Tra il 1943 ed il 1944 Anna Macchioro si rifugia a Cotignola, è scampata ai rastrellamenti, è ebrea. In questo piccolo centro romagnolo Vittorio e Serafina Zanzi organizzano e coordinano una rete di solidarietà a cui devono la vita in tanti, non solo Anna, le sue figlie e il marito, Ernesto De Martino.

A Ernesto De Martino, storico delle religioni, etnologo e antropologo, che a Cotignola, Paese dei Giusti, scrisse Il mondo magico, è dedicato l’intervento di DEM nell’ambito del progetto Dal Museo al Paesaggio inauguratosi i primi di settembre. È Federico Settembrini, Assessore alla Cultura, che in questi ultimi anni ha promosso progetti d’Arte legati al territorio, scegliendo gli artisti dopo averne approfondito percorso e progetti di ricerca.

DEM, che sui muri ha ‘scritto’ parte della storia della Street Art, è un ricercatore instancabile del rapporto uomo-natura-magismo primitivo che indaga con tecniche e strumenti diversi: pittura, taglio e cucito,  ceramica, scultura, video.

Quando Federico Settembrini lo ha invitato a dipingere a Cotignola per rendere omaggio al Professore (così prudentemente, data la situazione, lo chiamavano in paese), Marco ha proposto di sviluppare l’intervento intorno al concetto di ‘protezione’, utilizzando criteri e metodi propri dell’indagine di De Martino, innanzitutto l’ascolto.

Mentre mi racconta degli incontri con le famiglie del villaggio UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration – Amministrazione delle Nazioni Unite per l’Assistenza e la Riabilitazione delle zone danneggiate durante la II Guerra Mondiale), il ritmo si fa più veloce, il tono entusiasta: lo hanno accolto, hanno cucinato per lui, gli hanno raccontato le loro storie, di partenze e di ritorni, del Venezuela e dell’Uruguay, degli amuleti che li hanno protetti e che conservano ancora. Uno di loro gli mostra la higa de azabache. Ricavata dagli alberi fossili, raffigura un pugno nero con il pollice che sporge tra indice e medio, un talismano che ha attraversato decine di secoli, è sopravvissuto all’Inquisizione e viene creato ancora oggi.

Uno dopo l’altro prendono forma sui muri delle case 5 simboli di protezione, frutto di relazione e interazione tra l’artista e i proprietari, di scambio tra memoria e immaginazione, tra un altrove ed un qui ed ora. Higa de azabache, Àncore, Uroboro, Mano di Fatima, Vegvísir, frammenti magici.  «L’errore nasce solo quando la magia viene spiegata in termini scientifici», avvertiva Wittgenstein.

L’ancestrale, il mondo magico, “come forma di civiltà”, “bene culturale” in cui “la presenza stava come compito e maturava come risultato”, che De Martino riscatta dall’interpretazione di ‘realismo ingenuo’ ancorandolo alla realtà storica, viene riconfigurato da DEM e attualizzato recuperandone contenuti e strumenti di comunicazione.  Con il varcare la soglia dell’’essere primitivo’, entrando in contatto con esso, cadono sovrastrutture mentali e fisiche della presunta superiorità della civiltà contemporanea. Attraverso la ricostituzione del legame con la Trascendenza e la Natura del mondo antico, la cui essenza attraversa il tempo senza soluzione di continuità, Marco restituisce un sapere originario su cui rimodellare il vissuto e l’immaginario individuale e collettivo.

 

Tanti gli artisti che hanno dipinto a Cotignola: Gola Hundun, Reve Più, Gonzalo Borondo, Signora K, James Kalinda, Collettivo Fx, Mina Hamada, Zosen Bandido, Martoz, Irene Lasivita, Marina Girardi e Rocco Lombardi, Tellas, Gio Pistone, Hyuro, About Ponny, Massimiliano Fabbri.

Qui la mappa interattiva di tutti i murales, realizzata da Romagna Sentieri: https://uploads.knightlab.com/storymapjs/7503d3539431303e7a102d5f779ae337/storia-di-ma/index.html

Foto di Marco Barbieri e Gioele Mariani