Il presidente turco Erdogan mette in conto una nuova catastrofe umanitaria destabilizzando l’intero Medioriente

L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) è profondamente preoccupata per l’aggressione militare della Turchia contro la pacifica regione kurda di Afrin nella Siria del Nord. L’APM si appella urgentemente ai paesi europei affinché si impegnino seriamente a porre fine ai bombardamenti turchi contro i villaggi della vicina regione kurda di Afrin provocando in tal modo non solo una nuova catastrofe umanitaria ma rischiando anche di destabilizzare l’intero Medio Oriente. Proprio la regione amministrata dai Kurdi nel nord della Siria, nella quale hanno trovato rifugio centinaia di migliaia di profughi provenienti da altre parti della Siria sconvolta dalla guerra civile, ha contribuito a creare  un’esile equilibrio nella regione che ora rischia di essere distrutto.

Da giorni l’esercito turco e le milizie islamiche siriane, sostenute dalla Turchia, stanno attaccando con artiglieria pesante, carri armati e lanciamissili i villaggi e le città del Cantone di Afrin. Nella regione vivono Kurdi musulmani, Yezidi, Cristiani e decine di migliaia di profughi arabi provenienti da Aleppo e da altre regioni siriane. Per tutti loro Afrin era finora un luogo abbastanza sicuro, ma ora rischiano di dover nuovamente fuggire. Secondo il referente per il Medio Oriente dell’APM, siamo di fronte a una tragedia umanitaria che deve essere assolutamente fermata!

Prima della guerra civile siriana, nella città di Afrin abitavano circa tra i 44.000 e gli 80.000 abitanti, ora nella regione omonima vivono all’incirca un milione di persone, di cui quasi la metà sono profughi, principalmente provenienti da Aleppo. La maggioranza della popolazione della regione sono Kurdi sunniti, ma vi è anche un villaggio kurdo-alevita e diverse decine di migliaia di Yezidi, i cui villaggi si trovano nelle zone limitrofe alla regione di Afrin e continuano a subire gli attacchi dei gruppi islamici radicali e dell’esercito turco. Gli aiuti umanitari di cui i civili di Afrin hanno urgente bisogno non riescono ad arrivare a destinazione ma vengono bloccati dalla Turchia che mantiene chiuse le frontiere.