Finalmente reso pubblico: il documentario censurato di Al Jazeera rivela attacchi sostenuti da Israele contro attivisti statunitensi.
Martedì 13 novembre 2018

Il film in incognito di Al Jazeera The Lobby – USA, censurato dal Qatar, è stato finalmente pubblicato da The Electronic Intifada. L’editore Ali Abunimah discute le rivelazioni esplosive del documentario, rivelando attacchi sostenuti da Israele contro attivisti statunitensi.

Potete vedere il documentario in inglese qui

TRASCRIZIONE

 

BEN NORTON: È The Real News Network, e io sono Ben Norton.

Un’indagine sotto copertura sui gruppi filo-israeliani a Washington DC, censurata, è finalmente stata resa pubblica, e abbiamo con noi l’editore del sito web che ha fatto conoscere al mondo questo documentario esclusivo. Prodotto originariamente da Al Jazeera, anzi il Dipartimento di Giornalismo Investigativo di Al Jazeera ha prodotto due documentari che indagavano sulla lobby israeliana: uno nel Regno Unito e l’altro qui negli USA. Quello sulla lobby israeliana in Gran Bretagna è stato pubblicato nel gennaio 2017 e ha causato uno scandalo, in quanto ha rivelato la portata dell’interferenza israeliana nella politica interna britannica e il sostegno del governo a organizzazioni della società civile presumibilmente indipendenti, oltre al linciaggio mediatico di personalità politiche britanniche che il governo israeliano voleva far cadere a causa delle loro critiche a Israele e il sostegno ai diritti palestinesi.

Al Jazeera ha annunciato di aver prodotto un secondo documentario incentrato sulla lobby israeliana negli USA e la sua influenza nella politica degli USA attraverso una rete di entità che pretendono di essere organizzazioni della società civile indipendenti, ma che in realtà sono state dirette dal Ministero israeliano degli affari strategici. Sebbene il secondo documentario negli USA avesse tutte le potenzialità per causare uno scandalo ancora più grande, Al Jazeera non l’ha mai pubblicato. Il documentario è stato censurato dal governo del Qatar, che finanzia Al Jazeera. Alla fine, tuttavia, questo documentario in quattro parti è stato fatto uscire e ora si può vederlo integralmente nel sito Web di Electronic Intifada. Qui guardiamo un breve estratto che è stato pubblicato da The Electronic Intifada.

Era una clip di The Lobby USA, prodotta da Al Jazeera, ma era stata censurata e ora è resa nota a tutto il mondo dal sito web di The Electronic Intifada. E’ con noi per discutere di questo scandalo l’editore e co-fondatore di questa testata online, vincitrice di molti premi, The Electronic Intifada. Il suo nome è Ali Abunimah. Grazie per essere con noi, Ali.

ALI ABUNIMAH: Grazie, Ben.

BEN NORTON: Allora, Ali, hai scritto molti libri; per molti anni hai mandato rapporti sulla Palestina. E poi hai cofondato questo sito web, The Electronic Intifada. Puoi parlare del motivo per cui hai ritenuto di dover pubblicare questo documentario prodotto da Al Jazeera, e perché Al-Jazeera non l’ha pubblicato?

ALI ABUNIMAH: Bene, iniziamo col dire il motivo per cui potevamo pubblicarlo, anche se non è un’impresa priva di rischi. Ma la ragione per cui possiamo farlo è che siamo indipendenti. Siamo una pubblicazione indipendente supportata dai nostri lettori e non siamo soggetti allo stesso tipo di pressioni da parte della lobby israeliana cui sono soggetti i media mainstream. Al Jazeera in ultima analisi era soggetta al governo del Qatar, che si stava inchinando al lobby israeliana per cercare di difendere e far progredire gli interessi del Qatar a Washington.

Quindi ecco l’ironia di tutto questo: questo documentario getta luce negli oscuri meandri di come la lobby israeliana opera negli Stati Uniti, compresi sabotaggi e macchina del fango e manipolazione dei media contro studenti universitari, attivisti e professori, e tentativi di influenzare il Congresso. L’ironia è che la stessa lobby che questo documentario espone è stata in grado di impedire che venisse trasmesso su Al-Jazeera dopo che Al-Jazeera ha speso enormi risorse per realizzarlo.

BEN NORTON: Sì, e parliamo di più di ciò che rivela la relazione segreta. Al Jazeera ha inviato un giornalista sotto copertura per unirsi al Progetto Israele e per riferire sulle attività clandestine dei gruppi filo-israeliani a Washington, DC. Il lavoro di questi gruppi filo-israeliani negli Stati Uniti è piuttosto noto, specialmente gruppi come l’AIPAC, Commissione per gli Affari di Israele America, insieme a J Street, che è una versione liberal dell’AIPAC. Entrambi sono abbastanza noti. Quindi, che cosa rivela questo documentario di Al Jazeera che tu hai pubblicato sul Progetto Israele e su altri gruppi filo-israeliani meno conosciuti all’interno della sfera politica degli Stati Uniti?

ALI ABUNIMAH: Lasciami dire, prima di tutto, che l’abbiamo pubblicato su The Electronic Intifada insieme ad Al Akhbar a Beirut e al sito web francese Orient XXI. Abbiamo deciso di pubblicarlo più o meno contemporaneamente, Al Akhbar con sottotitoli in arabo e Orient XXI con sottotitoli in francese, per renderlo accessibile quanto più potevamo.

Ma a partire da marzo di quest’anno, in realtà, The Electronic Intifada è stata la prima a riferire su qualche contenuto del film. E ad agosto abbiamo continuato con i primi estratti video dal film, e il vostro collega Max Blumenthal è stato anche in grado di pubblicare alcuni estratti trapelati al Grayzone Project, sempre ad agosto. E quello che il film mostra è che … sai, ci sono molti dettagli davvero avvincenti. Voglio dire, è come guardare un thriller. Quindi incoraggio le persone a guardare effettivamente tutti e quattro gli episodi.

Ma il quadro generale che ne risulta è che un certo numero di importanti gruppi di pressione israeliana, tra cui la Fondazione per la Difesa delle Democrazie e Israele per la Coalizione dei Campus, stanno realmente operando come gruppi di facciata per il governo israeliano negli Stati Uniti. Agiscono come agenti di un governo straniero senza essere registrati. E ciò vale non solo per le organizzazioni, ma per un numero di individui privati che nel film ammettono di coordinare le loro attività con il governo israeliano, inclusa la sorveglianza su larga scala, e di spiare gli attivisti studenteschi nel campus. Abbiamo Jacob Baime, il capo dell’Israel on Campus Coalition, ammettere che la sua organizzazione è coordinata con il Ministero israeliano per gli Affari Strategici. Gli chiediamo di descrivere come i siti web anonimi sono impiegati per screditare e intimidire gli attivisti. Il film narra la storia di Bill Mullen, professore alla Purdue University nell’Indiana, che è vittima esattamente del tipo di campagna diffamatoria descritta da Jacob Baime: un certo numero di siti web anonimi ha accusato Mullen di molestare sessualmente gli studenti. Voglio dire, era chiaramente una bufala, un falso, ma era un tentativo di intimidire e mettere a tacere questo professore che era stato molto attivo nella campagna accademica di boicottaggio. E come dice Bill Mullen nel film, quando ha visto questi siti Web che lo accusavano di tutto ciò, nominando la sua giovane figlia – uno dei siti web ha persino usato il nome di sua figlia – ha detto di aver capito che queste persone non si fermava davanti a nulla.
E penso che sia proprio quello che mostra il documentario: la misura in cui Israele e i suoi agenti stranieri non registrati negli USA sono pronti a diffamare e a ridurre al silenzio le persone per il puro crimine di sostenere i diritti umani palestinesi.

BEN NORTON: Parliamone ancora. La clip che abbiamo mostrato in precedenza mostra come i gruppi sostenuti dal governo israeliano stanno monitorando SJP (Studenti per la Giustizia in Palestina). SJP è la più grande organizzazione studentesca di solidarietà palestinese negli USA. Abbiamo anche visto, grazie al documentario che hai pubblicato, e anche ai filmati pubblicati da Max Blumenthal al Grayzone Project, abbiamo visto che alcuni di questi stessi gruppi facevano pressione sui donatori per cancellare un evento di raccolta fondi di Black Lives Matter. Quindi stanno chiaramente prendendo di mira gli attivisti che criticano il governo israeliano di estrema destra, i suoi crimini contro i palestinesi, le sue esecuzioni di manifestanti all’interno della Striscia di Gaza con una protesta settimanale in corso e la Grande Marcia del Ritorno.
Questo documentario mostra come questi gruppi stiano monitorando da vicino e persino spiando attivisti qui negli USA. Quindi, per i giovani studenti che vogliono essere coinvolti nel movimento di solidarietà con la Palestina, c’è un effetto ovvio e gravemente agghiacciante. Per gli attivisti più anziani che sono stati coinvolti nel movimento da anni, c’è ancora questa possibilità reale di vedere le loro vite personali distrutte, le loro vite professionali prese di mira. Allora puoi dirci che cosa devono affrontare queste persone, in particolare gli studenti? Voglio dire, hai parlato di alcuni dei professori, ma che cosa devono affrontare gli attivisti di solidarietà della Palestina, a causa di questa sorveglianza così intensa?

ALI ABUNIMAH: Sì, può essere molto intimidatorio e dirompente a livello personale. E sai, nel film ci sono storie di studenti che percepiscono proprio questo, e ne abbiamo anche riferito per molti anni. Ma penso che la gente dovrebbe guardare al quadro generale; a questa operazione che il film rivela: che Israele, i suoi gruppi di pressione, hanno speso decine o centinaia di milioni di dollari per questo. E persone come Sheldon Adelson, il più grande donatore della campagna di Donald Trump, o come Adam Milstein, che nel film è nominato per quello che è, un finanziere israeliano-americano, un evasore fiscale condannato, nel film viene citato come uno dei principali finanziatori e fondatori del sito anonimo Canary Mission, che cerca di screditare e distruggere la reputazione degli studenti universitari in modo che non possano ottenere un impiego.

È molto spaventoso per le persone. Ma il quadro generale qui è che Israele sta perdendo il sostegno di segmenti progressivi della società, è grande momento. Lo vediamo sondaggio dopo sondaggio. Proprio il mese scorso c’è stato un sondaggio di YouGov per l’Economist che ha mostrato un crollo nel sostegno a Israele tra i progressisti, tra i liberali, tra i più giovani, tra le persone di colore. E che il forte sostegno per Israele ora assomiglia esattamente alla base di Donald Trump. È bianco, è maschio, è molto di destra.

Per concludere, io penso che il film dovrebbe essere visto non tanto come una testimonianza del successo della lobby israeliana, ma del suo fallimento. Il fatto che abbiano dovuto montare questa massiccia operazione, e non sono riusciti a fermare l’emorragia di sostegno a Israele, penso che dovrebbe davvero incoraggiare le persone a parlare apertamente capendo che è la cosa giusta da fare. Più diventa normale parlare dei diritti dei palestinesi, minore è il potere che hanno le tattiche diffamatorie e intimidatorie.

BEN NORTON: Sì, è ora di chiudere. Stavamo parlando con Ali Abunimah, co-fondatore e editore di The Electronic Intifada. Electronic Intifada è un premiato sito web di notizie che ha pubblicato questo documentario di Al Jazeera, dapprima censurato, con un giornalista sotto copertura che indagava sulla lobby israeliana negli USA. Grazie per esserti unito a noi, Ali.

ALI ABUNIMAH: Grazie.

Per The Real News Network, sono Ben Norton.