Sabato 23 giugno 2018 ha avuto luogo a Cremona una “Living Library” come evento conclusivo parte della programmazione tenutosi durante la Settimana del Rifugiato 2018 dal Comune di Cremona e dagli enti co-gestori del progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) cittadino.

Come ci racconta Anna Lodeserto, una delle organizzatrici, le iniziative sul modello “Living Library” (conosciute anche come “Human Library” a livello internazionale o, in italiano, biblioteche viventi) si tengono in tutto il mondo da circa venti anni ovvero dalla prima esperienza promossa in Danimarca all’inizio del millennio in corso (poi sostenuta dal Consiglio d’Europa tre anni più tardi rendendo tale formato parte integrante fondamentale del proprio programma di educazione sui diritti umani e civili e motivandone l’inclusione con una presa di coscienza collettiva rispetto al fatto che i diritti umani non possano essere conosciuti, difesi e promossi unicamente attraverso i testi giuridici). Il pubblico coinvolto nelle diverse città ha l’opportunità di ascoltare direttamente dei racconti di vita unici e preziosi donati dai libri umani così come di prendere parte ai momenti di formazione e di costruzione dell’evento stesso attraverso modalità partecipative fondate sull’inclusione sociale ad ampio raggio.

La metodologia seguita per realizzare la “Living Library” rimanda ai tempi lontani della tradizione orale, in cui prima dell’introduzione della scrittura l’unico mezzo per tramandare una storia era la voce umana, spesso in un contesto familiare. Questo tipo di iniziativa si fonda proprio sul valore delle storie trasmesse in modalità orale grazie all’opera e alla disponibilità dei libri umani e all’apertura e curiosità dei lettori e delle lettrici che si incontrano in un contesto accogliente fondato sul rispetto e sulla condivisione.

Testimonianze e storie a partire dall’esperienza diretta di coloro che giungono in Europa da altri paesi hanno costituito la ricca bibliografia proposta nei giardini del centro della città dove si è tenuta l’iniziativa. Tra i libri umani presenti, ho avuto l’opportunità di parlare con Issa, un partecipante originario del Togo arrivato in Italia il 1° gennaio 2010 che ha condiviso con me le sue impressioni sulla manifestazione alla quale ha aderito immediatamente con la sua associazione “Alternativa Africa” attiva proprio a Cremona: “L’iniziativa ci ha dato la capacità di far capire alle persone comuni chi siamo e perché siamo arrivati in Italia. La mia associazione si chiama Alternativa Africa e attraverso diversi canali e strumenti di comunicazione sociale promuove la condivisione di informazioni concrete per aiutare i giovani da altri paesi non appena arrivano, spiegandogli come comportarsi e favorendo la loro integrazione. Io sono andato via dal mio paese – prosegue Issa – per diversi problemi e quando sono arrivato in Italia ho iniziato immediatamente a cercare lavoro perché volevo essere attivo. Ho capito subito che c’è tanta strada da fare per integrarsi e occorre impegnarsi molto in tale direzione. Non mi sono lasciato scoraggiare dal freddo, che non avevo mai sperimentato con tale intensità, né da tutte le altre difficoltà tanto da riuscire a ottenere un primo lavoro come badante che ho potuto mantenere fino a quando la signora anziana che accudivo non è venuta a mancare. Ho dovuto, dunque, cercare un altro lavoro e mi sono adoperato come lavapiatti in una cucina per due anni. Successivamente, dopo aver imparato a cucinare, sono diventato anche aiuto pizzaiolo. Ho, dunque, studiato per prendere la patente di guida tanto che ora lavoro come autista. Ho capito che nella vita bisogna darsi da fare per arrivare ad ottenere ciò di cui si ha bisogno, quindi bisogna andare incontro ai giovani che arrivano altrimenti si rischia di perderli.”

Ho poi parlato con un altro partecipante di nome Yacouba il quale mi ha spiegato come la partecipazione a tale evento abbia aiutato lui e molti suoi compagni del gruppo che ha animato e costruito la “Living Library” del progetto SPRAR di Cremona a esprimersi meglio e ad acquisire una maggiore fiducia nelle proprie capacità e potenzialità. Tramite gli incontri, ovvero le ‘letture a cielo aperto’, è stato possibile trasmettere a un pubblico esterno quel senso di fiducia e sicurezza interpersonale spesso adombrato dalla narrativa sulle migrazioni diffusa attraverso i principali di mezzi di comunicazione e, riprendendo le parole dello stesso Yacouba, “far capire alla gente che non siamo qui per fare casini o creare problemi di alcun tipo”. Per lui è stata la prima volta che ha parlato a un evento del genere – pur essendo abituato ai contesti culturali e, in particolare, teatrali – e si è emozionato di fronte alla possibilità di raccontare a perfetti sconosciuti i motivi che lo hanno spinto ad affrontare il viaggio e i dettagli della propria storia.

L’iniziativa della Living Library di Cremona, così come quelle che stanno svolgendo in tutta Italia secondo modelli organizzativi simili, ha così dato voce a ragazzi e ragazze da diversi paesi africani e asiatici che hanno affrontato percorsi migratori spesso estremamente impervi a partire da situazioni talvolta disumane, per sensibilizzare i cittadini verso le enormi difficoltà che si trovano ad affrontare e renderli partecipi del percorso di integrazione che affrontano con coraggio ogni giorno. Attraverso i loro sforzi tutti noi scopriamo di avere qualcosa in più da ascoltare e da raccontare e soltanto insieme possiamo costruire la storia del mondo contemporaneo.

Leonardo Ceccarini