Anche quest’anno sono numerose le città italiane come Reggio Emilia, Bologna, Modena, Milano, Napoli, Roma, Firenze, Cascina, Acireale e altri piccoli comitati di tutte le regioni che partecipano all’iniziativa “Piccoli Ambasciatori di Pace”.
Dalla metà degli anni ’80 le associazioni italiane di solidarietà con il popolo saharawi hanno accolto gruppi di bambini saharawi provenienti dai campi profughi saharawi in Algeria.
L’esigenza primaria è stata quella di permettere loro di sottrarsi alle difficili condizioni dell’estate nel deserto, di vedere per la prima volta il mare, a loro precluso dall’occupazione marocchina della patria (Sahara Occidentale) e dal lungo muro che la divide in due, di conoscere coetanei e culture di altri paesi per aprirsi al mondo. Il primo comune ad ospitare i bambini è stato quello di Sesto Fiorentino.
Nel corso degli anni l’accoglienza ha coinvolto nuovi territori e nuovi gruppi, facendo crescere il numero dei bambini che passano l’estate in Italia.  
L’accoglienza ha l’obiettivo sanitario e anche quello di sensibilizzare la questione del Sahara Occidentale ai cittadini italiani e alle loro amministrazioni politiche.
Nei campi profughi di Tindouf il partner saharawi è stato dapprima l’UJSARIO, l’organizzazione della gioventù saharawi, poi il Segretariato di Stato per la gioventù e lo sport, diventato in seguito Ministero.
In Italia il partner della Repubblica Araba Saharawi Democratica è da sempre la Rappresentanza del Fronte Polisario a Roma.
L’accoglienza viene unificata e l’ANSPS (Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Saharawi) assume il coordinamento dell’accoglienza in Italia.
Le procedure amministrative per le vacanze vengono uniformate, il periodo prescelto è quello di luglio-agosto, i bambini vengono suddivisi in gruppi da 10 assistiti da un accompagnatore saharawi.
Nei territori si sperimentano le più diverse forme di accoglienza con il coinvolgimento di volontari, famiglie, istituzioni locali, centri culturali e sportivi, le ASL per i controlli medici.
Negli ultimi anni si inaugurano progetti speciali, per i bambini affetti da celiachia, per i diversamente abili, e per quelli inseriti in un programma sportivo.
Per facilitare le modalità di accoglienza e di relazione con bambini e accompagnatori saharawi, l’ANSPS pubblica un Manuale dell’Accoglienza, aggiornato progressivamente.
Al termine delle vacanze i gruppi di accoglienza si ritrovano in un Seminario Nazionale per valutare l’esperienza appena conclusa e per preparare la vacanza successiva. Dal 2010 la gestione e il coordinamento è affidata ad una Equipe Nazionale.
Nell’estate 2012 è stato realizzato per la prima volta il Saharawi Day, giornata comune a tutti i gruppi per dare visibilità nazionale, e non più esclusivamente locale, alla presenza dei bambini.  Ogni associazione organizzata un eventi insieme ai bambini saharawi per dare ancora sensibilità alla questione del Sahara Occidentale ai suoi cittadini del Comune per appoggiare politicamente la causa.
L’accoglienza dei bambini saharawi è realizzata anche in altri paesi europei, in primo luogo, per numero, in Spagna. Un contributo essenziale è dato anche dall’Algeria che ospita i bambini nelle sue colonie estive sul mare o comunque lontane dal deserto.