Nei prossimi giorni si celebrerà il cinquantesimo anniversario del primo discorso pubblico di Mario Rodriguez Cobos – detto Silo – pronunciato sulle montagne vicino a Mendoza, nell’Argentina del generale Ongania.

Dal 4 maggio 1969 si considera fondato il suo movimento e la corrente di pensiero e spirituale che nell’attualità è presente nelle sue diverse forme in gran parte del mondo occidentale, in alcuni paesi orientali e in Africa.

La guarigione dalla sofferenza” è il titolo di quel primo discorso pubblico – osteggiato duramente dalla dittatura argentina – che fu pronunciato in un luogo desolato all’incrocio di tre catene montuose alle pendici dell’Aconcagua.

“Se volete andare a parlare alle pietre, fate pure!” avevano detto i militari quando i siloisti avevano chiesto il permesso di realizzare l’evento a Punta de Vacas, sperduta località andina. Nelle città ben popolate, dove il movimento aveva anche una maggiore presenza, tutti i tentativi di organizzazione dell’incontro con Silo quell’anno erano stati frustrati in un modo o nell’altro. Le autorità accordavano permessi e poi li negavano all’ultimo minuto o, addirittura mandavano la polizia a interrompere l’inizio di eventi ormai concessi ma derogati in corso di effettuazione, e così via.

Quel giovane leader che parlava di nonviolenza come di qualcosa di rivoluzionario sfidando lo sguardo del regime militare e della chiesa che lo affiancava, non piaceva affatto ai detentori del potere. Quegli strani giovani non si drogavano come gli hippies e non nascondevano armi nelle case come dettava la tendenza guerrigliera dell’epoca: non erano classificabili né prevedibili. Nonostante tutto quel 4 maggio a Punta de Vacas c’era qualche centinaio di giovani e la stampa internazionale, tutti ben circondati dai militari armati di mitra e con le loro camionette.

Nel suo discorso Silo, nella forma di prosa poetica che caratterizza una parte importante della sua opera letteraria, parla della sofferenza e della violenza che ne è la causa, parla della capacità che ciascuno di noi ha per superarla, disinnescando la bomba di violenza che sta nella nostra mente. È un discorso forte ma carico di speranza e di una visione del futuro che non è catastrofica, anche se segna l’urgenza dell’azione individuale e sociale.

“Non c’è movimento o partito che possa porre fine a questa sete di violenza”, ci dice e ci esorta a “seguire regole semplici, a portare la pace nel nostro cuore e portarla agli altri”, cosa non banale. Questa pace si potrà ottenere elevando e purificando i nostri desideri ma la sua proposta non è solenne, non inneggia al sacrificio o alla privazione ma al contrario ci ricorda di imparare a ridere e ad amare, come parte di questa crescita spirituale.

Oggi, 4 maggio 2019, in più di 30 Parchi di Studio e Riflessione, luoghi dedicati all’approfondimento e all’irradiazione del messaggio siloista in tutte le sue diverse forme, si celebrerà quel momento di fondazione che ha segnato la vita di migliaia persone e chissà quante vite ancora potranno essere influenzate in modo più o meno profondo da quelle parole.

In Italia il Parco di Casa Giorgi e il Parco di Attigliano dedicheranno i giorni del 4 e del 5 alla celebrazione di quest’evento mentre altri eventi celebrativi simili sono annunciati in varie città. Mezzo secolo è passato e il Nuovo Umanesimo Universalista, come Silo ha denominato la corrente di pensiero a cui ha dato vita, è appena al suo inizio. Per un messaggio di tale portata cinquanta anni non sono niente.

Auguri!

Per approfondimenti:

Per consultare l’intera opera di Silo www.silo.net

Parchi di Studio e Riflessione in Italia www.parcoattigliano.it ; www.parcocasagiorgi.org

Parchi di studio e Riflessione nel mondo http://www.parcoattigliano.it/dw2/doku.php?id=link:parchi

Sito di informazioni internazionali sul Messaggio di Silo

Sito ufficiale del Movimento Umanista in varie lingue

L’Enciclopedia Umanista, dove trovare vari spunti di approfondimento per temi