ll  Mediterraneo è stato il tema dell’incontro organizzato a Roma, al Circolo ufficiali  della Marina, dall’Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica e Antropologia 
(Omega): associazione culturale, apartitica e aconfessionale, che vuol  promuovere una migliore conoscenza del Mediterraneo e dei paesi che vi si affacciano, sul piano geopolitico, antropologico, socio-economico.

Occasione dell’incontro, un bilancio della Regata per la pace “Lungo le rotte del corallo”, organizzata da Omega, tra Sardegna e  Tunisia lo scorso luglio.
“Nati nel 2010”, ha precisato Enrico la Rosa, ammiraglio in pensione, già operante in gruppi di lavoro Nato per operazioni di peacekeeping, e presidente di 
Omega, “l’estate scorsa, con l’ok delle ambasciate di Tunisia e Algeria,  abbiamo fatto questa regata, per promuovere il dialogo tra le varie  sponde del Mediterraneo. Nel 2018 organizzeremo invece, con un giro  intorno alla Sardegna, una regata, in sostanza, sulle criticità del  Mediterraneo. Per il 2019, infine, vogliamo riprendere la rotta per  l’Algeria”.
La regata del 2018 (sempre parte integrante del progetto di Omega “Rotte  mediterranee”), col patrocinio, anche stavolta, della Fondazione  Sardegna e altri enti, inizierà con prima tappa Carloforte, all’isola di  S.Pietro (Sardegna sudoccidentale): dove, con operatori economici, si  parlerà di allevamento ittico oggi. Tappa successiva, Alghero, centro  dove tuttora è forte, anzitutto nel dialetto, l’influenza catalana: in questa sede si discuterà di spinte localiste nel mondo globalizzato. 
Ultime tappe, La Maddalena e Caprera (su sport nautico e, possibilmente,  anche trasporti e inquinamento ambientale), e Santa Maria Navarrese  (Nuoro), con un possibile un convegno sui “cammini della fede”, come per  Santiago di Compostela (ce ne sono diversi anche in Sardegna). Infine ritorno a Cagliari, con un convegno conclusivo.
 “Oggi – conclude La Rosa – sta veramente ai mediterranei riappropriarsi del proprio mare e del proprio futuro, contro le mire egemoniche delle superpotenze, per 
influire positivamente su tutto il mondo”.
 Mario Boffo,  già ambasciatore nello Yemen e in Arabia Saudita, ha ripercorso le tappe della brillante ascesa di quest’ultima a potenza regionale. Ugo Tramballi, giornalista del “Sole 24ore” e ricercatore, s’è soffermato su quella che è la politica per il  Medioriente dell’ amministrazione Trump: che, a parte la discutibile scelta di trasferire l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, sostanzialmente continua quella di Obama, cioè di graduale disimpegno USA dal Medioriente, verso un ‘Asia orientale asai piu’ attraente, dati i suoi enorni mercati. Mhamed Hassine Fantar, docente emerito di Dialogo di civiltà e religioni all’ Università di Tunisi, s’è soffermato sulle vicende piu’ recenti di Paesi come Tunisia e Algeria, di religione islamica ma fortemente laicizzati.
Foad Aodi, presidente di AMSI, Associazione Medici d’origine Straniera in Italia, e di Co-mai, Comunità del Mondo Arabo in Italia, ha portato il saluto di queste associazioni, che già hanno patrocinato la Regata del 2017  (“Siamo favorevoli a tutte quelle iniziative capaci di stemperare la tensione nel Mediterraneo, portando tutti i Paesi rivieraschi a dialogare riscoprendo le loro comuni matrici culturali e religiose”).  Germano Dottori, docente di Studi strategici alla “LUISS Guido Carli”, ha analizzato l’approccio complessivo di Trump alla politica estera: caratterizzato non dall’ideologia o dall’etica in senso rigoroso, ma da criteri sempre economicistici, quindi destinato, paradossalmente ( ma non tanto, nel mondo d’ oggi), ad avere a volte piu’ successo degli approcci di tipo classico.