“La posizione dell’Italia sul progetto Frontex è che sicuramente può avere un ruolo, ma potenziare Frontex fino a diecimila uomini fa anche sorgere problemi circa l’utilità d’ un tale investimento”, aveva detto alla stampa il premier Giuseppe Conte all’indomani dell’ ultimo vertice UE di Salisburgo (in cui Macron ha fatto un attacco indiretto ad Italia e Ungheria, sbrigativamente accomunate nella critica alle loro politiche per l’immigrazione, peraltro diverse). Si riferiva, Conte, alla proposta (dibattuta a Strasburgo, ma preannunciata almeno sin dal vertice di Bruxelles del giugno scorso), di potenziare fortemente il sistema e il programma operativo Frontex, di controllo europeo delle frontiere UE e primo approccio ai migranti. Non è certo in discussione, nella linea del Governo italiano, l’intenzione UE – di per se’ doverosa – di potenziare Frontex; ma, evidentemente, l’entità del relativo impegno finanziario, ritenuta eccessiva. “Preferei che tutti questi investimenti fossero destinati all’Africa”, ha sottolineato ancora Conte subito dopo Strasburgo, riferendosi indirettamente ai progetti UE di forti investimenti in Africa, per lo sviluppo delle infrastrutture locali e, conseguentemente , anche il potenziamento dei commerci con l’ Europa.
“Il caso Diciotti ci vede tutti perdenti”, ha detto il premier Giuseppe Conte pochi giorni fa, all’indomani dell’ ultimo vertice UE di Salisburgo: criticando implicitamente la linea dura seguita, nell’occasione, dal ministro dell’ Interno Salvini. “Se l’Europa vuole esprimere una politica in materia di immigrazione vuol dire che mette a punto una strategia, rivede il regolamento di Dublino e quanto prima persegue nuovi meccanismi di gestione collettiva nel segno della solidarietà”, ha proseguito il Presidente del consiglio, con evidente richiamo alle conclusioni del vertice comunitario di giugno a Bruxelles, che aveva ribadito l’indispensabilità d’una vera gestione europea dell’immigrazione, a partire dalle primissime risposte agli immigrati in arrivo sul suolo europeo.
Un vertice, purtroppo, tanto valido nelle conclusioni di principio quanto vago nei modi per tradurle in pratica, e nei meccanismi da attivare. Su questi temi intervengono, ora, anche l’ Associazione Medici di origine Straniera in Italia (AMSI), le Comunità del mondo arabo in Italia ( Co-mai) insieme al Movimento Internazionale Transnazionale “Uniti per Unire” e alle comunità e associazioni aderenti: che lanciano il Manifesto la “Buona Immigrazione”, dopo il recente lancio dell’ altro, gemello, la “Buona Sanità Internazionale”. “Il “Manifesto” è stato il frutto di una nostra proposta, compiuta nel lontano 2002”, dichiara Foad Aodi, fondatore dell’ AMSI e Uniti per Unire, nonché membro del Focal Point per l’integrazione in Italia per l’ Alleanza delle Civiltà- UNAOC- organismo ONU; “la quale è oggi adattata ai profondi mutamenti geopolitici in atto. Ribadiamo che è necessario coinvolgere tutte le nazioni d’ Europa su una legge unica: per favorire l’immigrazione regolare e, contemporaneamente, contrastare il mercato degli esseri umani e la violenza contro donne e bambini”.
“Altri capisaldi della Buona Immigrazione “, prosegue Aodi, “sono il principio dei Diritti e Doveri; promuovere politiche di accoglienza e di integrazione e lo sviluppo del dialogo interculturale ed inter-religioso, per contrastare qualsiasi forma di discriminazione mediatica , nelle scuole, nei posti di lavoro e nelle Università. Promuovere accordi bilaterali tra Italia e i Paesi più coinvolti per una immigrazione programmata , qualificata e una vera, concreta e trasparente cooperazione internazionale ” ; l’ “ Istituzione di nuovi centri di accoglienza nei territori di transito per ridurre l’ immigrazione irregolare e contrastare la tratta degli esseri umani ; e promuovere una vera cooperazione economica internazionale tra l’Italia e i nostri Paesi di origine, insieme a politiche d’ integrazione per la seconda generazione di immigrati”.“Invece ancora una volta constatiamo che il vertice europeo non ha prodotto alcuna risposta o proposta concreta. Addirittura si parla di solidarietà a pagamento, chi paga può non accogliere immigrati :una proposta inaccettabile, visto che noi chiediamo il coinvolgimento di tutti i Paesi europei nell’accoglienza dei migranti . Solo pochi Paesi sono impegnati in politiche d’accoglienza; altri invece creano muri e scaricano tutti i problemi sulla UE e sull’ Italia, su Malta e la Grecia”
“Chiediamo infine al Governo italiano – conclude – di rivedere la sua decisione di escludere gli stranieri dal reddito di cittadinanza: visto che siamo in un Paese civile e democratico, che difende da secoli i diritti umani e universali e l’uguaglianza. Dividere i cittadini in serie A e serie B sicuramente non aiuta l’integrazione, anzi intensifica la guerra psicologica tra poveri. Come si è verificato tra i professionisti della sanità di origine straniera e italiani, per i concorsi pubblici: dove è obbligatorio, per partecipare, avere la cittadinanza italiana”.
Fabrizio Federici