«Questa mattina davanti la sede centrale del nostro istituto si è verificato l’ennesimo episodio di aggressione da parte dei militanti del movimento neo-fascista di Blocco Studentesco. Uno studente è stato ripetutamente colpito al volto ed un’altra ragazza è stata coinvolta. Entrambi sono andati in ospedale nell’immediato. Pieni di rabbia scriviamo questo comunicato, cogliendo l’occasione per ribadire che non possiamo più tacere e rimanere immobili di fronte agli atti di matrice fascista e squadrista davanti le nostre scuole. Proprio oggi abbiamo organizzato un’assemblea straordinaria per parlare dell’accaduto [ore 17:00 presso il Casale Falchetti – Centocelle] Gli studenti respingeranno ogni fascismo con tutti gli strumenti a loro disposizione. FUORI I FASCISTI DALLE NOSTRE SCUOLE E DAI NOSTRI QUARTIERI», così il Collettivo studentesco del Liceo classico statale ‘Benedetto da Norcia’ a seguito dell’aggressione avvenuta stamattina. 

Un gruppo legato al Blocco Studentesco, organizzazione legata a Casapound che opera nel mondo scolastico e giovanile, si è presentata davanti ai cancelli del liceo all’entrata di scuola per distribuire dei volantini. Una ragazza e un ragazzo si sono rifiutati di prenderne uno ed è scattata la ritorsione con calci e pugni, come ha anche scritto il professor Francesco Sirleto (storia e filosofia) per il giornale locale ‘AbitareA: «Al rifiuto opposto da una studentessa e da uno studente del quarto anno, gli “eroici” e marziali militanti sono passati a vie di fatto: pugni e schiaffi ai due studenti e, subito dopo, la fuga precipitosa onde evitare di dover rendere conto alle forze dell’ordine del loro “eroico” atteggiamento».

L’aggressione è avvenuta proprio nel giorno in cui il Ministro Tria ha dichiarato che il Palazzo di Via Napoleone III occupato da Casapound «non rientra tra le priorità sul fronte degli sgomberi», nonostante la mozione di senso opposto approvata in Assemblea Capitolina nei giorni scorsi.
Secondo quanto precisato dal Mef e dall’Agenzia del Demanio, lo sgombero «dovrà essere valutato dal Prefetto di Roma, che non lo ritiene prioritario in forza dei criteri stabiliti ad hoc».