L’Emilia-Romagna è stata la prima regione a imporre l’obbligo vaccinale: per questo è stata scelta per la prima manifestazione nazionale del composito movimento che si oppone alla cosiddetta “Legge Lorenzin” sull’obbligo vaccinale, legge al centro delle polemiche e delle decisioni contraddittorie del nuovo governo.

Il popolo dei cosiddetti “No-Vax” (come assolutamente non vogliono essere chiamati) ha raccolto 75.000 firme in un mese per una legge di iniziativa popolare che regolamenta il tema vaccinale da un punto di vista completamente diverso da quello della Lorenzin; oggi si è radunata una folla di famiglie, zie e nonni, molto colore, striscioni e palloncini, nessuna violenza; c’era Ivan Catalano, ex-deputato ed ex membro di una commissione d’inchiesta su uranio impoverito ed effetti dei vaccini sui militari; ha aderito Paolo Maddalena, giudice emerito della Corte Costituzionale.

Le richieste: revisione dell’esclusione dei bambini dalle scuole, no all’obbligo vaccinale, campagne informative sulla reale situazione epidemiologica, libertà di cura. Denuncia sul silenzio calato dopo l’approvazione della Legge Lorenzin e dell’impossibilità di un dibattito sereno e costruttivo nonché denuncia dell’ingerenza dell’industria farmaceutica nelle decisioni della politica.

La manifestazione, dicono gli organizzatori,  è stata organizzata dal basso, col passaparola, con un sostanziale black-out mediatico sull’iniziativa e una campagna di banalizzazione delle posizioni in campo e di terrore nei confronti di coloro che protestano per le numerose incongruenze della legge, presentata come unica soluzione al problema di garantire la salute di tutti.