Più di 200 membri del Parlamento della maggior parte dei partiti italiani ha sottoscritto l’impegno parlamentare verso l’ICAN, vincolandosi così “a lavorare alla firma e alla ratifica” della messa al bando delle armi nucleari da parte del Governo Italiano. L’Italia è adesso ben posizionata per far avanzare, all’interno della NATO, la discussione sul Trattato per la messa al bando delle armi nucleari.Il più grande gruppo dei firmatari appartiene al principale partito di governo, il Partito Democratico (affiliato, a livello europeo, con i social-democratici). Stella Bianchi (PD) capeggia questo sforzo, invitando attivamente i parlamentari di tutti i partiti ad unirsi alla richiesta di ICAN. Così facendo, rimarca che “per decenni gli Hibakusha, i superstiti di Hiroshima e Nagasaki, hanno testimoniato la natura disumana delle armi nucleari e il loro impatto devastante. Recenti, terribili minacce che suggeriscono il ricorso agli arsenali nucleari, ci hanno convinto dell’assoluta necessità di lavorare per l’abolizione delle armi nucleari, attraverso la piena messa in atto del trattato di non-proliferazione (TNP) e lavorando per la firma, anche del nostro paese, del trattato che proibisce l’uso delle armi nucleari ““Noi siamo felici del forte appoggio che ICAN ha ricevuto dall’intero spettro politico. E’ molto incoraggiante vedere così tanti sostenitori da parte del governo. Contiamo su di loro per arrivare alla ratificazione, da parte dell’Italia, del trattato sulla messa al bando delle armi nucleari, sulla base della risoluzione adottata il 19 settembre” dice Leo Hoffmann-Axthelm, rappresentante di ICAN a Brussell.

La risoluzione adottata il mese scorso aveva incaricato il governo italiano di “esplorare” la possibilità di ratificare il trattato di messa al bando, restando in linea con gli impegni assunti nell’ambito dell’alleanza. “Questo mostra che l’Italia vuole giocare un ruolo di primo piano, all’interno della NATO, nel portare avanti la discussione e chiarendo che non esiste una contraddizione interna tra il Trattato Nord Atlantico e il divieto dell’uso delle armi nucleari”, continua Hoffmann-Axthelm.

Nonostante le recenti posizioni della NATO, l’alleanza è sempre stata flessibile con le richieste dei suoi membri, e aperta a dissociarsi da specifiche aree politiche, come quella della pianificazione nucleare. E’ quello che è successo quando alcune parti dell’alleanza hanno sottoscritto il divieto all’uso delle munizioni a grappolo nel 2008 e quello delle mine antiuomo nel 1997.

L’ampio supporto alla richiesta di ICAN riflette la pubblica opinione italiana, che da tempo è favorevole al divieto di queste armi. Il Trattato di divieto può essere finalmente un’occasione per compiere progressi verso il disarmo nucleare” conclude Francesco Vignarca, coordinatore del partner di ICAN, Rete Italiana per il Disarmo.

Donatella Duranti e Michele Piras, dell’MDP hanno dichiarato: “Fermare la minaccia nucleare e la guerra è un atto di amore verso tutta l’umanità. La madre di tutte le cause che vale la pena perseguire. E’ per questa ragione che noi appoggiamo la richiesta di ICAN”

Tatiana Basilio del Movimento 5 Stelle: “Il nostro gruppo alla Camera dei Deputati sostiene da tempo il disarmo nucleare, con impegni concreti e reali come mozioni parlamentari. La nostra speranza è che tutte queste voci siano ascoltate dai più alti livelli del mondo politico”

Giuseppe Civati di Possibile: “Grazie agli sforzi di ICAN, le Nazioni Unite hanno adottato a luglio il Trattato della Messa al bando delle Armi Nucleari, aperto alla firma dal 20 settembre (….). L’Italia non è ancora tra i firmatari e non si è affatto distinta nel processo che ha portato verso la sua adozione. Il Premio Nobel di quest’anno deve portare a un rinnovato appello affinché l’Italia ratifichi rapidamente questo trattato”.

 

Traduzione dall’inglese di Annalaura Erroi

 

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