A seguito del voto di fiducia del Parlamento italiano che ha dato il via al nuovo governo italiano, guidato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, abbiamo riassunto le nostre richieste affinché i diritti umani siano portati al centro dell’agenda politica italiana.

Le nostre richieste, dalla cessazione della criminalizzazione della solidarietà e degli attacchi al sistema dell’immigrazione e dell’asilo al contrasto all’odio; dal ripristino di spazi di libertà alla protezione dei diritti economici e sociali; dall’adozione di una politica responsabile in materia di trasferimenti di armi fino a uno sforzo serio per chiedere verità per Giulio Regeni, riguardano temi e problematiche su cui le politiche del precedente governo si sono dimostrate insufficienti, in molti casi pericolose o, come nel caso del cambiamento climatico, vaghe e indefinite“, ha dichiarato in una nota ufficiale Gianni Rufini, direttore di Amnesty International Italia.

Se quelle politiche hanno conosciuto una battuta d’arresto, gran parte del merito va certamente a tutte le persone che, in mare come in terra, nei piccoli centri come nelle grandi città, si sono messe concretamente di traverso, protestando pacificamente, sfidando provvedimenti illegali e proponendo narrazioni opposte al clima d’odio – ha aggiunto Rufini -. L’azione della società civile è stata di gran lunga la più impattante e significativa per contrastare le politiche di odio e discriminatorie, messe in atto da diverse forze politiche negli ultimi anni. Se il nuovo governo accoglierà le nostre richieste, potremo dire di essere di fronte a un forte cambiamento di rotta. È ciò di cui c’è disperatamente bisogno“.

LE NOSTRE RICHIESTE AL NUOVO GOVERNO ITALIANO

  1. Criminalizzazione della solidarietà e difensori dei diritti umani
  2. Immigrazione e controllo delle frontiere
  3. Odio e discriminazione
  4. Spazi di libertà e forze di polizia
  5. Diritti economici e sociali
  6. Cambiamento climatico
  7. Armamenti
  8. Verità per Giulio Regeni

CRIMINALIZZAZIONE DELLA SOLIDARIETÀ E DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI

Fermare la campagna di criminalizzazione che è stata condotta in questi anni nei confronti della società civile attiva, in particolare, nel soccorso di migranti nel Mediterraneo e realizzare un quadro giuridico di tutela e di protezione dei difensori dei diritti umani, in linea con gli impegni presi in sede di candidatura per il seggio al Consiglio Onu dei diritti umani per il triennio 2019-2021.

IMMIGRAZIONE E CONTROLLO DELLE FRONTIERE

Rafforzare il dialogo con gli altri leader dell’Unione europea nell’elaborazione di un serio piano riguardante gli sbarchi, la riforma del sistema di Dublino e percorsi sicuri e legali che forniscano alternative alle persone che si imbarcano in viaggi pericolosi; subordinare la cooperazione con la Libia ad alcune condizioni imprescindibili circa il trattamento di migranti e rifugiati; rivedere il sistema introdotto con il Decreto sicurezza in materia di protezione internazionale e avviare politiche di integrazione serie e di ampio respiro, a partire dal pieno reintegro del sistema Sprar.

ODIO E DISCRIMINAZIONE

Promuovere una legislazione adeguata che sanzioni discriminazioni e abusi nei confronti delle categorie più deboli e stigmatizzare pubblicamente i rappresentanti politici che legittimano, stimolano e danno spazio a violente espressioni di odio. Mettere in campo ogni sforzo possibile per chiedere diritti, uguaglianza e visibilità per tutte le persone e tutte le famiglie, senza discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

SPAZI DI LIBERTÀ E FORZE DI POLIZIA

Migliorare significativamente la trasparenza complessiva dell’operato delle forze di polizia, in un’ottica di accountability e di rafforzamento della fiducia da parte dei cittadini, a cominciare dall’introduzione dei codici identificativi per gli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico.

DIRITTI ECONOMICI E SOCIALI

Avviare politiche volte a ridurre le diseguaglianze sociali e di genere, rafforzando gli strumenti di sostegno alle fasce più deboli della popolazione; impostare una politica abitativa che fornisca soluzioni graduali al problema della casa e ridurre così il drammatico fenomeno degli sgomberi forzati; adottare tutte le misure idonee per porre fine allo sfruttamento lavorativo, soprattutto nel settore dell’agricoltura.

CAMBIAMENTO CLIMATICO

Chiediamo al nuovo governo di mettere in campo azioni programmatiche di lungo periodo per affrontare in maniera seria e strutturata gli effetti già visibili del cambiamento climatico, e per prevenirne le future conseguenze, attraverso un impegno concreto di promozione di un cambio di visione nelle relazioni con gli altri Paesi e nei consessi internazionali.

ARMAMENTI

In linea con un’applicazione rigorosa della legge 185/1990, porre fine all’esportazione e al trasferimento di tutti gli armamenti che possono essere usati contro le popolazioni civili, in particolare verso i paesi impegnati nel conflitto in Yemen, tra cui Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, almeno finché non ci saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen; proseguire il supporto all’azione umanitaria, coordinata sotto la guida delle Nazioni Unite, per alleviare le sofferenze della popolazione yemenita, devastata da quattro anni di conflitto.

VERITÀ PER GIULIO REGENI

Agire con determinazione nel chiedere alle autorità egiziane la verità sul sequestro, la sparizione, la tortura e l’uccisione di Giulio Regeni attraverso un costante impegno nelle sedi multilaterali e nei rapporti bilaterali e valutando, nell’ambito di questi ultimi, l’adozione di tutte le misure utili a favorire una svolta significativa nelle indagini.