Consiglio Comunale di Milano del 5 ottobre 2017

Se non fosse che il Sindaco, di questa questione, ha parlato molto prima di diventare sindaco, dovrei dire che l’operazione che stiamo mettendo in campo è una grande distrazione di massa. Certamente non è soggettiva, perché ho detto che il Sindaco ha già presentato questo sogno.

Credo che noi, come rappresentanti dei cittadini, dobbiamo affrontare in Consiglio comunale le cose belle che si devono e si possono fare non come se fossimo a un convegno, ma capire quali sono le priorità.

Non ho nessuna intenzione di dire che non mi piace l’idea di avere la riapertura dei Navigli a Milano, dico però che non è la mia priorità, che devo risolvere altri problemi; la mia priorità in questa città sono le diseguaglianze sociali, che ci sono.

Giudicherò ogni provvedimento che viene portato in quest’aula: se va a superare queste diseguaglianze sociali o le va ad accentuare. Non sono convinto che noi siamo in grado di avere risorse per tutto.

Condivido le cose che ha detto il Sindaco: assumo l’impegno di non fare in modo che le risorse che destineremo qui, tolgano altre risorse. Allora dateci tutti gli elementi in mano. Se come in Scozia o in Norvegia, troviamo i pozzi di petrolio, diventiamo tutti più ricchi e ci possiamo permettere di tutto: evviva i Navigli.

Ma se questo non accade e le risorse sono limitate, ho il dovere, signor Sindaco, di dire che la questione delle periferie non è stata risolta e ho il dovere di dirle che lei non viene a riferire in aula sulle periferie ma viene a riferire sulla questione dei Navigli.

Ho il dovere di dire che ci sono una serie di problemi che non sono stati risolti in questa città; ricordo che durante la campagna elettorale, dicevo scherzosamente, che all’articolo 1 di un nuovo regolamento, si sarebbe dovuto scrivere che “il Sindaco deve abitare in periferia per i cinque anni, in cui fa il Sindaco”. Gli mettiamo una casa nella periferia più povera della città.

Lei crede che alzandosi tutte le mattine e vedendo la realtà delle nostre periferie avrebbe il coraggio di riproporre in questo momento, come priorità, la questione dei Navigli? Io penso di no.

Risolviamo i problemi della città, rideterminiamo una condizione di superamento delle diseguaglianze che ci sono e allora potremmo occuparci di altro.

Lei che è persona accorta e avveduta, ha messo le mani avanti. Ha detto che se anche non riuscirete a fare tutto, le opere proposte sono comunque utili e vanno bene, sono auto-sufficienti. Penso che non sia così.

Se parliamo di un progetto a largo raggio noi dobbiamo parlare dei Navigli visti nella loro interezza. C’è qualcuno che qui mettendosi la mano sul cuore può pensare di ipotecare 500 milioni di euro per l’intera opera dei Navigli, sapere che questa è la scelta prioritaria per questa città?

Io non lo faccio e non mi si dica che sono contro il fatto che la città diventa più bella. Ho un altro compito qua dentro: rappresentare i bisogni delle persone che stanno indietro nella nostra città.

Non mi si dica che se apriamo i Navigli tutti ne godranno allo stesso modo. Ci saranno quelli che si permetteranno di comprare le case sui Navigli, sui viali, mentre le periferie continueranno ad essere nella stessa condizione, le diseguaglianze si accentueranno, le diseguaglianze non diminuiranno. Ecco perché questa è la mia posizione di fondo.

Perché non abbiamo mai discusso di questo progetto in Consiglio comunale? Perché? Nella mozione che è stata presentata si scrive che il 27 di luglio il Sindaco, ero presente, ha presentato pubblicamente il progetto di riapertura dei Navigli. Ma non abbiamo fatto né una Commissione né una discussione in Consiglio, al solito il rapporto con il Consiglio è questo.

Voglio dire un’altra cosa. Penso che si debba arrivare al referendum dopo aver informato pienamente i cittadini, non rifacendo una votazione di principi. Vuoi bene alla mamma? Certo, tutti vogliono bene alla mamma. Vuoi i Navigli? Certo, tutti vogliamo la riapertura dei Navigli.

Dobbiamo dire: come, a scapito di che cosa, in che tempi, con quali priorità, risolvendo quali problemi, stabilendo se questo non toglie risorse ad altre cose che sono più essenziali per la nostra città.