Si è tenuto oggi in piazza Cordusio a Milano, così come in molte altre città del Brasile e del mondo, un presidio per esprimere la preoccupazione per la possibile vittoria del candidato di estrema destra Bolsonaro al secondo turno delle elezioni presidenziali brasiliane.

Un presidio partecipato e colorato, in cui la rabbia si è mescolata alla speranza, anche grazie alle canzoni e alla musica tanto importanti nella cultura brasiliana. Si sono denunciate le terribili affermazioni di Bolsonaro, deciso a “distruggere tutti gli attivisti”, la campagna di menzogne portata avanti con mezzi tecnici potenti per influenzare l’esito delle elezioni e il preoccupante crescendo di violenza, non più solo verbale, ma ormai anche fisica: un famoso maestro di capoeira è stato ucciso e una ragazza che portava una maglietta con la scritta “Ele nao”(Lui no, lo slogan degli oppositori di Bolsonaro) è stata picchiata e insultata e le è stata incisa una svastica sulla pancia. Una targa che ricordava l’attivista Marielle Franco, uccisa qualche mese fa, è stata spezzata in pubblico tra le acclamazioni e gli oltraggi dei sostenitori del candidato fascista.

Il presidio ha ribadito l’importanza di esserci comunque, al di là dell’esito delle elezioni, con la consapevolezza che, anche se vincesse Haddad, la situazione del paese resterebbe comunque molto grave. La possibile vittoria di Bolsonaro non rappresenta solo una grave minaccia per la democrazia e i diritti umani, ma porterebbe a un’ulteriore svendita delle enormi risorse naturali del Brasile.

Il presidio si è concluso dandosi appuntamento per il giorno dopo le elezioni, con la speranza di poter tirare un sospiro di sollievo e la determinazione ad andare comunque avanti.