Venerdì 22 settembre, alla vigilia della sua Assemblea Nazionale, il MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) ha organizzato a Napoli un incontro pubblico sul disarmo nucleare, dal titolo: «Bandire le armi nucleari. Un imperativo imprescindibile. Italia ripensaci, aderisci al trattato ONU del 7 luglio 2017».

Obiettivo dell’iniziativa, tenuta nella Sala Valeriano della storica Chiesa del Gesù Nuovo, era quello di lanciare da proprio da Napoli – dichiarata in Statuto ‘città di Pace’ – un pressante appello al Governo italiano affinché ratifichi il Trattato di messa al bando delle armi nucleari,  approvato lo scorso 7 luglio a New York in una conferenza ONU da 122 Paesi.

Il MIR, impegnato per decenni nella pratica della nonviolenza attiva come stile di vita, mezzo di riconciliazione e strumento di trasformazione, è infatti particolarmente attivo sulla questione del disarmo nucleare e partecipa alle mobilitazioni della società civile per far conoscere ed applicare il Trattato, coinvolgendo i cittadini ma anche enti locali e comunità ecclesiali.

Dopo i saluti iniziali del parroco del Gesù Nuovo di Napoli P. Vincenzo Sibilio e del Presidente Nazionale di MIR Italia Claudio Carrara, tutti gli interventi hanno sottolineato l’assoluta necessità di sensibilizzare la comunità perché prenda coscienza e si mobiliti su questi temi, drammaticamente attuali per gli ultimi allarmanti scenari di escalation nucleare, ma da sempre tema scottante di cui poco si sa e si discute, come di tutte le questioni inerenti la militarizzazione del territorio ed il proliferare di strategie belliciste ed imperialiste.

Francesco Ambrosi, MIR Vicenza e referente nella Rete Italiana Disarmo, ha ribadito che la già preoccupante assenza dell’Italia dal processo di interdizione delle armi nucleari è aggravata dalla presenza sul nostro territorio di ordigni atomici USA, in palese violazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione, delle risoluzioni del Parlamento Europeo e del precedente Trattato di Non Proliferazione Nucleare. Tocca quindi agli attivisti per la pace coordinarsi e risvegliare nei decisori politici e nelle comunità locali la percezione del rischio nucleare, contrastando la gravissima mancanza d’informazione su tali temi.

Alfonso Navarra, MIR Milano e portavoce dei Disarmisti Esigenti, ha affermato che questa mobilitazione dovrà indurre le potenze nucleari ad uniformarsi ad una proibizione non più esclusivamente  morale ma che ha assunto un aspetto legale, puntando sulle prossime scadenze, dalla Conferenza ONU sul disarmo nucleare del 2018 alla revisione del Trattato di Non Proliferazione, prevista per il 2020. Il diritto dell’umanità alla propria sopravvivenza, insomma, deve diventare prioritario rispetto a qualsiasi altro interesse. Rivendicazione che vale ovviamente anche per l’applicazione da parte degli Stati degli accordi di Parigi sul clima e per l’agenda globale per lo sviluppo sostenibile.

Il noto sociologo e ricercatore per la pace Alberto L’Abate  si è soffermato sulla necessità di una mobilitazione nonviolenta per cambiare la società e portarla al disarmo, anche unilaterale, ricordando l’impegno in tal senso di Carlo Cassola e le pregresse esperienze, a partire da quella del Costarica. Ha poi sottolineato quanto siano interconnessi gli aspetti della ricerca, dell’educazione e dell’azione per la pace,  come spiegava anche Mario Borrelli, fondatore della Casa dello Scugnizzo di Napoli ma anche dell’IPRI, l’istituto italiano di ricerche sulla pace di cui L’Abate è presidente onorario. Bisogna sconfiggere, ha detto, l’attuale senso di impotenza del movimento pacifista, rilanciando un impegno attivo, collettivo e dal basso.

Intervenendo a nome del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il suo Vice ed Assessore all’Ambiente Raffaele Del Giudice ha confermato l’attenzione dell’Amministrazione nei confronti delle questioni che riguardano la pace e la sicurezza della comunità napoletana, sulle quali si è già pronunciata con una deliberazione per la denuclearizzazione del Porto. Napoli, Città di Pace, accetta quindi l’invito del MIR a sottoscrivere – come già fatto da altri Enti Locali – un appello al Governo italiano affinché aderisca al Trattato di messa al bando delle armi nucleari, proposta di cui si farà portavoce in Giunta ed in Consiglio Comunale.

Dorothee Müller, pastore della Chiesa Evangelica Valdese, ha portato la sua testimonianza di donna di fede rispetto al disarmo, ricordando che da 30 anni diversi documenti ecumenici delle Chiese Protestanti abbiano sancito l’impegno morale di ogni fedele cristiano in favore della pace, e l’incompatibilità degli armamenti nucleari con il diritto alla sicurezza delle persone.

L’ecopacifista Ermete Ferraro, referente dello storico e recentemente ricostituito gruppo MIR di Napoli, nel cogliere gli spunti di riflessione suscitati dagli interventi citati, ha ammonito che la realizzazione dell’imperativo imprescindibile del disarmo nucleare passa per l’impegno di ciascuno di noi, che deve farsene carico a vari livelli. E’ indispensabile che enti locali, ma anche associazioni, comunità religiose, comitati, gruppi di base e movimenti politici, sottoscrivano e diffondano l’appello affinché l’Italia ci ripensi e aderisca al Trattato, sancendo il primato dell’umanità su ogni altro interesse e invertendo l’attuale tendenza a subordinare pace e sicurezza a logiche perversamente riarmiste e belliciste.

Ermete Ferraro, VAS Napoli