Nell’appello lanciato da #unteilbar (indivisibile) si legge: “Non permetteremo che lo stato sociale venga contrapposto ai richiedenti asilo e ai migranti. Siamo decisi a resistere quando i diritti e le libertà fondamentali corrono il rischio di ulteriori restrizioni. Ci si aspetta che accettiamo come “normale” la morte di chi cerca rifugio in Europa. Molti di noi si sono già impegnati in questo senso.”
Il fatto che alla manifestazione di Berlino di sabato 13 ottobre abbiano partecipato oltre 240.000 persone ha probabilmente superato le aspettative più ottimistiche degli organizzatori e costituisce un segnale diverso, colorato e pieno di speranza in un momento in cui si assiste a un drammatico spostamento politico e il razzismo e la discriminazione stanno diventando socialmente accettabili.
L’autunno di protesta in Germania è cominciato con ottime condizioni meteorologiche e molteplici messaggi. Oltre agli appelli alla solidarietà e contro l’odio e la xenofobia, la protesta ha toccato anche altri temi: le precarie condizioni di lavoro, i tagli alle spese sociali, gli affitti troppo alti e perfino la protezione del clima.
Questo è forse il significato più importante di #unteilbar: diversi settori di popolazione si rifiutano di combattersi, consapevoli che tutti i problemi e i conflitti hanno la stessa radice.