Le organizzazioni  sociali festeggiano l’arrivo in città delle 629 persone a bordo della nave Aquarius e dichiarano che esso non può limitarsi a un gesto simbolico.

Organizzazioni sociali e di difesa dei diritti umani di Valencia, riunite in assemblea la sera del 14 giugno, si sono pronunciate riguardo all’arrivo dell’Aquarius nella città. Hanno elogiato l’accoglienza della nave da parte delle istituzioni, quando le autorità italiane e maltesi le avevano negato l’accesso ai porti e hanno manifestato la loro preoccupazione davanti alle dichiarazioni del Ministro dell’Interno e della Vicepresidente del governo.

Ana Isabel Martínez, portavoce dell’assemblea, ha espresso l’“inquietudine delle organizzazioni riguardo alla posizione del governo spagnolo, alla possibile detenzione nei CIE (Centri di internamento per stranieri) e addirittura alla deportazione delle persone a bordo dell’Aquarius”.

Il comunicato uscito dall’assemblea e firmato da più di 30 organizzazioni sociali insiste soprattutto sulla necessità di un cambiamento delle politiche migratorie sia europee che spagnole e chiede alle “amministrazioni pubbliche e ai mezzi di comunicazione di adottare un atteggiamento responsabile e rispettoso nei confronti delle persone a bordo dell’Aquarius, evitando di trasformare in uno spettacolo una situazione di emergenza umanitaria”. Le associazioni sottolineano inoltre la necessità di istituire “vie legali e sicure per chi fugge dalla persecuzione, la guerra e la miseria”.

Secondo Ángela Nzambi, altra portavoce dell’assemblea, “non possiamo dimenticare la sistematica violazione dei diritti umani dei migranti che si trovano già in territorio spagnolo, o che giungono alle nostre coste.” Le organizzazioni “esigono dal governo spagnolo la chiusura immediata e senza condizioni dei Centri di internamento per stranieri, la fine delle deportazioni  e delle espulsioni immediate e la riforma dei processi di prima accoglienza” ha aggiunto.

Per adesioni al manifesto scrivere a:  info@valenciaesrefugi.org 

MANIFESTO SULL’ARRIVO DELLA NAVE AQUARIUS AL PORTO DI VALÈNCIA

Davanti alla situazione di emergenza umanitaria creata dalla chiusura dei porti italiani e maltesi ai 629 migranti salvati in mare dalle ONG e imbarcati sulla nave Aquarius, le seguenti organizzazioni dichiarano:

Elogiamo il gesto del governo spagnolo di offrire il porto di València per accogliere le persone a bordo dell’Aquarius e l’atteggiamento dei governi autonomi e locali.

Siamo molto preoccupati per le dichiarazioni del Ministro dell’Interno, secondo le quali le persone che hanno compiuto questo terribile viaggio potrebbero finire nei Centri di internamento per stranieri e venire deportate.

Condanniamo con forza la decisione del governo italiano di chiudere i suoi porti ai migranti salvati dalle ONG nel Mediterraneo. Il lavoro fatto da queste ONG dovrebbe essere svolto dai governi europei; per questo esigiamo che tutti gli Stati membri dell’Unione Europea aprano i loro porti e stabiliscano vie legali e sicure di accesso per le persone in fuga dalla persecuzione, la guerra e l’estrema miseria causate dalle politiche internazionali, che danno la priorità ai propri interessi economici, commerciali e geopolitici e depredano, sfruttano e producono disuguaglianze nei paesi del sud.

Denunciamo la sistematica violazione degli accordi internazionali da parte di tutti i paesi dell’Unione Europea, compresa la Spagna, con le loro politiche in materia di immigrazione. Tra gli altri, la Convenzione sullo statuto dei rifugiati, l’accordo internazionale sulla ricerca e il salvataggio in mare e quello europeo per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Esigiamo  pertanto un cambiamento delle politiche e delle regole sull’immigrazione dell’Unione Europea, basate su un dispositivo militare e poliziesco per blindare le frontiere e la riforma  del Sistema Europeo Comune sull’asilo; la sospensione della firma e degli accordi di controllo delle frontiere, ritorno e respingimento con paesi che non  rispettano i diritti umani e la revisione e l’ampliamento delle quote di accoglienza dei rifugiati che i governi europei si erano impegnati a rispettare.

Esigiamo dal governo spagnolo la chiusura immediata e senza condizioni dei Centri di internamento per stranieri, la fine delle deportazioni  e delle espulsioni immediate e la riforma dei processi di prima accoglienza, sostituendo la burocratizzazione, che genera esclusione sociale e impotenza, con un sistema che garantisca il trattamento degno delle persone, abbia una vera vocazione per l’accoglienza e comprenda la prospettiva di genere, per evitare la violazione dei diritti delle donne, come previsto dalla convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna e da quella di Istanbul, entrambe sottoscritte dalla Spagna.

Esigiamo misure per il rispetto dei tempi nelle domande di asilo, ottimizzando i protocolli e fornendo mezzi e risorse umane al processo di integrazione lavorativa e sociale dei migranti e dei rifugiati.

Esigiamo che il governo e le amministrazioni autonome e locali dialoghino con la rete eterogena di ONG, associazioni e realtà che lavorano per i diritti e l’integrazione di migranti e rifugiati, per assicurare che vengano trattati in modo umano e professionale e ridurre così il rischio di esclusione.

Esigiamo un cambiamento delle politiche economiche e commerciali dell’Unione Europea, che riproducono la disuguaglianza estrema tra nord e sud, la fine dell’affare delle guerre e investimenti nella cooperazione allo sviluppo, per lavorare sulle cause che provocano gli spostamenti di migranti e rifugiati ed evitare che essi debbano continuare e fuggire e a perdere la vita durante il cammino.

Chiediamo alle amministrazioni pubbliche e ai mezzi di comunicazione di adottare un atteggiamento responsabile e rispettoso nei confronti delle persone a bordo dell’Aquarius, evitando di trasformare in uno spettacolo una situazione di emergenza umanitaria. Richiediamo anche di contestualizzare la situazione di persecuzione, guerra e miseria da cui fuggono rifugiati e migranti e di dare informazioni adeguate e rigorose sulla situazione e le circostanze dell’accoglienza, smentendo informazioni false e prevenendo discorsi xenofobi e irresponsabili.

PER UN’EUROPA DELL’ACCOGLIENZA. I DIRITTI UMANI NON SI NEGOZIANO

Acontracorrent, AESCO, Alerta Feminista, Alianza por la Solidaridad, Asociación Intercultural Candombe, Assemblea de Cooperació per la Pau – ACPP, Associació Brúfol, ATELIER, Balloona Matata, Caudete se mueve, CCOO PV, CEAR PV, CEDSALA, CIES NO, CIM Burkina, Círculo Internacionalista de Valencia, Círculo Migraciones Podemos, Coordinadora Obrera Sindical-COS, Coordinadora Valenciana de ONGD – CVONGD, DANDELION, Dones de Xirivella en Acció, Escola Valenciana, Escoles Solidàries, Escuela con calma, Familias Alternativas, Fora de Camp, Intersindical Jove, Justicia Fiscal, Liga española de la educación, Mesa de Entidades de Solidaridad con los Inmigrantes, Moviment per la Pau – MPDL, Mujeres de Negro, Obrim Fronteres, ONGD Casa Camerún CV, ONGI ETORRI, Orriols convive, PAR, Partit Comunista PV, Plataforma CEDAW, Pobresa Zero, Podemos, Psicólogas sin Fronteras, Rumiñahui, Secretariado Gitano, UGT PV, Unió Pobles Solidaris, València Acull, València és Refugi, YMCA.