta Padovano, ha compiuto un’azione simbolica, con l’affissione di alcune targhe toponomastiche dedicate a femministe, lesbiche e trans che hanno lasciato il segno: via Marielle Franco, Corso Carla Lonzi, via Leslie Feinberg, via Hevrin Kahalaf.
Pratica sempre più diffusa negli ultimi anni, di rinascita di un movimento femminista popolare come Non una di meno, «L’affissione è un atto simbolico per segnare i luoghi che attraversiamo, per prenderci queste strade», ha commentato Padovano.
«La toponomastica è molto importante – ha continuato l’attivista –  perché è anche su di essa che si costruisce l’immaginario della storia. E le nostre strade sono troppo piene di generali e condottieri, mentre la nostra storia, di tutte e di tutti, è fatta anche da donne che hanno aperto il cammino di liberazione per i diritti civili, per le arti, per il cinema, per la letteratura.  È anche un modo – ha concluso padovano – di lottare contro un’epoca la cui tendenza imperante è essere senza memorie, antiche e recenti. noi pensiamo che ci sia urgenza di lasciare tracce visibili, e questo atto la  simboleggia».

ACCESSIBILITÀ
Gli spazi di via Baltea sono completamente accessibili per le persone con disabilità.

Ci sarà un servizio di interpretariato LIS (lingua italiana dei segni, ndr) non attivo durante gli spettacoli, mentre i cortometraggi proiettati saranno sottotitolati.

L’hashtag ufficiale dell’evento è #Lesbicx2Torino

INFO: https://www.facebook.com/events/1437520743071220/

lesbicxtorino2019@gmail.com