Di “Reddito di Cittadinanza” e, soprattutto, di “Reddito di Base” s’è parlato ieri a Trapani, presso la sala parrocchiale “Laurentina”, nel corso di una partecipata assemblea – circa una cinquantina i cittadini presenti – svoltasi in concomitanza con la presentazione del libro “La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base” edito da Multimage Firenze.

Durante la presentazione, è stato spiegato che le caratteristiche del “Reddito di Base” sono:

  • di essere universale, ovvero riconosciuto a tutti, ricchi e poveri, lavoratori e disoccupati,
  • di essere erogato in maniera incondizionata, ovvero senza nessun requisito o obbligo,
  • di essere assegnato individualmente e non ai “nuclei familiari”.

Secondo l’autore del saggio, Natale Salvo, l’assegnazione del Reddito di Base non è altro che il riconoscimento di una serie di diritti costituzionalmente previsti. Si tratta, in particolare, di quanto previsto agli articoli 4, 35 e 36 della Costituzione. Proprio per questo, prima dell’evento, è stato erogato un questionario sulla Costituzione ai presenti [qui l’esito]. Il Reddito di Base, infine, realizza i principi di amore, solidarietà e libertà.

In Svizzera si è giunti a un referendum per il Reddito di Base

In proposito, di seguito, Salvo ha mostrato il video nel quale Ursula Piffaretti, una dei componenti del Comitato per l’inserimento del diritto ad un Reddito di Base incondizionato nella Costituzione Svizzera, ha spiegato i tre motivi per i quali lei sostiene il Reddito di Base. Non importa che poi la proposta si stata respinta in un referendum del 2016. E’ rilevante che dei cittadini indipendenti, nonostante l’avversione di quasi tutti i partiti politici, abbiano raccolto per il SI al Reddito di Base circa il 23% dei voti.

Il video di Ursula Piffaretti

La proiezione è continuata con altri spezzoni video che dimostrano come il tema del “Reddito di Base”, trascurato in Italia, è invece al centro di un forte dibattito in tutto il mondo. In particolare è stato proposto in Francia nel 2017 dal candidato alle presidenziali Benoit Hamon (“Partito Socialista”, che ha ottenuto il 6% e 2.300.000 voti circa) e in Messico nel 2018 dal candidato alle presidenziali Ricardo Anaya (“Fronte Cittadino”, che ha ottenuto il 22% e 12 milioni di voti circa). Infine, è stato mostrato come in Kenya, ad esempio, il “Reddito di Base” sia stato sperimentato con successo.

Ricardo Anaya

Il video di Ricardo Anaya

Di povertà s’è parlato nel successivo dibattito. In particolare col Girolamo Marcantonio, direttore della Caritas diocesana, e padre Gaspare Gruppuso, parroco della Cattedrale di Trapani. Questi hanno invitato a «vedere in faccia i poveri» che ogni giorno s’affacciano alle porte della Caritas e della Parrocchia a chiedere contributi economici, ma anche alloggi dignitosi, supporto scolastico per i figli, assistenza sanitaria o semplice ascolto. Salvo ha calcolato “a spanne” – senza essere contestato dai presenti – in almeno 500 mila euro l’impegno 2017 in “interventi caritativi” da parte della Diocesi di Trapani grazie al contributo dell’8 per mille sulle dichiarazioni dei redditi.

«Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno». Padre Gaspare Gruppuso ha iniziato il suo commento alla proposta del “Reddito di Base” citando gli “Atti degli Apostoli” 2:44-45. Insomma, secondo il religioso, la solidarietà tra i credenti è un “dogma”.

L’autore, ora in veste d’intervistatore, ha provato a sollecitate il pastore chiedendo lumi sull’Antico Testamento, sulla Genesi (3:19) ovvero sull’attualità della frase «con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra». Don Gaspare Gruppuso ha, qui, confermato l’attualità del lavoro dato che è nel lavoro che l’uomo è vicino, somiglia, a Dio (sempre in Genesi si ricorda come Dio lavorò per trasformare la terra da «informe e deserta» a piena di vita).

L’attività casalinga è un lavoro non tutelato neanche dal Reddito di Cittadinanza

Ma cosa è lavoro, solo quello retribuito? Non è d’accordo Francesca Campo, presidente del MOICA di Erice – Studi Storici. Lei ha sostenuto che l’attività casalinga, benché non riconosciuta e valorizzata da una retribuzione è certamente un lavoro. Un lavoro senza tutele, senza possibilità di malattia, riposo settimanale o ferie. Un lavoro con un ampio orario di servizio. La presidente Campo ha ricordato come la stessa Corte Costituzionale, con pronuncia n. 48 del 19 gennaio 1995, abbia riconosciuto la definizione di lavoro all’attività delle casalinghe. Per tale motivo, ora il MOICA si batte per un giusto riconoscimento legislativo.

Il dibattito sul “cosa” è il lavoro, naturalmente non era fine a se stesso. Salvo voleva dimostrare che l’istituendo “Reddito di Cittadinanza” non riconosceva tale rango al lavoro casalingo costringendo, quindi, la casalinga (il casalingo) che volesse fruire del beneficio economico a rinunciarvi o accettare un “vero lavoro” anche a chilometri di distanza dalla famiglia coi relativi danni sociali.

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a sinistra: Francesca Campo, Moica

Per il sindacato il lavoro si crea dando soldi alle imprese private

Il “Reddito di Cittadinanza” è uno strumento positivo per Filippo Cutrona – segretario della CGIL di Trapani e altro ospite dell’incontro – perché investe parecchie risorse per i bisognosi. Tuttavia – secondo il sindacalista – il governo avrebbe fatto meglio a mantenere e potenziare il precedente istituto dei “Reddito di Inclusione” (REI) poiché lo stesso “coinvolgeva” maggiormente il Terzo Settore (sembra che le ONG ne ricavassero un 15% dell’intero finanziamento statale, NdR).

Cutrona poi, ha “dribblato” una domanda sull’opportunità di ridurre l’orario di lavoro (ovvero di «redistribuire le ore di lavoro tra chi lavora tante ore e chi lavora zero ore») o di istituire un “Salario minimo nazionale“. Il rappresentante sindacale, quindi, è tornato a chiedere:

  • il ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (cancellato dl governo Renzi),
  • l’adozione della “Carta dei diritti universali del Lavoro“,
  • incentivi e decontribuzioni per le aziende private affinché queste possano assumere, con minori costi, i lavoratori nonché investimenti per opere pubbliche.

Invano Salvo ha evidenziato, tramite le stesse dichiarazioni dell’ex segretaria nazionale della CGIL Susanna Camusso riprodotte da YouTube, o quelle dello youtuber Marco Montemagno, come nel futuro ci sarà meno lavoro. Il segretario provinciale della CGIL ha risposto proponendo che «“keynesianamente” si paghino lavoratori per fare buche e altri per riempirle, pur di dare lavoro».

Marco Montegnano

Il video di Marco Montemagno

Pro e contro del Reddito di Cittadinanza

Dopo ulteriori contributi dell’attivista Sergio Cernigliaro e della direttrice del Patronato-CAF ACLI di Trapani Marilena Ciotta, in merito, rispettivamente, ai benefici sociali derivanti dal “Reddito di Cittadinanza” in termini di salute e sicurezza, e della incostituzionalità del mancato riconoscimento del beneficio a tutti gli stranieri lungosoggiornanti, ha concluso il dibattito il deputato regionale mazarese Sergio Tancredi (Movimento Cinque Stelle).

Per Sergio Tancredi (M5S) oggi il Reddito di Base è infinanziabile

Tancredi, contraddicendo le “vecchie” promesse del suo ex leader Beppe Grillo in merito al riconoscimento di un “Reddito di Base” incondizionato, ha sostenuto che tale “Reddito di Base” potrà assegnarsi solo a livello globale mondiale e non in un singolo paese come l’Italia.

Il deputato pentastellato, poi, ha escluso la possibilità di finanziare questo “Reddito di Base” con una tassazione patrimoniale a carico dei più ricchi perché, a suo parere, questo danneggerebbe le possibilità di sviluppo del Paese. Infine ha escluso la possibilità che il Movimento possa sostenere l’uso della “moneta elettronica” per cancellare l’evasione fiscale – altra ipotetica forma di finanziamento dell’assegnazione proposta da Salvo e dal pubblico – perché si finirebbe per “arricchire” le banche con le Commissioni sulle transazioni.

Non si voleva, col dibattito di ieri, esaurire il tema né introdurre “d’emblée” il “Reddito di Base”. Si voleva solo informare e incuriosire il pubblico e gli stessi relatori. E questo è sicuramente avvenuto. L’attenzione dei cittadini presenti e le numerose copie vendute del libro presentato lo dimostrano.