Il presidente della Repubblica di Donetsk,  Zacharcenko, è stato assassinato da un commando terrorista chiaramente inviato dal governo nazifascista di Kiev.  È un atto gravissimo contro una popolazione, quella del Donbass, oggetto della violenza e della minaccia di sterminio etnico da parte delle autorità dell’Ucraina. Ed è un atto di guerra che preannuncia altri più gravi atti di guerra in Europa.

Il governo di Kiev è il primo nel nostro continente al quale partecipano forze che esaltano il collaborazionismo e il sostegno ad Hitler. In Ucraina la persecuzione degli antifascisti è la regola e resta impunita la strage di Odessa, quando centinaia di militanti sindacali furono bruciati vivi nella loro sede da orde fasciste. Tutto questo avviene con il sostegno finanziario e militare  della UE e della NATO, senza il quale il governo di Kiev crollerebbe, travolto dalla crisi economica e dal crescente rifiuto della sua violenza da parte della stessa popolazione ucraina.

Quello stesso governo mandante di un attentato terrorista senza precedenti dal 1945 per l’Europa, ha deciso si perseguitare tutte e tutti coloro che esprimono solidarietà alle popolazioni martoriate del Donbass.

Eleonora Forenza, parlamentare europea del GUE, dirigente di Rifondazione Comunista, componente del coordinamento nazionale di Potere al Popolo, che ha partecipato ad una delegazione di  solidarietà in Donbass, è oggi vittima  di minacce politiche  e legali da parte del governo di Kiev, con l’incredibile accusa di complicità con il terrorismo. È un fatto gravissimo che, visti i metodi di Kiev, richiede una immediata risposta delle autorità italiane e UE, a tutela di Eleonora alla quale va la solidarietà e il sostegno di tutto Potere al Popolo.

È necessario fermare la spirale di guerra in Donbass e il governo di Kiev che la alimenta.

Basta con la guerra in Europa. Si affermi una soluzione pacifica del conflitto, nel rispetto della libertà e del diritto di autodeterminazione dei popoli.

Potere al Popolo chiede al governo italiano di condannare l’attentato e di agire in sede europea per fermare il sostegno ai criminali di Kiev, facendo uso se necessario di quel potere di veto minacciato per i migranti, ma mai usato finora di fronte alle sanzioni e alle decisioni guerrafondaie della UE.